Il dicastero di Alfano recepisce le obiezioni delle compagnie di assicurazione che avevano osteggiato il provvedimento. Adesso i tempi per la costituzione della nuova agenzia rischiano di allungarsi molto 

di Anna Messia

Sembrava tutto fatto, almeno alla Camera. Invece il provvedimento che istituisce l’agenzia antifrode assicurativa nel settore dell’RcAuto rischia di ricevere uno stop inatteso, che potrebbe rallentare di molto i tempi di avvio della nuova struttura. E soprattutto potrebbe modificarne profondamente la natura rispetto a quella delineata in commissione Finanze della Camera, che aveva dato il via libera al testo con un consenso bipartisan.

 

A scompaginare le carte è stato il ministero della Giustizia, chiamato a fornire il parere per consentire al provvedimento di essere votato in sede legislativa direttamente in commissione Finanze della Camera, evitando quindi l’aula. Tale passaggio sembrava poco più che formale anche perché la commissione Giustizia aveva già vistato il ddl. Invece il dicastero guidato da Angelino Alfano con un colpo a sorpresa ha bocciato la norma che prevede l’obbligo per le compagnie di assicurazione di presentare querela in caso di sinistri ritenuti sospetti. Un aspetto che nei giorni scorsi gli assicuratori non avevano fatto mistero di considerare inutile per contrastare efficacemente le frodi e avevano chiesto invece un’agenzia dotata essa stessa di maggiori poteri, anche di carattere investigativo. Le osservazioni del ministero sembrano quindi accogliere in pieno i dubbi dell’Ania, l’associazione che rappresenta le compagnie di assicurazione. In particolare, secondo il ministero, l’imposizione dell’obbligo di querela è ingiustificato perché la querela è per definizione «un atto di natura negoziale con il quale il titolare del relativo diritto indica il fatto per il quale si chiede l’avvio dell’azione penale». Il ministero di Alfano ha sottolineato anche come «il tenore della disposizione non consenta di rilevare in quali casi possa scaturire l’obbligo di presentare querela». Questi dubbi in qualche modo rompono il fronte bipartisan che aveva portato all’approvazione unanime del provvedimento in commissione Finanze della Camera. Ora bisognerà attendere il parere del ministero dei Rapporti con il Parlamento e, se il fronte non si ricompatterà, il provvedimento sarà inevitabilmente destinato a passare per l’aula della Camera con un allungamento dei tempi che potrebbe mettere a rischio l’avvio della nuova agenzia. Perché, in caso di passaggio positivo alla Camera, il ddl dovrà poi andare al Senato, e anche lì potrebbe incontrare nuovi ostacoli. (riproduzione riservata)