L’asticella del traguardo è stata posta molto in alto: nel 2014 le Generali puntano a superare l’utile record che hanno registrato nel 2007, ossia 2,9 miliardi. Mancano ancora tre anni ma il recupero è già iniziato, come hanno dimostrato i risultati del primo trimestre 2011, presentati venerdì 13, che sono stati i migliori dall’inizio della crisi. L’utile è stato di 616 milioni, in crescita del16,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e per la fine dell’anno, se le previsioni di sviluppo saranno rispettate (il risultato operativo dovrebbe collocarsi nella parte alta della forchetta 4-4,7 miliardi), gli azionisti potranno ricevere una cedola più ricca dello scorso anno, quando il dividendo pagato si è fermato a 0,45 euro, visto che il payout dovrebbe mantenersi attorno al 40%. Intanto, guardando al primo trimestre, a crescere di più è stato il comparto Danni con un risultato operativo aumentato del 26% a 393 milioni. «I sinistri catastrofali hanno avuto un’incidenza minore», ha spiegato il direttore generale Raffaele Agrusti, «ma c’è stato anche un miglioramento del ramo auto nei principali Paesi di operatività del gruppo e di quello non auto in Italia». L’utile operativo del comparto Vita è risultato stabile a 881 milioni (+1,7%) risentendo del confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, quando per una scelta commerciale si era deciso di spingere l’acceleratore sulle polizze a premio unico. In aiuto ai conti del Leone è arrivato anche il segmento finanziario, con un risultato operativo che è cresciuto del 16,7%, benché il comparto rappresenti ancora una quota di minoranza del business della compagnia triestina (115 milioni di utile operativo). Ma proprio quest’ultimo settore dovrà crescere più degli altri, se le Generali vorranno recuperare la distanza che le separa da altri colossi assicurativi europei come Allianz e Axa. Hanno fatto bene sia Banca Generalisia Bsi («che non abbiamo alcuna intenzione di cedere», ha chiarito l’amministratore delegato Giovanni Perissinotto) e nuovi contributi alla crescita potranno arrivare dalla Russia. Generali ha già partecipato alla privatizzazione di Vtb, secondo istituto del Paese, investendo 300 milioni di dollari, e ora sta trattando per «sviluppare insieme affari non soltanto come bancassurance, ma anche con altri tipi di distribuzione», ha aggiunto Perissinotto, che ha anche confermato di non voler esercitare in anticipo l’opzione di acquisto del 49% della joint venture con Ppf. (riproduzione riservata)

Anna Messia