di Roberta Castellarin e Paola Valentini

Il collocamento della polizza Postafuturo ProntaCrescita New, che offre un rendimento minimo del 4% annuo per i primi tre anni (e dell’1% dal quarto al decimo anno), e del conto di deposito al 3,5% è cronaca di questi giorni. Ma le Poste Italiane, guidate dall’amministratore delegato Massimo Sarmi, ormai da anni hanno un ruolo da protagonista sul fronte del risparmio gestito e dei prodotti di investimento. E in questi ultimi mesi stanno cavalcando l’aumento della diffidenza degli investitori nei confronti delle banche per aumentare la quota di mercato. Tradizionalmente, infatti, nei momenti di crisi dei mercati finanziari i risparmiatori cercano sicurezza nelle Poste, che possono contare sulla garanzia dello Stato. Negli ultimi dieci anni il BancoPosta, l’istituto del gruppo dedicato ai prodotti di investimento, si è trasformato da una società nota per libretti postali, buoni fruttiferi e poco più in un protagonista nel campo dei servizi finanziari. E negli ultimi mesi il ruolo della società guidata da Sarmi è cresciuto, come dimostrano i dati Consob sui portafogli delle famiglie italiane, che nel 2012 hanno puntato molto proprio sui prodotti postali. Una strategia, quella delle Poste, che punta a rompere il predominio delle banche. La sfida lanciata agli istituti di credito si gioca più fronti: conti correnti, libretti di risparmio e buoni fruttiferi, obbligazioni strutturate, polizze e fondi comuni. Con quali risultati per gli investitori? I risparmiatori italiani hanno dimostrato di gradire l’offerta del BancoPosta. I numeri parlano chiaro. I titolari di un conto corrente postale sono 5,6 milioni e le giacenze su conti, libretti e buoni superano i 338 miliardi. «Trasparenza delle condizioni offerte, accessibilità e uguale trattamento per tutti i correntisti» sono stati, secondo Poste Italiane, i motivi del successo presso i privati. Tra l’altro il Conto BancoPosta Più offre un tasso di interesse dell’1% (con accredito di stipendio o pensione, domiciliazione delle bollette e attivazione della carta di credito), quindi generoso rispetto ai tassi da prefisso telefonico internazionale offerti dalle banche tradizionali. Dal punto di vista del risparmio gestito a fine marzo le Poste contavano su asset, tra fondi e gestioni istituzionali, per 28,5 miliardi. Nel 2011 sono state registrate 116 mila sottoscrizioni di buoni fruttiferi postali contro le 85 mila del 2010. Alla fine del 2011 erano depositati 208,2 miliardi di euro, contro i 198,5 miliardi del 2010. Una crescita dovuta al lancio di nuove tipologie di prodotti, accanto a quelli ordinari, e soprattutto all’incremento dei rendimenti offerti. In particolare, Poste (e l’emittente Cassa depositi e prestiti) nella seconda parte del 2011 hanno risposto all’offerta dei conti di deposito bancari con tassi sempre più elevati e con una nuova generazione di buoni postali. Sono stati lanciati due nuovi buoni, rispettivamente il Diciottomesi Plus e il 3X4, che hanno permesso di ottenere ottimi risultati in termini di raccolta. Il primo è un investimento a breve termine che, a fronte di un vincolo di durata di 18 mesi, assicura, oltre al rimborso del capitale investito, un rendimento certo superiore a quello riconosciuto dai tradizionali buoni fruttiferi. Mentre il buono 3X4 è un investimento a medio-lungo termine a tasso crescente con una durata massima di 12 anni.

Sono diventati più generosi anche i buoni ordinari ventennali, in quanto, essendo titoli emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, sono legati ai rendimenti dei titoli di Stato italiani. A fine 2011, per esempio, il tasso annuo nominale lordo dei buoni ordinari era arrivato al 7% alla scadenza del 20° anno, il doppio di quanto offerto nel 2005. I buoni ordinari attualmente in collocamento invece offrono al termine del 20° anno un tasso annuo nominale lordo del 5,75%. I buoni sono rimasti, insieme con i titoli di Stato, gli unici prodotti che godono di un regime fiscale più favorevole rispetto agli altri. Gli interessi maturati scontano un’imposta con aliquota del 12,5%, a differenza delle altre forme di investimento che prevedono il 20%. I buoni sono anche esenti da imposta di successione e sono assoggettati a un’imposta di bollo dello 0,1% nel 2012 e dello 0,15% dal prossimo anno (ma sono comunque esenti i buoni di valore di rimborso non superiore a 5 mila euro). Dal canto loro i libretti postali hanno attirato risparmi per 92,6 miliardi. E anche questi strumenti negli ultimi mesi sono diventati un po’ più generosi per combattere la concorrenza delle banche. Un’offerta in corso permette di ottenere un rendimento lordo del 4,24% sulla liquidità versata sui libretti dal 26 marzo al 31 maggio 2012 e mantenuti fino al 31 marzo 2013. I rendimenti sono tassati in questo caso con aliquota del 20%, mentre è prevista un’imposta di bollo fissa pari a 34,20 euro se la giacenza media annua è maggiore di 5 mila euro (al di sotto non si paga bollo). Non solo. Per chi preferisce il conto di deposito il BancoPosta offre l’opzione 3,5%, un deposito a termine vincolato collegato ai conti BancoPosta che offre appunto il 3,5% annuo lordo sui depositi fino a 500 mila euro effettuati entro il 30 giugno e mantenuti fino al 31 dicembre 2012. Quanto alle polizze, PosteVita nel 2011 ha registrato una produzione che ammonta complessivamente a 9,514 miliardi e che consente alla compagnia di incrementare ulteriormente la propria quota di mercato, passata dal 10,8% del 2010 al 12,8% di fine 2011. Merito soprattutto della commercializzazione di prodotti tradizionali, che ammontano a circa 8,2 miliardi, in crescita del 26% rispetto ai 6,5 miliardi di euro del 2010 e ai positivi andamenti della polizza previdenziale Postaprevidenza Valore. Che nel 2011 ha raggiunto 108 mila nuove adesioni, il 32,7% del totale del mercato. Sul fronte dei prodotti più finanziari, da oltre dieci anni il BancoPosta si è segnalato per il collocamento di obbligazioni strutturate, legate a indici, panieri di titoli o sicav. Oggi se ne contano 32 quotate, di cui molte indicizzate a panieri di indici e in parte a strutture sui tassi. «Nell’ambito dei prodotti di investimento, le scelte sono state prevalentemente orientate verso il collocamento di obbligazioni caratterizzate da strutture che puntano al rialzo dei tassi nel medio- lungo periodo», si legge infatti nel bilancio di Poste spa. Nel 2012 sta proseguendo questo impegno sul fronte dei bond. Ad aprile si è chiuso in anticipo il collocamento dell’obbligazione Unicredit 2018 tasso fisso BancoPosta 5%, che ha raccolto 400 milioni di euro. Poi ci sono i fondi. Il patrimonio in gestione di BancoPosta Fondi sgr ha superato i 261 milioni con solo una decina di prodotti sul mercato. Con quali risultati è stata ripagata tanta fiducia? I fondi gestiti con delega di gestione da Pioneer hanno avuto negli ultimi anni un rendimento in linea con la media del mercato. Mentre dal punto di vista dei costi presentano commissioni complessive inferiori alla media. Sono stati, poi, lanciati alcuni fondi a finestra di collocamento che puntano su portafogli obbligazionari. L’ultimo collocato in ordine di tempo è BancoPosta Obbligazionario giugno 2017 ed è gestito da Amundi sgr. Infine va segnalato che ora Sarmi ha in serbo una novità per continuare a crescere: i postinipromotori, che grazie ai palmari di cui sono stati dotati possono portare i servizi finanziari direttamente a casa dei risparmiatori. (riproduzione riservata)