di Andrea Di Biase

Per conoscere la posizione definitiva della Consob in merito alla richiesta di esenzione dall’opa su Milano Assicurazioni bisognerà prima attendere l’accordo sui concambi tra Unipol e Fondiaria-Sai. Accordo che, nonostante l’ottimismo che si respira dopo l’ok arrivato mercoledì da Premafin, non è ancora scontato. E anche i tempi non sembrano essere strettissimi. Ci vorrà ancora qualche giorno prima che Unipol convochi il proprio cda per esaminare la proposta di FonSai. Fino ad allora, quindi, la Consob non avrà elementi per esprimersi sull’esistenza o meno dell’obbligo di opa. Dalle motivazioni della prima decisione della Commissione, che ha sancito l’insussistenza dell’obbligo di offerta su FonSai e che ha condizionato l’esenzione su Premafin al venire meno dei «privilegi» concessi alla famiglia Ligresti (manleva e diritto di recesso), emergono comunque alcuni particolari interessanti sull’operazione. Tra questi, nelle 13 pagine di motivazioni, c’è anche la posizione favorevole dell’Isvap sul piano di salvataggio di FonSai predisposto da Unipol. «L’Isvap», scrive la Consob, «ha reso noto di avere esaminato il piano industriale e ha avuto modo di esprimere una prima valutazione positiva sull’operazione complessivamente considerata, rilevando che l’operazione, così come unitariamente prospettata dalle società, si ritiene consenta alle entità coinvolte di soddisfare i requisiti di solvibilità per il periodo 2012-2015». Secondo l’Isvap, dunque, il piano Unipol, oltre a consentire a FonSai di ripristinare un margine di solvibilità corretto nell’immediato, permetterà alla nuova compagnia di avere la necessaria stabilità patrimoniale anche nel medio periodo. Una condizione posta esplicitamente dall’authority presieduta da Giancarlo Giannini nella lettera indirizzata a Premafin e FonSai lo scorso 10 gennaio, in cui veniva sollecitata la predisposizione di un programma di intervento finalizzato a «garantire la solvibilità, anche futura, di Fondiaria-Sai». Da questo punto di vista il piano Unipol, che prevede la fusione dopo l’aumento di FonSai da 1,1 miliardi, «volto a determinare condizioni minime di continuità aziendale», e che la Consob ha considerato come un’operazione unitaria, consentirebbe di stabilizzare nel tempo l’intervento di rafforzamento patrimoniale. Per questo motivo la Consob, di fronte alla prospettiva che Unipol, a seguito della fusione delle altre società in FonSai, passi da una quota di controllo del 35,7% a una quota superiore al 50%, facendo così scattare l’obbligo di opa da consolidamento, ha ritenuto comunque di concedere l’esenzione, trattandosi a tutti gli effetti di un’operazione di salvataggio e di stabilizzazione prospettica del margine di solvibilità. Tuttavia, essendo coinvolta nella fusione anche Premafin con il suo carico di debiti, l’esenzione potrà esserci solo se, una volta definiti i rapporti di concambio, emergerà che l’incremento della partecipazione di Unipol nella nuova FonSai, dovuto alla sola incorporazione di Premafin, non determinerà un superamento della soglia rilevante del 5%. Solo in tal caso Unipol sarebbe tenuta a lanciare l’opa sul capitale della nuova FonSai. Dal documento della Consob emerge infine un altro particolare rilevante. Sia l’authority presieduta da Giuseppe Vegas sia l’Isvap si sono pronunciate favorevolmente nei confronti di «una discontinuità nella gestione» di FonSai e delle sue controllate, «per effetto del rinnovo degli organi amministrativi». Il verdetto della Consob in merito ai criteri fissati per valutare l’esenzione su Milano e quella sull’opa da consolidamento sarebbe stato assunto solo a maggioranza, evidenziando una spaccatura all’interno della Commissione. Segno che, forse, la partita potrebbe riservare nuovi e inaspettati colpi di scena. (riproduzione riservata)