di Anna Messia Nel 2011, su cinque posizioni aperte presso un fondi pensione integrativo, una non ha ricevuto contributi, né dal datore di lavoro né, di frequente, dal lavoratore. Il preoccupante dato è emerso ieri dalla relazione annuale della Covip, la commissione di vigilanza sulla previdenza integrativa, presieduta da Antonio Finocchiaro. Quali ragioni ci sono dietro lo stop ai versamenti? Un po’ di tutto, si legge nei documenti di analisi della Commissione. Il primo e più importante è ovviamente la crisi economica, la quale ha aggravato il fenomeno dello stop ai contributi, che nel 2011 ha interessato complessivamente 1,1 milioni di lavoratori, pari appunto al 20% del totale. «La mancata contribuzione può essere anche il sintomo della volontà di abbandonare il piano, soprattutto con riferimento alle forme pensionistiche nelle quali non sono possibili riscatti per dimissioni o per licenziamenti del lavoratore», spiegano dalla Covip. Insomma, lavoratori che hanno cambiato attività ma che sono rimasti incagliati nei vecchi fondi. I più colpiti dal fenomeno sono i lavoratori autonomi, che non usufruiscono dei versamenti aggiuntivi del datore di lavoro o del flusso del Tfr. Nel loro caso lo stop ai versamenti ha riguardato addirittura la metà degli iscritti (il 36% in caso di polizze), mentre l’interruzione ha riguardato il 15% dei lavoratori dipendenti. Un fenomeno preoccupante, e per combatterlo la Covip dispone solo di armi spuntate, soprattutto quando sono i datori di lavoro a interrompere i versamenti. «L’Autorità è priva di poteri finalizzati a garantire l’assolvimento, pieno e tempestivo, dell’obbligazione contributiva», ha sottolineato Finocchiaro, alla sua ultima relazione da presidente (il suo mandato scadrà il prossimo gennaio). Eppure la previdenza integrativa (che ha raggiunto 90,7 miliardi di masse gestite, +9%), tutto sommato ha retto alla crisi. Nel 2011, nonostante la performance negativa dei mercati, i prodotti negoziali hanno tenuto (+0,1%), mentre gli altri hanno ceduto terreno. «Ma nel primo trimestre di quest’anno, per effetto dei rimbalzi dei mercati, tutte le linee di investimento delle forme pensionistiche hanno migliorato sensibilmente i rendimenti», ha aggiunto Finocchiaro. Certo, il rendimento del Tfr resta un traguardo lontano, a causa della ripresa dell’inflazione, cui il Trattamento di fine rapporto è legato (+3,5%). Ieri, durante la relazione, è emerso anche il tema delle Casse previdenziali, passate di recente sotto il controllo Covip. A sollevare l’argomento è stato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che ha di nuovo chiesto alle Casse di dare garanzie sulla sostenibilità per i prossimi 50 anni e sottolineando l’importanza, a questo scopo, dell’adozione del metodo contributivo. «Faccio fatica a capire», ha detto «perché facciano resistenza. Ora ce l’hanno tutti gli italiani, vale anche per i parlamentari e per i dipendenti di Camera e Senato. Mi auguro che anche le Casse privatizzate adottino il metodo contributivo. È equo, trasparente e finanziariamente sostenibile».