di Silvana Saturno  

Ogni anno vengono pagati circa 8 milioni di euro per risarcimenti da «infezione ospedaliera», in media 50 mila euro per ogni sinistro (oltre alle spese legate al prolungamento della degenza) accaduti a pazienti che si rivolgono alla sanità pubblica. Ad aprire il portafogli il Servizio sanitario nazionale e le compagnie di assicurazione, in relazione ai diversi regimi assicurativi presenti nei vari ospedali.

I numeri sono stati diffusi da Marsh, società di consulenza sui rischi che ha realizzato un’indagine e appurato che ogni 1000 posti letto si verificano circa 3,4 richieste di risarcimento per infezione.

Dati incrociati, a loro volta, con quelli del «Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie sulle infezioni correlate all’assistenza», secondo il quale vengono registrate 6,3 infezioni ogni 100 ricoveri.

In conclusione risulta che ogni 100 infezioni contratte durante la degenza ospedaliera, una di queste si trasforma in una richiesta di risarcimento danni.

Il canale privilegiato per domandare tutela è quello stragiudiziale, ovvero attraverso la procedura di liquidazione assicurativa (87,17%).

Minore il ricorso al canale giudiziario (13%) e, in particolare a procedimenti penali (1%). Ma quest’ultima percentuale cresce e arriva al 30% in caso di decesso correlato all’infezione.

Il periodo esaminato da Marsh va da 2004 al 2011, le strutture sanitarie pubbliche analizzate 84: i sinistri da infezioni ospedaliere registrati 1.177, circa il 3,4% delle richieste danni complessivamente rilevate, e sono in aumento negli ultimi anni.

Ben il 68% dei sinistri registrati riguarda strutture del Nord Italia. Le infezioni si sono trasformate in decessi nell’8,2% di casi.

Ma quanto «vale» un danno alla salute subito da un paziente o addirittura la perdita della vita in seguito a un’infezione contratta in ospedale? Ebbene, il costo medio di un sinistro che abbia provocato una lesione è di 43.941,98 euro, mentre la somma media corrisposta per decesso è di 113.075,53 euro.

Ciò che colpisce è poi la tempistica: in otto anni d’osservazione, risulta che quasi il 60% delle richieste di risarcimento danni si sono trasformate in pratiche a tutt’oggi ancora aperte. Inoltre, riferisce Marsh con l’indagine, risultano raddoppiati anche i tempi di denuncia. A essere maggiormente colpite le strutture specialistiche e universitarie, con una media di 18 richieste di risarcimento l’anno, mentre gli ospedali monospecialistici materno-infantili sono i più virtuosi.

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