Ferrari (Assosim): sì a maggiori competenze manageriali nei cda e a scadenze sfasate per i consiglieri. Casiraghi: da semplificare il sistema di controlli. Si muovono anche Assonime e Assogestioni 

di Francesco Ninfole

La corporate governance delle società quotate torna sotto i riflettori dopo l’intervento di Paolo Scaroni di lunedì, in occasione dell’incontro annuale della Consob. Competenze manageriali nei cda, responsabilità e contributo dei board sulle strategie, rotazione graduale dei consiglieri, semplificazione del sistema di controlli: sono questi i temi più caldi sollevati dall’amministratore delegato dell’Eni, che ha chiesto una svolta rispetto a un sistema divenuto negli anni «barocco», nel tentativo di adattare il modello inglese al contesto italiano. Oggi da parte dei regolatori c’è un atteggiamento più aperto al dialogo, come dimostrano i tavoli aperti da Giuseppe Vegas (Consob) e lo stesso invito a Scaroni a partecipare alla relazione annuale della commissione (è la prima volta che interviene un esponente del mercato).

Le associazioni di categoria non vogliono perdere l’occasione e sono al lavoro per proporre miglioramenti sul governo societario. Assosim, per esempio, condivide in pieno le parole di Scaroni: «Ho apprezzato il richiamo alla necessità di maggiori competenze manageriali nei cda», spiega a MF-Milano Finanza il vicepresidente Massimo Ferrari. La questione delle competenze è stata di recente sollevata da Assosim in colloqui a porte chiuse con la Consob. «Si possono introdurre miglioramenti per via legislativa o regolamentare. Ma potrebbe bastare anche un rafforzamento del codice di autodisciplina e una più estesa informativa sui consiglieri». Tra le proposte in tema di competenze, Ferrari suggerisce «la formulazione di un parere dell’autorità di vigilanza, oppure la definizione di linee guida da parte dei comitati nomine e remunerazione». Assosim condivide anche la proposta di scadenze non contemporanee dei consiglieri. «Un cda che scade tutto insieme priva i comitati della piena operatività per quasi un anno su tre», ha detto Scaroni. Tra le priorità c’è anche la semplificazione: «Bisogna far pulizia nella normativa per ridurre gli oneri e a carico delle società», osserva Ferrari (che ha esperienze professionali in Consob e Assogestioni e oggi è docente di Finanza alla Luiss e responsabile di audit advisory in Unicredit). In particolare, per ridurre le duplicazioni, «si potrebbe partire dal sistema di controlli e fare in modo che la funzione di vigilanza sia accentrata nel collegio sindacale e non dispersa tra numerosi organi». A tal proposito, Ferrari (sulla scia dell’ad Eni) indica come esempio l’organismo di vigilanza figlio della 231.

Sulla necessità di semplificare i controlli è d’accordo Rosalba Casiraghi, presidente di Nedcommunity, l’associazione degli amministratori indipendenti, che tuttavia è più critica su un numero eccessivo di manager nei cda («può accentuare il fenomeno dell’interlocking e penalizzare la diversificazione delle competenze») e sulla rotazione graduale dei consiglieri: «Sarebbe un danno per le liste di minoranza. Già oggi di fatto non c’è mai un ricambio contemporaneo di tutti i consiglieri». Casiraghi ricorda che le proposte, anche quando condivisibili in linea di principio, devono essere concretizzate in modo da non provocare conseguenze indesiderate. Sulla governance sta lavorando anche Assonime: è in via di finalizzazione un rapporto di una cinquantina di pagine, che verrà diffuso nei prossimi giorni. L’associazione ha aperto quattro gruppi di lavoro: uno di questi in particolare, coordinato da Alessandro Pansa, ha per oggetto il riordino del sistema dei controlli societari (gli altri gruppi invece riguardano servizi pubblici, legge fallimentare e mercato interno). Gli organi direttivi di Assonime, che su questi temi si sono già riuniti a marzo, si incontreranno di nuovo la prossima settimana. Quanto ad Assogestioni, con ogni probabilità il presidente Domenico Siniscalco parlerà anche di governo societario nell’audizione che terrà oggi alla commissione finanze della Camera. Non bisogna poi dimenticare l’azione delle singole società: proprio Scaroni, dopo averne anticipato i temi principali, ha aggiunto che Enipresenterà presto proposte dettagliate sulla governance. Tutto questo mentre in Europa è aperto il dibattito sul Libro Verde sulla governance della Commissione Ue, che potrebbe concludersi con una nuova direttiva di Bruxelles. (riproduzione riservata)