di Stefania Peveraro

 

Il ministero del Tesoro ha pubblicato ieri un documento di consultazione per il rinnovo del decreto 703/96 in tema di criteri e limiti di investimento delle risorse dei fondi pensione e in materia di conflitti di interesse. Il nuovo documento segue quello pubblicato quattro anni fa e rimasto congelato. La consultazione terminerà il prossimo 29 giugno. La relazione illustrativa specifica che il nuovo schema di decreto pone molta attenzione «alla capacità (dei fondi pensione, ndr) di conoscere e gestire i rischi connessi agli investimenti». In sostanza, la nuova versione del decreto spinge i fondi pensione a dotarsi di strutture interne adeguate di risk management e «particolari capacità, in termini di struttura organizzativa e professionalità, saranno richieste in caso di gestione diretta, nell’ipotesi di investimenti in strumenti non negoziati nei mercati regolamentati e di uso di contratti derivati». Il nuovo indirizzo dovrebbe risultare quindi favorevole agli investimenti in private equity e in generale agli investimenti alternativi. Finora infatti i fondi pensione hanno investito poco o nulla in private equity, sebbene la normativa, confermata dal nuovo schema di decreto, non ponesse veri ostacoli all’investimento in questa asset class (limite del 20% del patrimonio del fondo pensione e del 25% del valore del fondo chiuso). Il problema, però, è che la maggior parte dei fondi pensione non era dotata di strutture di risk management in grado di gestire la complessità di tali strumenti. (riproduzione riservata)