Più di metà (il 50,8%) delle pensioni erogate dall’Inps non supera i 500 euro al mese. La quota sale al 79% se si considera la soglia dei mille euro lordi mensili. L’11,1% dei pensionati riceve importi tra i mille e i 1.500 euro mensili, mentre solo il 9,9% percepisce più di 1.500 euro. È questo il quadro delineato nel Rapporto annuale dell’Inps. Per l’Istituto previdenziale e il governo, tuttavia, il sistema è solido, stabile e non servono nuovi interventi. Delle pensioni comprese tra 500 e 1.000 euro mensili la maggioranza va a titolari di sesso femminile. Invece nelle classi di importo più elevato, i pensionati superano le pensionate. Secondo il rapporto Inps, la spesa pensionistica nel 2010 è salita del 2,3%, con un balzo (+73%) delle pensioni di anzianità: sono stati liquidati infatti 175 mila trattamenti a fronte dei 101 mila registrati nel 2009. Nel 2011 con il nuovo «scalino» (da 59 a 60 anni) e l’entrata in vigore della finestra mobile si prevede un calo. Nel 2010 l’età media per la pensione di anzianità è stata di 58 anni per i lavoratori dipendenti e di 59 per gli autonomi. «La riforma delle pensioni definita poco meno di un anno fa ha chiuso un cantiere, avendo costruito un edificio solido, stabile, indicato ormai dall’Europa come un modello», ha affermato il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, rilevando come «negli anni passati i modelli della previdenza si cercavano nei Paesi scandinavi, oggi, possiamo dirlo con soddisfazione, è l’Italia a svolgere il coraggioso ruolo di pioniere dei sistemi pensionistici moderni», potendo vantare «una stabilità finanziaria e un’equità invidiabile». Mastrapasqua ha aggiunto che il «lungo complesso di riforme è innanzitutto una garanzia per i più giovani. La pensione ci sarà anche per loro». Per costruire già da oggi le garanzie per il domani, «accanto alla necessità di una crescita economica del sistema c’è una necessità che deve essere ribadita ai giovani e ai meno giovani: bisogna lavorare più a lungo». Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha assicurato che il governo non farà «nessun nuovo intervento» sulle pensioni. «Non ce n’è motivo, il sistema è stabile e sostenibile». Nel 2010 l’Inps ha condotto presso le aziende oltre 88 mila ispezioni che hanno portato alla scoperta di 68 mila posizioni irregolari con 12 mila lavoratori fuori norma e 65 mila totalmente in nero. Il rapporto dell’Inps sottolinea che «da questa attività è scaturito un recupero di 1,12 miliardi di contributi e premi evasi. Con l’attività di recupero crediti sono stati incassati 6,4 miliardi, l’11% in più rispetto al 2009».