di Anna Messia

La partita appare piuttosto complicata ma le trattative per la cessione delle compagnie assicurative di Carige, Danni e Vita, vanno avanti a pieno ritmo, con l’obiettivo di arrivare alla dato room entro giugno.

A fornire la tabella di marcia è stato ieri il direttore generale diBanca Carige, Ennio La Monica, in occasione della presentazione dei dati del primo trimestre, chiuso con un utile consolidato di 48,6 milioni, in crescita del 7,4% rispetto a marzo 2012, e con un Core Tier 1 del 6,7%. «Fra una o due settimane riceveremo l’esito della vendor due diligence che abbiamo ordinato sulle due compagnie assicurative», ha dichiarato La Monica. «In questi giorni invieremo a una serie di soggetti che riteniamo potenzialmente interessati, le lettere per arrivare a un accordo di riservatezza. Una volta giunte le proposte non vincolanti, apriremo la data room, indicativamente prevista a metà giugno». La Monica stima che la quasi contestuale cessione da parte di Unipol degli asset che deve vendere per motivi Antitrust a esito della fusione con FonSai non rappresenterà un problema di eccesso di offerta. Anzi. La cessione degli asset Unipol «ha acceso un faro da parte degli investitori esteri sul mercato assicurativo italiano» che andrà a illuminare anche la dismissione degli asset Carige. Ma la partita, almeno a sentire gli ambienti assicurativi, non appare semplice, pure alla luce della cifra che la banca punterebbe a ricavare, pari almeno a 400 milioni. Anche se lo stuolo di consulenti chiamati appare di primo livello. Oltre a Mediobanca e Banca Leonardo, ci sono anche AtKearney ed Ernst&Young, e poi Tower Watson e lo studio legale Legance. E poi c’è Prelios per la dismissione di alcuni asset immobiliari.

Per quanto riguarda le compagnie, La Monica ha auspicato di vendere i due gruppi insieme, aggiungendo però che eventuali offerte separate saranno comunque prese in considerazione. Alla cessione delle polizze si sono aggiunte la sgr e il 20,6% detenuto nell’Autostrada dei Fiori, oltre ad alcuni immobili strumentali. Vendite che dovrebbero consentire alla banca di ridurre al minimo il rafforzamento di capitale da 800 milioni di cui necessita l’istituto, «con l’obiettivo di arrivare a non farlo», ha chiuso La Monica. (riproduzione riservata)