I dati del 1° trimestre 2012  del Report sui Mancati Pagamenti di Euler Hermes Italia rispetto allo stesso periodo del 2011 hanno fatto registrare sul mercato interno la crescita sia della frequenza (+38%), indicatore del numero dei mancati pagamenti, che della severità (+19%), analisi degli importi medi. Il mercato Export, dopo aver tenuto nel 2011, mostra evidenti segnali di deterioramento su entrambi gli indicatori: frequenza (+18%) e severità (+23%).

I mancati pagamenti in Italia – afferma Michele Pignotti, Capo della Regione Paesi Mediterranei,

Africa & Middle East di Euler Hermes e Country Manager di Euler Hermes Italia – proseguono il trend

di crescita anche nel 1° trimestre 2012. Sul mercato interno le variazioni negative più rilevanti riguardano proprio alcuni settori del made in Italy maggiormente colpiti dalla crisi dei consumi come le calzature o dal rialzo dei prezzi energetici come la carta. Mostrano difficoltà anche i settori ad alto valore aggiunto come la siderurgia, la meccanica e l’energia, protagonisti della ripresa di fine 2010/inizio 2011, che rischiano di contagiare importanti settori a valle collegati”.

Dal lato export – prosegue Pignotti – , si evidenzia un peggioramento dei pagamenti soprattutto in

termini di importi medi. Ad incidere su quest’ultimo dato, gli incrementi registrati nei settori dell’agroalimentare e l’edilizia verso le economie in difficoltà come Spagna, Grecia e Portogallo e della

meccanica e siderurgia verso l’Austria, la Polonia e la Repubblica Slovacca.

“In un clima di generale incertezza economica, specie in Europa – conclude Pignotti – le imprese

italiane hanno la necessità di restare agganciate al treno della crescita dei BRICS e delle economie in

crescita dell’Area Med quali la Turchia ed alcuni Paesi del Nord Africa, che dopo un anno di tumulti,

saranno pronti a ripartire verso una ricostruzione più solida dei principali indicatori economici”.

La distribuzione territoriale dei mancati pagamenti evidenzia il grado di sofferenza di alcune Regioni, come quelle centro-meridionali, che in periodo di rallentamento congiunturale sono le più esposte ai pro­blemi di liquidità, ampliando così il divario con le aree più dinamiche del Paese.

Nel Nord infatti Piemonte e Liguria mostrano andamenti sostenuti dell’aumento della frequenza, collegati alle specializzazioni produtti­ve di queste aree. Al Centro e al Sud la situazione si deteriora più velo­cemente, con andamenti sorprendentemente divaricati per alcuni fa­nalini di coda come Molise e Calabria, che stanno scontando, o hanno nel secondo caso appena scontato, i propri ritardi.

Dal lato della severità la situazione, pur più difficile rispetto ad un anno fa, è ascrivibile in particolare al forte peggioramento di due regioni come Emilia Romagna e Lombardia che presentano incrementi im­portanti. Alcune regioni meridionali presentano addirittura una varia­zione, seppur modesta, negativa (con la Basilicata addirittura in forte divaricazione tra i due dati), segno che l’intensificarsi degli episodi si accompagna ad importi in alcuni casi di entità minore. Un ulteriore segno che a soffrire in questa fase sono le piccole imprese che sono titolari di forniture più contenute, ma che cominciano a soffrire in mi­sura più accentuata gli effetti negativi della crisi economica e del credit crunch sul proprio circolante.