L’Ania aggiorna i suoi dati e dichiara che, in 6 mesi, il costo medio dell’Rc auto è sceso del 4,5%. E scoppia la polemica con le associazioni dei consumatori, che rigettano le affermazioni dell’Ania e sfornano altri dati, che attestano invece un nuovo aumento delle tariffe.

Secondo un’indagine dell’associazione delle assicurazioni, in sei mesi il prezzo dell’Rc auto è sceso del 4,5%. L’indagine ha confrontato i premi di settembre 2012 con quelli di marzo 2013. Secondo questa analisi, in questi sei mesi il prezzo medio dell’assicurazione è diminuito del 4,5%, ossia è sceso da 445 a 425 euro prima delle tasse e da 560 a 535 dopo le tasse. Il risparmio sarebbe di 25 euro in meno per veicolo, pari a un risparmio globale di 1 miliardo in un anno.

Secondo l’Ania, «è ragionevole ipotizzare che la tendenza possa consolidarsi nei prossimi mesi, in particolare se dovesse perdurare la riduzione del numero dei sinistri, che però dipende essenzialmente da un minor utilizzo delle autovetture da parte degli assicurati».

Immediata la replica di alcune associazioni dei consumatori. Per il Codacons, i dati forniti dall’Ania «contrastano pesantemente con quelli forniti solo pochi giorni fa dall’Ivass, secondo cui, al contrario, nell’ultimo anno le tariffe Rc auto sono abnormemente cresciute per le donne (a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea), toccando quota +13,5%, e per gli uomini residenti nel Sud Italia (con punte del +9% a Napoli)». In ogni caso, ha ribadito il presidente, Carlo Rienzi, «le tariffe Rc auto in Italia rimangono le più elevate d’Europa» con il premio medio che «è più del doppio di quello di Francia e Portogallo, mentre supera quello tedesco dell’80% e quello olandese di quasi il 70%».

Uguali critiche sono venute da Federconsumatori. Nessun calo, ha sottolineato, «semmai, relativamente ad alcune classi, vi è stato un lieve raffreddamento delle tariffe, non certo una riduzione. Tantomeno quelle applicate al Sud, che continuano a registrare livelli elevatissimi e vergognosi. Ci troviamo ancora una volta, quindi, a contestare duramente le metodologie di calcolo adottate dall’Ania».

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