Un primo trimestre d’anno incoraggiante per Unipol Gruppo Finanziario, chiuso con un utile netto di 33 milioni senza considerare i 5 milioni derivanti da Bnl Vita, che sarà presto deconsolidata dal gruppo dopo la definitiva cessione a Bnl. Il risultato si confronta con ula perdita di 15 milioni subita nello stesso periodo dello scorso anno. La raccolta premi Danni si è attestata a 1,06 miliardi (+8,5%), mentre la raccolta diretta Vita è cresciuta del 37% a 637 milioni. Positivo il contributo delle compagnie specializzate: la raccolta di UniSalute si è attestata a 96 milioni (+56,5%) e quella di Linear a 48 milioni (+16,4%). Migliorato anche il combined ratio del gruppo, pari a 100,3% rispetto al 105,1% dello stesso periodo dello scorso anno e al 102,1% di fine 2010. Infine, il Solvency I è pari a 1,4 volte i requisiti regolamentari. Insomma tutto procede secondo i piani, anzi «nel ramo Danni siamo anche in anticipo rispetto al piano industriale», ha detto Carlo Cimbri, amministratore delegato del gruppo Unipol. Il manager ha spiegato che «si stanno valutando operazioni infragruppo per riportare gli indici patrimoniali di Unipol Banca a livelli più elevati». Un’operazione che comunque «non sottrarrebbe risorse agli altri investimenti del gruppo né avrebbe effetti sui margini di Sovency I». Ogni punto di Core Tier I (oggi al 6,4%) per l’istituto di credito varrebbe circa 90 milioni di ricapitalizzazione. Intanto, nei primi tre mesi dell’anno Unipol Banca ha registrato un utile di 1,8 milioni rispetto agli 1,1 di un anno prima.