Paolo Possamai

Trieste D ifficile andare più veloce, quando sei il battistrada e porti le ali nel simbolo dal 1831, con l’aquila bicipite asburgica da principio e poi con il leone di San Marco. Ma Generali in Italia deve correre la sfida di crescere, perché gli inseguitori si sono fatti molto dappresso. Intesa, UnipolSai, Poste, Allianz hanno sviluppato in particolare il segmento Vita, anche per acquisizioni che hanno mutato gli assetti di mercato. Lo dice Philippe Donnet, dallo scorso autunno ad della società italiana del gruppo guidato da Mario Greco. ‘Tra la potenza intrinseca del marchio e la potenza effettiva sviluppata a terra – osserva Donnet – avevamo una perdita di energia nella trasmissione. Per questo lo scorso anno Mario Greco ha deciso l’integrazione fra i dieci brand che rappresentavano Generali in Italia: per mettere assieme tutta la potenza e aumentarla sulla trasmissione. E comunque la potenza non basta. Dobbiamo riuscire ad accrescere il contenuto e il valore percepito del marchio per i clienti’. L’immagine rende bene l’idea e la volontà di restare primi, di portare il portafoglio premi oltre la soglia dei 20 miliardi, di recuperare efficienza e redditività. Ma ci sono effettivi spazi di sviluppo possibile, in un contesto come quello italiano? Donnet esprime la propria visione del futuro possibile con una serie di caveat, senza traccia alcuna di grandeur. Dice che ‘aumentare la quota di mercato è un’ambizione, e qualcuno potrebbe pure dire un buon auspicio, data la nostra posizione storica. Ma se

miglioriamo su tutti i versanti riusciremo a prendere qualche punto, senza sottostimare quello che faranno i nostri competitor. Se per ipotesi riuscissimo a realizzare una crescita del 5% sull’anno vorrebbe dire un miliardo in più, che è un risultato molto positivo. L’importante è mantenere una dinamica di crescita in termini di redditività e premi. Una crescita tranquilla. Noi siamo una forza tranquilla’. E qui viene l’eco di uno slogan celebre: il concetto creato nel 1981 per Francois Mitterrand dallo spin doctor Jacques Séguéla. Generali come forza tranquilla. Ma determinata a cambiare e a crescere, appunto passando da 10 a 3 brand, da 270 a 70 prodotti, da 3 piattaforme con 280 applicativi a una sola piattaforma con 48 applicativi, da 3 a 1 filiera operativa, dalla dispersione geografica delle attività alla specializzazione dei poli geografici su Mogliano Veneto, Milano, Roma, Torino, Trieste. In una parola: semplificazione. ‘Sarò contento quando sarà completato il progetto di integrazione e ancora di più se gli assicurati percepiranno l’avvicinamento di Generali in termini di servizio e modernizzazione. Personalmente, vivo la partita dell’integrazione come una sfida sportiva, che per fortuna è iniziata bene. E comunque, da sportivo, non potevo rifiutare’. La partita in effetti, nel primo trimestre 2014 segna un forte incremento (+27%) per le polizze vita e un arretramento (-4%) per il segmento danni (il mercato di riferimento cede assai di più). Italia in evidenza, rispetto ai dati trimestrali di gruppo, anche a livello di raccolta netta (1,07 miliardi). Donnet oggi ha 53 anni, di cui 22 passati a occuparsi di business assicurativo (in Axa). Ma per dirla con Antoine de Saint Exupery, gli uomini non possono essere descritti solo per via dell’età e del mestiere. E dunque conta molto nel suo profilo che abbia a lungo giocato pilone a rugby, tra l’altro con il Cus Milano. Non gioca più a rugby oggi, ma bici e tennis segnano ancora il suo tempo libero. E da questa forma mentale discende la capacità di riconoscere che ‘i nostri competitor sono bravi. Da uomo di sport, apprezzo la competizione. Gli altri si stanno muovendo. E quindi, se rimaniamo fermi, non resteremo leader di mercato. Ma proprio per questo Greco ha avviato il progetto di integrazione e rilancio italiano, ossia per difendere il nostro primato. Riusciremo a farlo. Ognuno ha le proprie forze e i punti di debolezza. Noi dalla nostra abbiamo brand, multicanalità, bilanciamento tra i segmenti danni e vita’. Da questa sintesi discendono tante singole azioni, tasselli di un mosaico in ricomposizione. Un terzo della rete delle agenzie è già migrato sulla nuova piattaforma unica e vende gli stessi prodotti, entro fine anno il processo sarà quasi completato. La contabilità degli agenti sarà online. Una applicazione di home insurance consentirà al cliente di gestire la sua posizione da casa. Un’altra app per smartphone sarà attivabile alla denuncia del sinistro, con relativa tracciabilità dei singoli atti amministrativi. Ulteriori progetti di digitalizzazione riguardano l’operatività degli agenti e dei collaboratori, che armati di tablet potranno visitare il cliente e gestire direttamente l’operatività. Ma le tecnologie sono comunque tutte funzionali al modello operativo di multicanalità caratteristico di Generali, che dispone della più capillare rete di agenzie, di una compagnia diretta leader come Genertel, dei promotori finanziari di Banca Generali, degli agenti Alleanza da sempre orientati a incontrare il cliente là dove opera. ‘Abbiamo un obiettivo semplice: essere una azienda più commerciale e meno amministrativa, con il cliente al centro’, conclude Donnet. Qui in basso, i risultati per il 2013 di Generali Italia: la crescita evidenza già i primi effetti della nuova organizzazione voluta da Donnet Qui sopra, Philippe Donnet