Si preannuncia un nuovo muro contro muro tra Abi e Istituto di vigilanza, che ha avviato un’altra indagine sulle commissioni. Ma il Parlamento è già pronto a disinnescare la mina con un provvedimento ad hoc 

di Luisa Leone

La situazione è ancora in evoluzione, ma un nuovo scontro Isvap-Abi sulla questione delle polizze sui mutui sembra sempre più probabile. E in Parlamento tra i parlamentari di maggioranza c’è già chi è in allerta e pronto a sponsorizzare una legge per risolvere definitivamente la questione, trasformando in legge il regolamento elaborato dall’Autorità di vigilanza.

La vicenda oppone banche e Isvap dal 2008, quando l’istituto di vigilanza ha chiesto per la prima volta agli istituti di credito di intervenire sui prezzi troppo alti delle polizze sui mutui vendute allo sportello. Dopo un’autoregolamentazione considerata insufficiente, a giugno 2010 è stato pubblicato il regolamento che ha stabilito l’impossibilità per le banche di vendere polizze sui mutui di cui siano anche beneficiarie o vincolatarie. Ma il documento è stato impugnato da Abi, Assofin, Assilea e da alcuni istituti di credito, davanti al Tar, che a ottobre ha dato ragione ai ricorrenti.

Il Tribunale amministrativo non è entrato nel merito della questione, ma si è limitato a constatare che la norma era illegittima perché non era stata sottoposta a pubblica consultazione. Per tagliare la testa al toro l’Istituto di vigilanza ha deciso, allora, di seguire alla lettera le istruzioni del Tar e ha posto in consultazione il documento. Dopo aver ricevuto le osservazioni dell’associazione guidata da Giuseppe Mussari e delle banche (il 31 gennaio), l’Isvap ha deciso di chiedere dati aggiornati in merito alle commissioni richieste per queste polizze e lo scorso 29 aprile ha inviato una lettera agli interessati, chiedendo l’invio delle informazioni relative a prezzi praticati. Gli istituti di credito avranno tempo per rispondere fino al 23 maggio. A quel punto si avrà un quadro chiaro e si potrà prendere una decisione definitiva. Ma è difficile immaginare che in pochi mesi la situazione denunciata dall’Istituto di vigilanza lo scorso dicembre (al momento della messa in consultazione del regolamento) possa essere cambiata di molto.

In quell’occasione l’Isvap contestava «prassi di mercato pregiudizievoli per i consumatori, soprattutto da parte degli intermediari bancari e finanziari che, nella concessione di mutui e finanziamenti, hanno di fatto reso obbligatoria la sottoscrizione di polizze assicurative, percepito provvigioni esorbitanti, pari in media al 51% del premio con punte dell’80% e ottenuto di essere designate beneficiarie della copertura assicurativa». Dal canto loro le banche hanno spiegato più volte che il conflitto di interessi individuato dall’istituto di vigilanza semplicemente non esiste e che abbinare una polizza al mutuo, al momento stesso della sua stipula piuttosto che in un momento successivo, risulta più agevole e conveniente per i clienti. Insomma, secondo gli istituti di credito il problema dovrebbe essere risolto solo aumentando la trasparenza sia sulle finalità che sulla possibile scelta in fatto di polizze. Di certo in ballo c’è un mercato che vale circa 2 miliardi di euro l’anno e soprattutto riguarda un tema molto sensibile anche per la politica: quello della casa. (riproduzione riservata)