di Luisa Leone

Sace in Serbia con Fiat. Il gruppo assicurativo-finanziario che fa capo al ministero dell’Economia ha garantito una linea di credito della Bei a favore del Lingotto per circa 230 milioni sui 500 milioni di finanziamento complessivo per l’ampliamento dello stabilimento di Kragujevac. L’intervento di Sace si configura come una forma di sostegno all’export, in quanto la quota del prestito garantita sarà utilizzata dalla Fiatper acquistare da imprese italiane impianti e macchinari che saranno utilizzati nella nuova fabbrica serba. Insomma il sistema Italia sembra muoversi piuttosto compatto in Serbia accanto a Fiat, come dimostra anche il recente accordo tra il Lingotto eUnicredit per favorire la diffusione delle autovetture prodotte da Fiat Auto Serbia (joint venture tra Fiat al 66,7% e la Repubblica di Serbia al 33,3%) presso i rivenditori del Paese balcanico. Unicredit Bank Serbia finanzierà in esclusiva la rete di concessionari locali che acquisteranno le autovetture Fiat prodotte all’estero o nello stabilimento di Kragujevac. Intanto, l’investimento da 940 milioni di euro di Fiat Serbia per la fabbrica di Kragujevac ha fatto dell’Italia il secondo investitore straniero nel Paese e, quando si concretizzeranno gli investimenti programmati dai fornitori della casa automobilistica, potrebbe diventare il primo. Tornando a Sace, ieri il gruppo guidato dall’amministratore delegato Alessandro Castellano ha approvato ieri il dividendo che sarà corrisposto al ministero dell’Economia (azionista al 100%). Quest’anno al Tesoro andrà l’85% dell’utile registrato dal gruppo nel 2010, contro il 95% dell’anno scorso, per 310 milioni complessivi. Si tratta comunque di un assegno superiore a quello in arrivo dal dividendo di alcune grandi aziende quotate partecipate da Via XX Settembre, comeFinmeccanica ad esempio, che darà all’Economia circa 76 milioni, o Saipem che staccherà una cedola da circa 110 milioni, e Terna (che approva però domani bilancio e proposta di dividendo), da cui arriveranno 144 milioni e la cui quota è detenuta in gran parte (29,9%) tramite la Cassa Depositi e Prestiti. (riproduzione riservata)