di Antonio G. Paladino  

Grazie alla verifica straordinaria degli equilibri finanziari di lungo periodo, introdotta dal decreto salva-Italia e alla successiva riforma contributiva, la Cassa di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti (Inarcassa) migliora sensibilmente i risultati dei conti finanziari nel lungo periodo. Infatti, i conti del nuovo bilancio tecnico 2011, conseguenti al passaggio dal metodo di calcolo retributivo della pensione a quello contributivo pro-rata, evidenziano una marcata sostenibilità nel lungo periodo. Sono queste alcune delle considerazioni che la Sezione centrale di controllo degli enti della Corte dei conti ha messo nero su bianco nella relazione n. 23 pubblicata ieri, con cui ha reso noto il referto effettuato, per l’esercizio finanziario 2011, sulla gestione della Cassa oggi guidata da Paola Muratorio.

Il documento della magistratura contabile ha evidenziato che, nell’esercizio oggetto di controllo, è stato redatto da uno studio attuariale esterno il nuovo bilancio tecnico, riferito alla data del 31 dicembre 2009 e relativo all’arco temporale 2011-2061. In particolare, è stata elaborata un’ipotesi di sostenibilità a lungo periodo che è stata redatta in deroga a due parametri ministeriali standard, ovvero l’andamento della numerosità dei contribuenti e lo sviluppo dei redditi. I risultati di questa particolare elaborazione hanno evidenziato che all’inizio del periodo di previsione (2010) e fino al 2034, l’aliquota di equilibrio previdenziale si colloca al di sotto dell’aliquota effettiva (il rapporto tra contributi e massa dei redditi degli iscritti). Dopo, l’aliquota di equilibrio continua il suo percorso di ascesa, collocandosi ben al di sopra del valore dell’aliquota contributiva effettiva, fino a raggiungere nel 2059 «un livello di due volte superiore a quanto attualmente richiesto agli iscritti».

Da queste premesse, la Corte non può che valutare positivamente le successive misure introdotte dal vertice di Inarcassa. Tra queste, i requisiti più stringenti per la pensione minima e la possibilità per gli iscritti di versare una contribuzione volontaria aggiuntiva. Con le novità introdotte, anche se il saldo previdenziale presenta «un inevitabile calo fisiologico» e diventa negativo tra il 2051 e il 2053, annotano i giudici, «quello che preme sottolineare è che torna positivo in modo permanente (come richiesto dal salva-Italia), a partire dal 2054».

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