di Fabrizio Massaro

L’intervento di Unicredit in Fondiaria-Sai attraverso la partecipazione all’aumento di capitale va considerato come un autentico salvataggio, in assenza del quale si poteva arrivare addirittura al commissariamento del gruppo assicurativo. Di conseguenza, per la Consob non c’è necessità di pronunciarsi circa un eventuale cambio di controllo che comporterebbe nella governance di FonSai l’ingresso della banca al 6,6% e la discesa di Premafin dal 37% al 35%. È stato grazie a questo argomento giuridico che la commissione, presieduta da Giuseppe Vegas, è riuscita venerdì 13 a dare l’ok all’operazione escludendo l’opa a carico di Unicredit (e Premafin). Questo elemento giuridico ha fatto anche appianare le divergenze che si erano create all’interno dell’authority: alcuni commissari erano infatti orientati a giudicare esistente il cambio di controllo e a imporre l’opa in caso di ingresso di Unicredit in FonSai. A fornire questa via d’uscita è stata l’Isvap, che il 31 marzo ha chiesto a FonSai di procedere all’aumento, visto lo stato di crisi in seguito ai 668,7 milioni di maxi-perdita nel 2010, per evitare il rischio dell’amministrazione straordinaria. La ricapitalizzazione è fissata a 460 milioni per Fonsai e di 350 milioni per la controllata Milano Assicurazioni, così da riportare i ratio della holding attorno al 126%. In questo modo la Consob ha potuto interpretare l’accordo Premafin-Unicredit come salvataggio dell’impresa, che prevale rispetto a un eventuale cambio di controllo. La differenza con l’accordo Premafin-Groupama consisterebbe proprio nel fatto che nel novembre scorso la ricapitalizzazione di FonSai, pur opportuna, non si qualificava come salvataggio. A questo deve aggiungersi che Groupama sarebbe intervenuta in Premafin e solo eventualmente anche in FonSai. Gli aumenti dovrebbero partire il 20 giugno e concludersi a metà luglio. Subito dopo partirà la ristrutturazione aziendale affidata al neo direttore generale Piergiorgio Peluso (che si insedierà a inizio giugno), il banchiere di Unicredit che ha seguito per anni il gruppo assicurativo. Peluso lascia la divisione corporate Italia di Unicredit dopo aver chiuso il trimestre 2011 con 614 milioni di ricavi (+13,4%) e utili volati (+178%) a 155 milioni. (riproduzione riservata)