di Michele Arnese

Palazzo Chigi e ministero dello Sviluppo economico studiano come riformare le authority. Nessuna ristrutturazione sistemica come quella che aveva ipotizzato il governo Prodi, ma un intervento concentrato sull’Isvap, l’autorità indipendente che vigila sulle compagnie assicurative. C’è chi fa risalire l’obiettivo alla scarsa incisività dell’authority, visto il caso del gruppo assicurativo della famiglia Ligresti che è collassato. Tanto che la commissione Finanze della Camera presieduta da Gianfranco Conte (Pdl) sta valutando l’eventualità di avviare un’indagine conoscitiva sul caso Fonsai. Dall’Istituto presieduto da Giancarlo Giannini si respingono i rilievi del governo. Sta di fatto che il governo Monti cercherà di sfruttare una coincidenza per assegnare le funzioni dell’Isvap alla Banca d’Italia. A giugno, infatti, scade il mandato del presidente Giannini. Per questo tra la presidenza del Consiglio e il dicastero retto da Corrado Passera si pensa a un provvedimento che faccia confluire risorse e funzioni dell’authority alla Banca centrale governata da Ignazio Visco. I tempi però sono ristretti. Un decreto vagheggiato da settori dell’esecutivo è stato sconsigliato dal Quirinale: che urgenza ci sarebbe di smantellare l’Isvap? Ma un disegno di legge delega avrebbe tempi troppi dilatati e potrebbe avere difficoltà tecniche e procedurali. Così da Palazzo Chigi filtra l’eventualità che a sostituire Giannini sia Anna Maria Tarantola, già alla testa della Vigilanza della Banca d’Italia e ora nel direttorio di Palazzo Koch. La soluzione sarebbe gradita anche al vertice dell’Istituto centrale. Tarantola è ritenuta una figura adatta a traghettare l’Isvap nell’Istituto di Via Nazionale. Ma c’è anche chi ricorda, sempre in Bankitalia, che un altro uomo di Palazzo Koch, Antonio Finocchiaro, fu nominato alla presidenza della Covip (l’autorità sui fondi pensione) come primo passo per una confluenza in Via Nazionale, ancora non realizzata. A seguire il dossier Isvap nel governo ci sono il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, e il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. L’ex consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, tra l’altro, è ritenuto in ambienti finanziari una personalità che non osserva con ostilità l’azione di Sator e Palladio in contrapposizione al piano Mediobanca-Unicredit. Ma, al di là delle indiscrezioni, che non trovano una conferma ufficiale, sta per entrare nel vivo la partita delle nomine ai vertici di altre autorità. È il caso dell’Agcom, l’Autorità di garanzia delle comunicazioni: il 15 maggio scade il mandato di Corrado Calabrò. Nella Consob presieduta da Giuseppe Vegas si vocifera di un’imminente uscita di un componente della Commissione che vigila sulle società e la Borsa. da www.ilfoglio.it © Riproduzione riservata