La Geneva Association, la think tank internazionale di cui fanno parte i ceo delle maggiori compagnie assicurative al mondo, ha espresso la propria preoccupazione rispetto ai cambiamenti nella normativa del settore e ha sollecitato i governi a tenere in maggiore considerazione la specificità del mondo assicurativo rispetto a quello bancario.

In occasione dell’assemblea generale, tenutasi lo scorso 25 maggio a Rio de Janeiro, sono stati infatti pubblicati i risultati di una ricerca che ha coinvolto oltre 80 top manager assicurativi internazionali.

Parlando a margine dell’evento, Patrick M. Liedtke, segretario generale e managing director dell’associazione, ha detto: “Gli sforzi che la comunità internazionale sta mettendo in atto per redigere una normativa tale da contenere i rischi sistemici su scala mondiale non hanno ancora tenuto conto delle specificità del comparto assicurativo e questo avrà delle conseguenze, non solo per il nostro settore, ma anche per gli assicurati e per l’economia in generale”.

Il segmento assicurativo non sarà solo chiamato ad ammortizzare i contraccolpi finanziari che ricadranno su individui e imprese, ma dovrà anche collaborare con i governi per fronteggiare la questione sanitaria e le implicazioni dell’allungamento della speranza di vita. Al momento il volume dei premi globali ammonta a 4.06 trilioni di dollari, ovvero il 7% del PIL mondiale.

Gli esponenti del settore assicurativo hanno più volte espresso il loro disaccordo nell’applicazione di metodologie tipiche del comparto bancario all’industria assicurativa. Nello studio della Geneva Association è emerso ancora una volta questo dato: l’87% degli intervistati ha detto di attendersi un peggioramento rilevante delle condizioni qualora fossero applicati standard finanziari validi per le banche anche al comparto assicurativo.

Il 73% dei rispondenti ritiene inoltre che le tariffe delle polizze saranno influenzate dal cambiamento normativo, a causa dell’aumento dei requisiti capitali e gestionali. Il 75% pensa che il nuovo quadro normativo avrà delle conseguenze pesanti sul piano dell’asset management, limitando gli investimenti. Tre quarti degli intervistati hanno inoltre aggiunto che la nuova regolamentazione avrà un impatto anche sulla capacità dell’industria di assicurare determinati rischi.

Agli intervistati è stato anche chiesto un parere in merito alla normativa sugli istituti finanziari sistemicamente importanti, i cosiddetti SIFI, attualmente in fase di discussione presso il Financial Stability Board e l’International Association of Insurance Supervisors, iniziativa partorita dal G20. La stragrande maggioranza degli intervistati (92%) ha espresso dubbi in merito all’effettiva comprensione degli elementi che distinguono il settore assicurativo da quello bancario nella definizione della nuova normativa. La Geneva Association ha poi sottolineato l’importanza del contributo di esperti provenienti sia dall’industria assicurativa che dal mondo accademico per delineare i modelli di riferimento per i due comparti.

Una nota ha anche affrontato il tema dei rischi legati al cambiamento climatico. In un comunicato, l’associazione ha ricordato di aver ripetutamente sollecitato i governi, in particolar modo dei Paesi in via di sviluppo, per creare un quadro economico e normativo idoneo a garantire che i sistemi assicurativi proteggano contro i rischi ambientali.