Il perdurare della crisi finanziaria si fa sentire sui conti Sace. L’utile netto dell’assicuratore controllato dal Tesoro nel primo trimestre è stato pari a 67,4 milioni, in calo del 39,6% rispetto al primo trimestre 2010, quando era stato di 111,6 milioni. Una flessione che va ascritta in particolare al minor contributo della gestione finanziaria che lo scorso anno era stata particolarmente favorevole. Il risultato del conto non tecnico è stato infatti di 38,9 milioni, contro i 90 milioni dello scorso anno. E poi c’è stato un aumento delle riserve di circa 20 milioni, conseguente all’incremento dei rischi nel Nordafrica. Stabile invece la componente operativa, con i premi che sono stati di 100 milioni rispetto ai 110 milioni del primo trimestre 2010. Mentre i sinistri sono risultati in calo a 7,4 milioni, rispetto ai 13,9 milioni dell’anno scorso. «I risultati sono coerenti con gli obiettivi del piano industriale 2011-2013», ha spiegato l’amministratore delegato Alessandro Castellano. «L’andamento dei volumi, in diminuzione rispetto al trend degli ultimi due esercizi, è in linea con quanto registrato a livello mondiale dalle altre società di credito all’esportazione e riflette la continua incertezza del quadro macroeconomico». In uno scenario ancora caratterizzato da forti squilibri economico-finanziari e instabilità politica in diverse aree geografiche, «Sace conferma il ruolo anticiclico», ha aggiunto. Russia e Turchia si confermano i primi due Paesi esteri per esposizione nel portafoglio, rispettivamente con 4,5 miliardi e 1,7 miliardi di euro di operazioni assicurate, (riproduzione riservata)

Anna Messia