Pagina a cura DI MATTEO RIGAMONTI

L’emorragia dei mancati pagamenti non si arresta. Nel primo trimestre dell’anno, infatti, rispetto allo stesso periodo del 2011, il numero dei pagamenti non onorati tra imprese connazionali è aumentato del 38%. Un valore cui si affi anca il +18% registrato nel settore dell’export, ossia i mancati pagamenti da parte di imprese straniere. A rivelarlo è il report trimestrale di Euler Hermes. Non si conferma dunque l’inversione di rotta prospettata nel 2010 (si veda ItaliaOggi Sette del 25/10/2010). Già l’anno scorso la frequenza dei mancati pagamenti, che Euler Hermes considera quelli non effettuati a 180 giorni di distanza dalla data concordata, nel settore domestico era aumentata del 42%. E quest’anno pesa particolarmente il dato sull’export che nel 2011 era nullo. Oltre 80 mila casi in Italia. Se si considera che sul campione analizzato da Euler Hermes, pari a 450 mila imprese assicurate (il 20% delle imprese nazionali), il numero totale di mancati pagamenti nel 2011 è stato di 14 mila, una proiezione a livello nazionale vede circa 70 mila mancati pagamenti nel 2011. Un valore che nel 2012 è destinato a crescere fi no 95 mila (+38%). Aumenta anche l’importo medio. Se si considera il settore domestico l’importo medio dei pagamenti non effettuati è aumentato nel 19% dei casi (+17% nel 2011). Nell’export invece si è registrato un +23% di casi, mentre l’anno passato si è chiuso a +7%. Le cause. «Il fenomeno dei mancati pagamenti in Italia non riguarda solo un settore o una fi liera ma è evidente in quasi tutti i principali comparti del made in Italy», spiega Michele Pignotti, capo della regione Paesi mediterranei, Africa & Middle east di Euler Hermes e Country Manager di Euler Hermes Italia. «I dati dei mancati pagamenti sul mercato domestico sono fortemente infl uenzati dal contesto economico, dalle diffi coltà di accesso al credito bancario e dalla mancanza di strumenti e incentivi necessari alle imprese per sviluppare il business». Regione per regione. Se si considera la situazione nelle singole regioni, gli aumenti più sensibili della frequenza nei pagamenti in ritardo nel primo trimestre 2012 riguardano Valle d’Aosta (+100%), Liguria (+88%) e Piemonte (+79%), per il Centronord. Seguono Marche (+75%) e Toscana (+65%). Tengono Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, facendo segnare rispettivamente +36 e +37%. Meglio in Trentino-Alto Adige (+20%), Emilia-Romagna (+14%) e Veneto (+5%). Al Centrosud invece gli aumenti maggiori si sono verifi cati in Molise (+100%), Sardegna (+82%) e Umbria (+81%). Basilicata e Sicilia registrano rispettivamente +67 e +61%. Seguono infi ne nell’ordine Abruzzo (+40%), Campania (+32%), Calabria (+30%), e Puglia (+9%). In nessuna regione d’Italia dunque il numero è diminuito. Le insolvenze. In molti casi i mancati pagamenti sono seguiti da insolvenza da parte delle imprese. Nel 2011 Le insolvenze a livello nazionale sono state quasi 13 mila (12904). E, secondo quanto prevedono in Euler Hermes, nel 2012 aumenteranno del 17%, salendo a quota14150. Da dove ripartire. Secondo Pignotti i segnali di positività ci sono senz’altro e si basano su due considerazioni. «Le imprese italiane presenti oggi sul mercato hanno superato una crisi ben più grave, quella del 2008/2009», spiega Pignotti, «riteniamo quindi che siano in grado di superare anche l’attuale scenario, non della stessa entità del precedente. Inoltre, nel mondo esistono economie che contrariamente a quella italiana crescono a ritmi di 4/6% di pil. E «le aziende italiane », continua Pignotti, «rappresentano in molti settori merceologici delle eccellenze e quindi, pur con un gap dimensionale e strutturale che le caratterizza, potrebbero cogliere molte opportunità sui mercati export per trasformare la crisi in crescita e benessere». Le opportunità più importanti, secondo Pignotti, possono arrivare «dai Brics ma anche da alcune economie dell’area mediterranea più vicine geograficamente, come Turchia e Marocco», paesi che non interessati come l’Eurozona dal fenomeno dei pagamenti non onorati. © Riproduzione riservata