di Andrea Di Biase

Di fronte al pressing congiunto di Isvap, Consob e delle banche creditrici, a partire da Unicredit e Mediobanca, il consiglio di amministrazione di Premafin, dopo oltre quattro ore di riunione, avrebbe dato il via libera alla proposta di concambi per la fusione con Unipol già condivisa da Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni, che fissa al 61% la quota di partecipazione dei bolognesi nella futura compagnia. Di fronte alla concreta prospettiva che, senza l’accordo, le banche creditrici avrebbero escusso il pegno sul 36% di FonSai, decretando di fatto l’insolvenza di Premafin, il cda della holding avrebbe accettato un concambio inferiore a quello individuato lo scorso 17 maggio. Allora il cda di Premafin si era espresso su una forchetta compresa tra 0,98% e 1,66%, mentre l’accordo raggiunto ieri fisserebbe la quota finale nello 0,85%. Ora, dunque, FonSai potrà formalizzare la proposta a Unipol, che nel giro di pochi giorni dovrebbe esprimersi, considerato che l’Isvap avrebbe concesso tempo fino a venerdì 25 per trovare un accordo tra le parti e che sempre per lo stesso giorno è in calendario un cda di Fondiaria-Sai per fissare la tempistica dell’integrazione con il gruppo bolognese. Una volta che l’intesa tra le parti sarà raggiunta potrà dunque pronunciarsi in modo definitivo anche la Consob. L’autorità di vigilanza sui mercati si è infatti riservata di decidere sull’eventuale obbligo di opa su Milano Assicurazioni solo dopo la fissazione dei concambi, per verificare che la valutazione data a quest’ultima da Unipol non sia prevalente sul prezzo di acquisto di FonSai. Se così fosse scatterebbe infatti l’obbligo di opa, ma non è detto che nei prossi giorni, anche alla luce del responso della Commissione, il piano di integrazione possa subire qualche cambiamento per evitare comunque di incorrere nell’obbligo di offerta. L’accordo siglato lo scorso 29 gennaio tra Unipol e Premafin indica infatti il coinvolgimento della Milano nella fusione come una mera eventualità. Non è escluso dunque che, almeno in un prima fase, la controllata di FonSai possa non essere coinvolta nel merger. Rimane inoltre aperto il capitolo legato alla posizione dei Ligresti in merito alla posizione della Consob, che ha condizionato l’esenzione dall’opa su Premafin al fatto che Unipol revochi la manleva concessa alla famiglia per le cariche ricoperte nel gruppo e che allo stesso tempo quest’ultima accetti di non esercitare il diritto di recesso una volta che la holding sia fusa nella nuova compagnia. Al momento Salvatore Ligresti e i suoi tre figli Jonella, Giulia e Paolo, cui fa capo il 51% di Premafin, non avrebbero ancora ufficializzato la loro posizione, anche perché le motivazioni della decisione della Consob saranno rese note solo oggi. «Non c’è stata nessuna riunione di famiglia», ha detto ieri Paolo Ligresti, «aspettiamo le motivazioni della Consob». (riproduzione riservata)