Via Milano Assicurazioni dalla maxi aggregazione tra Unipol e le società quotate della galassia Ligresti. L’ipotesi sembra sempre più probabile ed è stata rilanciata ieri da Equita Sim, secondo cui è sempre più probabile che Consob possa imporre il lancio di un’Opa a cascata sulla controllata con oltre il 60% da Fondiaria-Sai. Scrivono nel morning note di ieri gli esperti della Sim milanese: «Stimiamo che il concambio di fusione proposto da Fonsai a Unipol», pari al 61% di Bologna nel nuovo gruppo, al 27,4% di Fonsai, al 10,7% di Milano e allo 0,85% di Premafin, implichi «una valutazione di Milano superiore a un terzo del valore attribuito a Fonsai», il che equivale a far scattare l’Opa. Una prima possibilità per superare l’impasse potrebbe essere calcolare un nuovo concambio che faccia sì che la controllata di Fonsai abbia un 8,7% del nuovo gruppo assicurativo. Peccato soltanto che una simile proposta non sarebbe mai accettata dal cda di Milano, che aveva già fissato nel 10,7% il punto minimo dal quale partire per la delibera sui concambi, arrivata soltanto qualche giorno fa. Senza contare, poi, che il cda stesso della società è decaduto proprio nel giorno di approvazione dei valori di fusione e non è scontato che l’attuale board «in prorogatio» possa assumersi la responsabilità di una nuova delibera sui concambi. Come soluzione alternativa, si potrebbe allora modificare la percentuale di Unipol nel nuovo gruppo, abbassandola rispetto al 61% proposto da Fonsai. Ma pure questa strada appare difficilmente praticabile visto che il tetto minimo di Bologna sembra essere collocato poco sotto il 62 per cento. Cosa resta allora? Il lancio dell’Opa sulla Milano da parte di Unipol, quantificato da alcuni analisti in 200 milioni al massimo. Ma l’ad Carlo Cimbri, qualche giorno fa, aveva lasciato intendere che in caso di mancata esenzione da parte di Consob Via Stalingrado si sarebbe chiamata fuori dall’operazione. Ecco allora che secondo Equita rimane un’ultima possibilità: «Unipol propone un deal che non preveda la fusione di Milano». Se così fosse, però, il nuovo gruppo perderebbe il vero gioiello visto che si tratta della società con i conti migliori. Non solo: qualcuno dubita che Milano possa effettivamente reggersi da sola senza Fonsai. Inoltre, la modifica di questo passaggio potrebbe richiedere una intera revisione del contratto a suo tempo già stipulato tra Unipol e Premafin, con annessi nuovi ritardi che non sarebbero ben visti dall’Isvap, che entro venerdì ha chiesto a Premafin e Fonsai di fornire un tabellino di marcia preciso dell’operazione. Ieri, intanto, il cda della holding che fa capo alla famiglia Ligresti si è nuovamente riunito fino in tarda serata per trovare la quadra sui concambi.