di Carlo Giuro L’Autorità di vigilanza europea su assicurazioni e fondi pensione (Eiopa) ha pubblicato un documento sulla struttura finanziaria dei fondi pensione europei con particolare riferimento al multicomparto e all’adozione di meccanismi finanziari di default con riferimento al life cycle style. Il tutto contestualizzato in una volontà già auspicata per i fondi pensione a contribuzione definita in questa direzione da parte dell’Autorità di vigilanza europea, in particolare nella risposta fornita alla Commissione europea sulla revisione della Direttiva europea sugli Iorp (fondi pensione occupazionali) e nel recente Report sulle buone pratiche in materia di informativa agli aderenti. Non va infatti dimenticato come il sapere investire diventa sempre più un vero e proprio mestiere considerando la complessità degli strumenti e la impossibilità di sapere prevedere il futuro finanziario. Attingendo poi alle ricerche di finanza comportamentale emerge come gli investitori commettano sistematicamente errori, di ragionamento e di preferenze, difficilmente conciliabili con l’assunto di razionalità delle scelte. Tali errori si riflettono in anomalie comportamentali che si traducono, nel caso degli investitori retail, in una bassa partecipazione al mercato azionario, errori di percezione della relazione rischio/rendimento, scarsa diversificazione, eccessiva movimentazione del portafoglio. Il documento dell’Eiopa risulta dalla elaborazione di 19 risposte fornite ad altrettante domande poste ai 27 Paesi membri ed evidenzia in primo luogo una estrema varietà di tipologie di forme previdenziali con conseguente estrema varietà anche di struttura finanziaria. Emerge come l’offerta di scelte di investimento multiple (multicomparto) è ampiamente proposta agli aderenti sia dai fondi pensione occupazionali che dai piani di previdenza individuale. Il life cycle, ovvero il meccanismo che sposta progressivamente il capitale dell’investitore verso linee a minor contenuto azionario all’approssimarsi della pensione, costituisce invece un «desiderata» prospettico sia da parte dell’Eiopa che dell’Ocse e, entro i confini nazionali, della Covip e della Banca d’Italia che in più occasioni hanno espresso parere favorevole affinché i fondi pensione offrano tale soluzione. La considerazione di fondo è rappresentata dalla necessità di valutare con attenzione il concetto di rischio finanziario in ambito previdenziale. Va però considerato anche il fattore tempo come evidenziato peraltro dalla Covip nell’interessante Discussion Paper in pubblica consultazione sul rapporto tra rischio e rendimento. All’allungarsi del periodo di riferimento infatti la variabilità dei rendimenti medi annui tende a ridursi, sia per le azioni sia per le obbligazioni; ciò dipende dalla compensazione tra rendimenti negativi e positivi in un arco temporale sempre più ampio. Come tradurre queste considerazioni in scelte da parte dell’iscritto a un fondo pensione? Considerando il non particolarmente elevato livello di cultura finanziaria del nostro Paese si suggerisce proprio l’adozione di metodi di investimento automatici. (riproduzione riservata)