di Anna Messia

Il nuovo governo si è appena insediato ed è già chiamato a risistemare le regole della scatola nera. Quelle macchinette da montare sulle autovetture che, secondo il governo di Mario Monti e in particolare secondo l’ex ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, avrebbero dovuto far calare i sinistri e soprattutto i premi delle polizze Rc Auto italiane (tra i più alti d’Europa) su cui sono però finora sono nati solo scontri finiti a più riprese davanti al Tar.

Ad alzare le barricate contro la nuova legge non sono state solo le compagnie (attraverso l’Ania), ma anche i produttori di smart box che in qualche caso hanno anche avuto il sostegno delle associazioni dei consumatori. Insomma, quella legge e soprattutto i primi regolamenti attuativi che hanno iniziato a dettagliare la materia sembrano accontentare nessuno. Tanto che a questo punto appare scontata la necessità di riprendere in mano la questione. Due sono i nodi che dovranno essere sciolti dal nuovo governo, in particolare dal ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e da quello delle Infrastrutture Maurizio Lupi, oltre che dall’Ivass, l’autorità di controllo del settore assicurativo, chiamata ad emanare un regolamento attuativo di cui si è appena chiusa la fase di pubblica consultazione. Il primo nodo riguarda gli standard tecnici minimi che dovranno essere rispettati per legge dalla scatola nera per obbligare le compagnie ad applicare uno sconto alle polizze Rc Auto. Quelli fissati da un regolamento interministeriale dei dicasteri di Sviluppo e Infrastrutture, a firma dei due capi dipartimenti, hanno tenuto molto alti gli standard richiedendo un apparecchio che rilevi non solo la velocità dell’incidente, ma anche il luogo, il giorno e l’ora. Una richiesta eccessiva di dati, secondo gli stessi produttori di smart box, che farebbe lievitare i costi dei dispositivi, con il risultato che in alcune zone d’Italia, dove gli incidenti sono meno frequenti, i premi delle polizze Rc Auto, invece che scendere, addirittura salirebbero. Un primo banco di prova per queste norme ci sarà giovedì prossimo, quando si riunirà la camera di consiglio del Tar del Lazio per discutere la sospensiva del decreto richiesta da Semplicemente Srl, società che produce dispositivi a costo più contenuto rispetto alle smart box e che ha avuto anche il sostegno di Federconsumatori. Se il Tribunale dovesse accogliere il ricorso, i ministeri sarebbero obbligati a riscrivere tutto. Ma, a prescindere dal Tar, il governo potrebbe decidere di aggiustare il colpo attraverso altri decreti e regolamenti che dovranno essere emanati nelle prossime settimane. Non solo quello dell’Ivass (che viene fatto di concerto con lo Sviluppo) che potrebbe, per esempio, di sancire il principio che gli standard elevati valgono solo nelle città a più alta frequenza di sinistri. Un altro decreto che potrebbe essere utile a correggere gli eccessi di una regolamentazione troppo rigorosa potrebbe essere quello chiamato a fissare gli standard della Polizza Base Rc Auto. Il Consiglio di Stato in sede consultiva ha chiesto al ministero dello Sviluppo Economico di chiarire se le compagnie assicurative dovranno essere obbligate a offrire le polizze con scatola nera o se invece si tratta solo di una scelta commerciale. Un aspetto cruciale delle legge, su cui però il nuovo governo non sembra ancora aver preso un orientamento. In ogni caso, se ce ne fosse bisogno, si potrebbe anche riprendere in mano il regolamento interministeriale sugli standard tecnici delle scatole nere, che ha già avuto il disco verde di Bruxelles. Di sicuro all’Ue sarebbero contenti di un abbassamento degli standard che farebbe spazio a nuovi operatori di mercato. (riproduzione riservata)