Dopo i chiarimenti richiesti dall’Authority nei giorni scorsi, era ormai nell’aria. E, ieri, il via libera di Consob alla riorganizzazione del Gruppo Fondiaria-Sai messa a punto con Unicredit, nella forma di esenzione dal lancio dell’Opa, è arrivato in via ufficiale. Come annunciava una nota congiunta della capogruppo quotata della famiglia Ligresti, Premafin, e della banca di Piazza Cordusio, «la Consob ha deliberato, a seguito del quesito trasmesso dalle società interessate, che l’esecuzione dell’operazione non comporterebbe l’obbligo di Opa sulle azioni Fondiaria-Sai». «Si ricorda – aggiunge la nota – che la menzionata ipotesi di esenzione trova applicazione, per le società soggette a vigilanza, in presenza di una ricapitalizzazione effettuata a seguito di richieste formulate da un’autorità di vigilanza prudenziale. In proposito, alla luce dei risultati dell’esercizio 2010 già resi noti al mercato, l’Isvap ha chiesto a Fonsai, in data 31 marzo 2011, di dar corso all’aumento di capitale che l’assemblea aveva delegato, con delibera del 26 gennaio, all’organo amministrativo». In altri termini, l’esenzione rientra nella casistica prevista per le società in stato di crisi e dove ci sia già stato l’intervento di un’Authority di vigilanza per sollecitare una iniezione di capitali. La Commissione presieduta da Giuseppe Vegas, dopo che nei mesi scorsi aveva imposto il lancio di una Offerta pubblica di acquisto bloccando così l’accordo stipulato nell’autunno scorso tra i Ligresti e i francesi di Groupama, questa volta, come ipotizzato da F&M del 5 maggio, ha sposato la linea dell’Isvap. Negli ultimi tempi, infatti, l’Authority presieduta da Giancarlo Giannini, alla luce di un margine di solvibilità consolidato del 97% alla fine del 2010 per Fonsai (sotto il livello di guardia del 100%), spingeva perché la ricapitalizzazione da 450 milioni avesse luogo in tempi stretti. «Le motivazioni della decisione – precisava la nota di ieri – saranno comunicate dalla Consob con separata nota», che dovrebbe essere ufficializzata entro domenica. 
Secondo quanto appreso da B&F e contrariamente ad alcune indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, la Commissione di vigilanza, a parte alcune generiche valutazioni, non sarebbe entrata nel merito degli aspetti di governance. A differenza di Groupama, che aveva chiesto un solo rappresentante nel cda della compagnia assicurativa, la banca di Piazza Cordusio ne ha domandati tre. Richiesta che aveva per l’appunto fatto scattare l’ipotesi di un controllo congiunto, con conseguente possibile imposizione dell’Opa da parte di Consob. Ma la Commissione, con la decisione di ieri, ha ritenuto che questa circostanza non rilevasse e che la priorità per la compagnia dei Ligresti dovesse essere la ricapitalizzazione. L’operazione, a questo punto, dovrebbe prendere il via verso la fine di giugno per chiudersi entro luglio.
Da ricordare che i cda di Premafin, di Fonsai e della controllata Milano Assicurazioni, per la quale il piano di riorganizzazione di gruppo prevede una iniezione di capitali da 350 milioni, nei giorni scorsi erano già stati spostati a oggi, in modo da potere deliberare anche sulle ricapitalizzazioni, una volta giunto il placet di Consob (era previsto entro metà maggio). I tre board si riuniranno anche per l’approvazione dei conti del primo trimestre (il consensus stima un rosso di 10,3 milioni per Fonsai). Slitta, infine, ai prossimi giorni l’insediamento di Piergiorgio Peluso, attuale responsabile corporate per l’Italia di Unicredit, in Fonsai come direttore generale. La mossa, ancorché indirettamente, rientra nel piano di riorganizzazione varato con la banca guidata da Federico Ghizzoni.