«È la prima volta che vi parliamo di aumento. Non era mai successo e considero molto positiva questa operazione che viene a valle di quattro anni di grande distribuzione di dividendi». Così il consigliere delegato Corrado Passera si è rivolto ai soci in apertura di assemblea. E dagli azionisti, al termine di un’assise fiume durata quasi nove ore, è arrivato il via libera alla ricapitalizzazione da 5 miliardi che dovrebbe partire lunedì 23 maggio per concludersi entro fine giugno. Con un’approvazione a maggioranza, l’assemblea (cui ha preso parte il 58,09% del capitale) ha dato la delega al cdg di definire le modalità dell’operazione. E il consiglio, che si è riunito subito dopo, a sua volta ha dato delega al presidente Andrea Beltratti e all’ad Passera a proseguire l’iter per l’aumento e a presentare alla Consob il prospetto informativo relativo all’operazione. Il prossimo step sarà un nuovo cdg, che secondo indiscrezioni dovrebbe riunirsi il 19 maggio, per definire il prezzo di emissione delle nuove azioni. Beltratti si è detto ben consapevole dell’impegno richiesto ai soci, ma è fiducioso di poterli ricompensare, in futuro, con i risultati. «Dei soldi che affiderete alla banca ne faremo il miglior uso possibile», ha promesso Beltratti, spiegando che «l’aumento consente alla banca di affrontare lo scenario futuro da una posizione di maggior forza». Il presidente del cds Giovanni Bazoli ha poi spiegato che con questa operazione «la banca guarda al futuro» e che Intesa Sanpaolo «è pronta a crescere e a contribuire alla crescita del Paese». Bazoli ha aggiunto poi che la ricapitalizzazione «è funzionale alla realizzazione del piano, ma non ne costituisce una condizione». Passera ha poi ricordato che il piano 2011-2013/2015 risulta essere «impegnativo», ma certamente «solido, bene equilibrato e sostenibile» e che le attività internazionali cresceranno, ma l’Italia rimarrà il mercato di riferimento. In sede di assemblea, dove hanno partecipato tutti i grandi soci (presenti le fondazioni con il 28,3% del capitale, ma assente il Credit Agricole che è sceso nel capitale dal 5,163% al 4,99%), i vertici di Ca’ de Sass hanno poi parlato di altri temi. In merito alla quota Bankitalia, di cui Intesa detiene il 42,2% per un valore di 624 milioni, Bazoli ha spiegato la quota non è né consolidata né rivalutata, mentre Passera ha detto che «sarebbe utile venderla» e che non serve a niente. «Anzi, ci costa anche in termini di capitale», ha risposto l’ad che è fiducioso di rientrare completamente sull’investimento della Tassara, mentre su Risanamento pensa «non solo di non perdere nulla, ma di fare anzi un congruo guadagno». Quanto a Banca Fideuram, Passera ha confermato che «il processo di quotazione continua» e che «l’autonomizzazione di questa entità prosegue e si concluderà con lo sbarco in Piazza Affari per cui verrà scelto il momento migliore».