di Valerio Testi

Tra i poli industriali che stanno soffrendo maggiormente le conseguenze dello sciame sismico in Emilia c’è quello del biomedicale, rappresentato in borsa dal gruppo Sorin.

Ieri la società produttrice di apparecchi medicali, in particolare per il trattamento delle malattie cardiovascolari e renali, ha annunciato che lo stabilimento di Mirandola, tra i centri più colpiti dal terremoto, ha subito alcuni danni «con una conseguente interruzione temporanea della produzione». L’impianto di Mirandola è, tra i sette siti produttivi di Sorin, quello in cui l’azienda produce ossigenatori e kit monouso autotrasfusione, parte della business unit SorinCardiopulmonary (mentre by-pass monouso e i macchinari per il segmento cuore-polmone sono realizzati a Denver e a Monaco di Baviera). L’azienda è impegnata ora a valutare l’integrità strutturale dell’impianto per riavviare al più presto la produzione. Ieri Mediobanca Securities (target price a 1,6 euro sull’azione) ha commentato che è troppo presto per valutare l’impatto del sisma, ma vede perlopiù conseguenze nel breve termine. Sorin ha precisato di aver stipulato una polizza assicurativa che fornisce una copertura adeguata sia di fronte a danni materiali sia derivanti dall’interruzione delle attività. Di recente il gruppo aveva stimato, alla luce dell’andamento del primo trimestre dell’anno contrassegnato da una crescita organica del 3%, ricavi 2012 tendenti a 770 milioni, ebitda prossimo a 140 milioni, utile orientato verso quota 60 milioni. Salvo il sopraggiungere di eventi straordinari non ipotizzabili quale potrebbe appunto essere un terremoto. (riproduzione riservata)