di Andrea Di Biase

Giovedì 26 aprile, quando l’Antitrust, con una mossa a sorpresa, aveva decretato il congelamento dell’operazione di integrazione tra Unipol, Premafin e Fondiaria- Sai, sembrava che il piano della compagnia bolognese, apertamente sostenuto da Mediobanca e Unicredit, fosse destinato a tramontare, aprendo scenari inediti, quanto rischiosi, per ciascuna delle società coinvolte. A distanza di una settimana, dopo un intenso confronto tra l’authority presieduta da Giovanni Pitruzzella, Premafin e Unipol, il quadro sembra radicalmente mutato. Anche se l’Antitrust non si è ancora espressa nel merito dell’operazione, la decisione di ieri del garante per la concorrenza permetterà comunque alle parti coinvolte nell’operazione di realizzare alcune delle operazioni propedeutiche alla realizzazione del piano di integrazione. Operazioni che, come esplicitamente chiesto dall’authority, non avranno però effetti irreversibili e che dunque, in caso alla fine l’Antitrust decidesse di bloccare la concentrazione, non pregiudicheranno la possibilità di percorrere altre strade. Nel dettaglio il collegio dell’autorità garante per la concorrenza, che si è riunito ieri, ha autorizzato le parti a proseguire la negoziazione sui concambi per la fusione, ha dato l’ok alla predisposizione delle bozze dei prospetti informativi per gli aumenti di capitale di Unipol e FonSai e ha inoltre reso possibile lo svolgimento dell’assemblea di Premafin del 17 maggio chiamata ad approvare l’aumento di capitale da 400 milioni riservato al gruppo bolognese (o in alternativa «ad altri operatori del settore assicurativo e/o investitori istituzionali»). L’Antitrust ha inoltre escluso dal provvedimento di sospensione «la stipulazione degli accordi di ristrutturazione con le banche creditrici in attuazione del piano di risanamento Premafin». Nella decisione di ieri, dunque, diversamente dalle indiscrezioni circolate nella giornata di mercoledì, non ci sarebbe alcuna imposizione da parte dell’Antitrust nei confronti delle banche creditrici di Premafin a svincolare l’accordo di ristrutturazione del debito della holding dal piano di integrazione con Unipol. L’unica richiesta in questa direzione (si veda MF-Milano Finanza di ieri) è quella avanzata dalla stessa Premafin alle banche, al solo scopo di evitare possibili rischi nell’approvazione del bilancio 2011 in continuità aziendale, nel caso l’opzione Unipol dovesse successivamente sfumare. Su questo specifico punto, tuttavia, nel corso della mattinata di ieri ci sarebbe stata una riunione telefonica tra i rappresentanti delle 6 banche (esposte per circa 368 milioni) per arrivare a una posizione comune sulla risposta da dare a Premafin. Riunione che si sarebbe conclusa senza alcuna decisione, nonostante una certa freddezza di fondo.Nel pomeriggio, poi, subito dopo la pubblicazione del provvedimento da parte dell’Antitrust, in cui non ci sarebbe alcun riferimento all’eventualità di sganciare il piano di ristrutturazione del debito di Premafin dal piano Unipol, le banche avrebbero convenuto di ignorare la richiesta della holding. Un’eventualità che, a quanto si è appreso, non sembrerebbe preoccupare più di tanto nemmeno l’authority. La decisione di ieri dell’Antitrust sembra essere stata accolta positivamente sia da Premafin sia da Unipol, che ora, in attesa che l’authority completi l’istruttoria, potranno procedere almeno nella definizione dei passaggi preliminari dell’operazione. Il divieto di procedere in questa fase alla sottoscrizione dell’aumento di capitale di Premafin e del progetto di fusione tra la holding, FonSai, Milano Assicurazioni e Unipol Assicurazioni non modifica infatti l’impianto originario del piano della compagnia bolognese, i cui vertici hanno più volte sottolineato che, fino a quando non ci saranno tutte le autorizzazioni richieste, non si provvederà al versamento in Premafin e Fon- Sai di un solo euro. Non sembra destare apprensione nemmeno il divieto posto dall’Antitrust di non procedere a qualsiasi attività riguardante la condivisione del piano industriale congiunto della fusione. Su questo specifico punto, entro cinque giorni, Unipol e Premafin dovranno specificare all’Antitrust le modalità che intendono adottare per garantire che non si realizzi lo scambio di informazioni di natura strategico industriale. Ieri, intanto, si è riunito per circa 5 ore il cda di FonSai per procedere a un aggiornamento sulle ultime vicende anche alla luce dell’intervento dell’autorità presieduta da Pitruzzella. Il consiglio ha tra l’altro approvato la cessione di Ata Hotels a 21 Investimenti. Nel corso della riunione sono inoltre state presentate le dimissioni del consigliere Marco Reboa, nominato dall’assemblea del 24 aprile scorso e che faceva parte anche del comitato di amministratori indipendenti incaricato di valutare (con parere vincolante) i termini dell’operazione di integrazione con Unipol. Reboa ha motivato le dimissioni «ritenendo che la sua attività professionale e universitaria non gli consenta di adempiere, con la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico e tenuto conto degli eventi che interessano la società, ai doveri attinenti la funzione». Nel corso della giornata di ieri sono arrivate anche le dimissioni per «motivi personali» del consigliere di Premafin, Oscar Pistolesi. Il cda di FonSai si riunirà nuovamente, così come quello Unipol, giovedì 10 maggio, per l’approvazione della trimestrale. Sempre la prossima settimana dovrebbe riunirsi anche il board i Premafin. Mercoledì è invece in agenda il cda sul trimestre di Mediobanca ed è probabile che nella conference call emergano anche nuove riflessioni anche su questa partita. (riproduzione riservata)