di Julia Chatterley Cnbc

Mario Greco, Ceo di Generali Assicurazioni è soddisfatto dei numeri che la compagnia ha registrato nel primo trimestre del 2013. Del resto l’utile netto è stato di 603 milioni, il 6,3% in più rispetto allo stesso periodo 2012 e ha battuto le attese di quasi un 25%, anche grazie a un tax rate più favorevole.

Mentre il risultato operativo è stato di 1,3 miliardi, contro un consensus che fermo a 1,2 miliardi. Ovvio, quindi, il compiacimento, e il nuovo ceo, che ha preso il timone del gruppo lo scorso agosto, in una intervista rilasciata a Cnbc, sottolinea che «i dati sono solidi e continuano in questa direzione». Il top manager si è detto poi fiducioso di poter chiudere la vendita degli asset entro il 2015. «La procedura sta andando bene. Stiamo seguendo i passi previsti, bisogna essere pazienti», ha precisato Greco.

Domanda. Generali ha chiuso il primo trimestre con numeri che hanno battuto le stime degli analisti sia dal punto di vista dell’utile operativo che dell’utile netto. Soddisfatto?

Risposta. I numeri sono solidi e buoni e stiamo andando nella giusta direzione.

Il settore Danni si sta sviluppando bene ovunque in Europa. Stiamo beneficiando di una bassa frequenza dei sinistri, ma allo stesso tempo stiamo anche ristrutturando il portafoglio auto e quelle componenti del portafoglio P&C che non generano alta redditività.

 

D. La differenza tra settori Danni e Vita? Qual è quello che preoccupa di più?

R. Il settore Vita soffre per via della situazione economica e su questo non possiamo fare nulla. Detto questo, i nostri risultati sono buoni. I margini sono aumentati, anche se leggermente, rimanendo sopra il 20%,un’importante soglia nel Vita. Il contributo di questo settore al risultato operativo è sostanzialmente stabile rispetto all’anno scorso e questo è di per sé un buon risultato in questo momento di mercato. C’è stato un calo dei premi, perché siamo stati selettivi e abbiamo puntato su business più profittevoli.

D. In termini di Paesi, dove vedete la maggiore forza?

R. Senza dubbio l’Est europeo sta andando estremamente bene. Qui è dove abbiamo investito capitale e quindi siamo contenti di vedere che questa area performi. In Europa il Paese che si sta sviluppando meglio è la Germania e questo non credo sia una sorpresa. Le difficoltà sono soprattutto nel Sud Europa: Francia, Italia e Spagna.

D. A che punto siete con la vendita degli asset?

R. Il processo è in piena evoluzione. Abbiamo iniziato a ottobre e sono procedure molto strutturate. Stiamo discutendo le offerte che sono sul tavolo. Siamo convinti che la procedura stia proseguendo bene, secondo i passi previsti.

Bisogna essere pazienti.

D. Si dice che forse non riuscirete a ottenere il valore di libro degli asset che cederete. È così?

R. La valutazione è più articolata. Da una parte c’è il valore di libro e dall’altro il valore di mercato. Quando si vende bisogna tenere conto di una serie di variabili. Innanzitutto bisogna pensare se un domani si potrà avere un valore di mercato più elevato, guardare la qualità dell’offerta, vedere se è un’offerta tutta contanti e se pagherà subito.

D. Siete fiduciosi di raccogliere 4 miliardi entro il 2015?

R. Si, lo siamo. Pensiamo di riuscire a farlo prima.

D. Un analista è scettico e dice che sarà necessario un aumento di capitale per almeno un miliardo di euro. Come rispondete?

R. È interessante perché lo stesso analista che diceva che dovevamo raccogliere 5 miliardi, mentre adesso dice 1 miliardo. Mi sembra che stia convergendo sulla nostra posizione, che è sempre stata quella di non fare un aumento di capitale. Attraverso la vendita degli asset non core e la conseguente ricomposizione del portafoglio business, ripristineremo il livello di capitale. Una volta fatto questo, e lo faremo entro il 2015, discuteremo con gli investitori, con i nostri azionisti, con il Board della Società e vedremo cosa fare. Ma non faremo aumenti di capitale. (riproduzione riservata)