da Trieste Andrea Di Biase

L’impegno preso da Mario Greco di fronte agli azionisti delle Generali è di quelli importanti. Il gruppo assicurativo triestino, ha affermato l’amministratore delegato nel corso dell’assemblea che ieri ha approvato il bilancio e rinnovato il cda, non solo non chiederà soldi ai soci attraverso aumenti di capitale almeno fino al 2015, ma a partire dal prossimo esercizio intende remunerare gli azionisti in misura via via crescente. «Siamo coscienti che la cedola di 20 centesimi per azione» a valere sull’esercizio 2012, chiuso con un utile di soli 90 milioni e resa possibile grazie all’utilizzo delle riserve, «non può rappresentare uno standard per Generali.

Ma è un segnale di impegno a distribuirla anche nei prossimi esercizi e a farla crescere». Greco, che la scorsa primavera è stato chiamato al timone delle Generali dai grandi soci proprio con la missione di aumentare il total return del titolo e che lo scorso gennaio a Londra ha presentato un piano strategico volto a raggiungere questo obiettivo, ha ribadito anche ieri il suo impegno in questo senso. «Il valore del titolo riflette la redditività della società; per farlo crescere dobbiamo portare la redditività a livelli superiori di quelli del passato. Siamo fiduciosi che in questo modo la capitalizzazione della compagnia ne beneficerà in modo equivalente».

Greco, che nel corso del suo discorso all’assemblea ha ripercorso le tante misure adottate dal suo insediamento a oggi, sia in tema di governante sia in tema di riorganizzazione del business e risparmio dei costi, ha tuttavia ribadito che il gruppo, anche per ridurre i 12 miliardi di indebitamento «che sono troppi, comportano il pagamento di interessi passivi per 150 milioni l’anno e influiscono negativamente sulle valutazioni delle agenzie di rating», ha comunque bisogno di nuovo capitale. Quello attuale, ha spiegato, «non è sufficiente». Ma la strada non sarà quella dell’aumento di capitale, bensì quella già intrapresa delle dismissioni di asset non strategici. «Vorrei essere chiaro su una questione», ha rimarcato il numero uno del Leone, «non abbiamo intenzione di chiedere capitale ai nostri azionisti per rafforzare la Solvency o il patrimonio del gruppo. Non credo che sarebbe giusto e non è quello di cui abbiamo bisogno. Abbiamo una chiara strategia per migliorare la solidità patrimoniale attraverso la dismissione di asset non core». Greco non ha tuttavia fornito nuovi dettagli sul processo di vendita delle attività riassicurative negli Stati Uniti e di Banca Bsi, avviato la scorsa estate e ancora in corso, da cui dovrebbero arrivare circa 2 dei 4 miliardi di nuovo capitale che le Generali intendono raccogliere entro il 2015. Solo allora, ha sottolineato l’ad, si potrà cominciare a ragionare su eventuali operazioni di crescita internazionale per linee esterne e sul modo con cui finanziarle, compreso l’aumento di capitale.

Per ora, dunque, considerato l’accordo raggiunto con Petr Kellner per rilevare il 49% della joint venture in Est Europa, Generali Ppf Holding, al costo di 2,5 miliardi, nuove acquisizioni non sono contemplate. «Abbiamo appena fatto un’acquisizione in Est Europa, ora dobbiamo farla fruttare. Svilupperemo i business sui mercati asiatici e in America Latina, ma non stiamo guardando ad acquisizioni. Per tre anni vogliamo ricostituire il capitale e cedere gli asset non core, quando nel 2015 avremo conseguito gli obiettivi del piano, discuteremo se considerare operazioni di crescita e come finanziarle». Il focus adesso, oltre che sulle dismissioni, è sull’attuazione delle misure necessarie ad aumentare la redditività. La strada, illustrata già nell’Investor Day di gennaio, è quella di rifocalizzarsi sul business assicurativo e in particolare sul settore Danni, la cui incidenza sui ricavi del gruppo dovrebbe passare dal 33% attuale al 50%. Il business Danni, ha spiegato il cfo Alberto Minali, ci permette di generare più cassa ed è meno legato, rispetto al segmento Vita, all’andamento dei mercati finanziari. LeGenerali, il cui risultato nel 2012 è stato influenzato negativamente da oltre 1 miliardo di svalutazioni, guardano ora con un prudente ottimismo all’anno in corso. «Guardiamo con fiducia al resto dell’anno», ha detto Greco. «Abbiamo concluso il 2012 con la spinta positiva dell’ultimo trimestre e abbiamo iniziato l’anno con la stessa spinta. Le azioni intraprese stanno cominciando a produrre risultati». (riproduzione riservata)