La compagnia di Bologna ha imboccato la strada della ripresa. I rami Vita e Danni vanno bene anche ad aprile. Resta il focus sulla banca ma per l’ad Cimbri è tutto sotto controllo. E ora anche le coop vendono servizi 

di Anna Messia

Per quest’anno, come del resto non era difficile immaginare, gli azionisti di Unipoldovranno stringere ancora un po’ la cinghia e pazientare prima di ricevere la tanto attesa cedola.

Ma la strada della ripresa è stata imboccata e l’amministratore delegato del gruppo assicurativo di Bologna, Carlo Cimbri, che ha preso le redini dell’azienda a inizio 2010, è pronto a spendere parole di rassicurazione: «Se il trend di inizio anno proseguirà», spiega a MF-Milano Finanza, «gli azionisti torneranno presto a ricevere il dividendo, come del resto è giusto che sia». Rimettere le cose in ordine, dopo la perdita di 769 milioni subìta nel 2009, non era cosa facile. Nel 2010 c’era già stata l’inversione di tendenza, con la chiusura del bilancio in positivo per 71 milioni. Ma la crisi non era stata ancora archiviata visto che la capogruppo aveva chiuso in rosso per 63,7 milioni. Quest’anno, quindi, dovrebbe essere quello decisivo per mettersi definitivamente il passato alle spalle. I risultati positivi del primo trimestre, comunicati al mercato la scorsa settimana, sembrano trovare conferma anche nei numeri di aprile che stanno arrivando in questi giorni sul tavolo del numero uno del gruppo. E il traguardo dell’utile di 250 milioni, da raggiungere entro il 2012, non appare così lontano.

Mentre positive sorprese potrebbero arrivare da nuovi canali distributivi.

Domanda. Andiamo per ordine. Cosa emerge dai dati che sta ricevendo?

Risposta. L’andamento positivo del primo trimestre, che ha chiuso in utile per 33 milioni, è proseguito ad aprile, sia sul ramo danni sia su quello vita. Un trend che si è rivelato migliore delle nostre attese.

D. Eppure nel comparto vita ci sarà presto la fine della partnership con Bnl Vita, che nel trimestre ha portato premi per 754 milioni.

R. Lo scioglimento della joint venture, che si concluderà a breve, era già previsto da tempo ed era stato incluso nei numeri e negli obiettivi del piano industriale. Bnl Vita continuerà, ancora per un po’, ad essere consolidata, ma escludendone l’apporto, il nuovo perimetro del gruppo, che include anche le due compagnie acquisite, Arca vita e Arca assicurazioni (non consolidate nel primo trimestre 2010, ndr) mostra un crescita del vita del 37%, a 637 milioni. E togliendo anche Arca la raccolta vita del primo trimestre risulta stabile.

D. E ad aprile com’è andata?

R. C’è stata un’accelerazione grazie alla raccolta di una nuova index linked a capitale garantito che, sempre a perimetro invariato, senza Arca e senza Bnl Vita, ha evidenziato una crescita della raccolta del 5%. In linea con le attese del piano grazie anche alla tenuta del settore finanza.

D. Eppure nel vostro portafoglio non manca qualche investimento Pigs. Come la Grecia, che ormai sembra a rischio default.

R. È vero ma non è una situazione preoccupante. In Grecia abbiamo non più di 30 milioni di esposizione netta.

D. Tornando al danni, anche in questo caso il recupero non sembrava facile. Il combined ratio, indice di redditività, a marzo dello scorso anno, era del 105,1%. Insomma pagavate più di quanto incassato..

R. Abbiamo lavorato intensamente tanto che nel primo trimestre di quest’anno il combined è sceso al 100,3% ed entro l’anno contiamo di riportare l’equilibrio tecnico. In questo caso l’andamento del ramo danni è stato migliore del previsto, e ad aprile c’è una conferma del calo delle denunce dei sinistri nell’Rc auto, con il premio medio che continua ad aumentare a un ritmo del 4,9%. Abbastanza per i nostri obiettivi che prevedono un combined ratio del 97,5% entro la fine dell’anno prossimo.

D. Avete fatto nuove manovre di aumenti tariffari?

R. Non quest’anno. Gli interventi fatti finora sono sufficienti. Gli incrementi che stiamo registrando sono la conseguenza di ritocchi decisi a novembre 2010 che vengono applicati ai vecchi contratti man mano che scadono.

D. C’è però un altra attività che non sembra andare altrettanto bene nel gruppo. Quella legata ad Unipol banca. Come stanno le cose?

R. In effetti se si guarda al trimestre quello bancario è il segmento che ha marciato più lentamente degli altri. Stiamo focalizzando l’attività sullo small business rivolgendoci alle imprese che hanno un fatturato al di sotto dei 2,5 milioni. Dobbiamo riconvertire l’istituto e smontare vecchi stock, è un’attività che richiede tempo. Ma la banca ha chiuso il trimestre in utile per 1,8 milioni, meglio dello stesso periodo dello scorso anno, che aveva chiuso con un risultato di 1,1 milioni.

D. Eppure si è parlato di un possibile aumento del capitale.

R. È successo che una delle principali esposizioni immobiliari della banca è andata in sofferenza. Una situazione che ha spaventato il mercato ma l’esposizione è interamente coperta da garanzie reali e noi avevamo già messo in conto un possibile peggioramento.

D. Questo esclude ipotesi di aumento di capitale?

R. Per ora non c’è nulla in programma perché il core tier 1 della banca resta al 6,4%. In ogni caso se ci fosse bisogno di un rafforzamento si tratterebbe solo di un’operazione infragruppo visto che la banca è controllata interamente e si potrebbe fare ricorso agli 800 milioni di eccesso di capitale di cui dispone la compagnia, senza chiedere assolutamente nuove risorse al mercato.

D. L’ultima novità di questi giorni riguarda la vendita dei vostri prodotti nei supermercati Coop.

R. È un progetto pilota partito in cinque ipermercati di coop Adriatica. Poi guarderemo i risultati e valuteremo insieme anche alle altre Coop se aprire alla vendita su scala nazionale. (riproduzione riservata)