DI ANDREA BRENTA Era stato venduto da un curato di campagna per l’equivalente di 500 euro. Da giovedì prossimo sarà esposto al Louvre. «Erano 25 anni che non acquistavamo un simile capolavoro», ha detto Henri Loyrette, direttore del museo parigino, riferendosi alla Pietà di Jean Malouel (1365-1415), pittore fi ammingo naturalizzato francese. Il dipinto è protagonista di un’incredibile vicenda iniziata nel gennaio 1985, quando J.L., un rigattiere francese dell’Alvernia che preferisce mantenere l’anonimato, viene chiamato dal curato di Vic-le-Comte (paesino di poche anime) che gli propone di acquistare un lotto di arredi sacri stipati in un locale annesso al presbiterio. Col ricavato, il prete intende dotare la sua chiesa di un sistema di riscaldamento. Il rigattiere non è interessato al lotto. Ma il curato lo fa entrare in una stanza attigua. Posata a terra e appoggiata al muro c’è una cornice in legno dorato del XVII secolo. Il religioso chiede a J.L. cosa ne pensi del pannello dipinto incastonato tra le volute della cornice. «È molto brutto », gli risponde in tutta franchezza il rigattiere. Quest’ultimo, e anche il curato, ignoravano che sotto il dipinto, ricoperto in parte di una pittura verdastra, se ne celava un secondo. J.L. sborsa l’equivalente di 500 euro per il dipinto (e soprattutto la sua cornice) e qualche altra inezia, se lo carica sul tetto dell’auto e se ne torna a casa. Se il brocanteur vende in fretta e senza problemi la cornice, per il pannello dipinto non riesce a trovare acquirenti. Un mese più tardi un collega di J.L. esamina il dipinto, dove attraverso una scrostatura si intravede un fondo oro. Il pannello viene allora affi dato a un restauratore locale che vi lavora da marzo a dicembre e alla fi ne svela un dipinto di notevole bellezza, databile con sicurezza alla fi ne del Medioevo. L’indagine per l’attribuzione dell’opera dura 13 anni. Nel frattempo il dipinto è sempre rimasto a casa di J.L. «Non avevo i mezzi per pagare un’assicurazione o una cassaforte», spiega. «Ho vissuto con lui, lo trovavo meraviglioso, lo fotografavo, una vera storia d’amore». Il rigattiere acquista libri, fa il giro di mostre e musei, visita il Louvre sei o sette volte, passando davanti alla Grande Pietà tonda di Jean Malouel senza accorgersi dell’incredibile somiglianza. La folgorazione arriva solo alla fi ne dell’estate del 1999. Con il dipinto sottobraccio, J.L. fa il giro degli esperti d’arte, fi no ad approdare al Louvre. Qui incontra l’allora conservatore a capo del dipartimento della pittura e il responsabile della pittura del XIV e XV secolo. Entrambi, pur deplorando il cattivo stato di conservazione, ritengono l’attribuzione plausibile. Il Louvre trattiene l’opera per una expertise, al termine della quale si dice pronto ad acquistarla, offrendo un prezzo molto inferiore a quanto chiesto da J.L. Ci vorranno altri anni e altre vicissitudini prima che si arrivi a un accordo. Il 13 gennaio scorso, il Louvre annuncia l’acquisizione grazie al mecenatismo del gruppo Axa. La municipalità di Vic-le-Comte, proprietaria dei beni ecclesiastici che si trovano sul suo territorio, ottiene un’indennità risarcitoria di 2,3 milioni di euro sul totale di 7,8 milioni versati a J.L. Il quale si dice fi ero di quanto ha fatto: «Il dipinto era abbandonato. È stato salvato, probabilmente in extremis. E io sono felice di aver giocato un ruolo nel salvataggio ». Anche felice, forse, di essere diventato milionario. © Riproduzione riservata