Mediobanca è il perno attorno cui ruota il sistema di potere delle Generali. Con una quota del 13,46% di Trieste, Piazzetta Cuccia e suoi delicati equilibri si riflettono nella gestione della prima compagnia italiana. Per questo, i francesi hanno un loro peso e un vicepresidente, Vincent Bolloré, nel governo delle Generali. Ma non possono deciderne le sorti né fare affari senza il consenso di Piazzetta Cuccia come dimostrano le recenti vicende del defenestra mento del banchiere capitolino Cesare Geronzi (di cui pare fossero all’oscuro non solo i soci francesi,ma anche l’asse del premier Silvio Berlusconi, ovvero la figlia Marina e l’amico Ennio Doris) e il tentativo, fallito, da parte di Groupama di mettere le mani su Premafin e Fonsai. Proprio il salvataggio del gruppo dei Ligresti, cui fa capo il 4,062 di Mediobanca, ridisegenrà il sistema di equilibri. È una manovra voluta dalla Unicredit di Fabrizio Palenzona che non è ostile ad Intesa, alle Fondazioni e al costruttore editore Francesco Gaetano Caltagirone. Una mossa che allontana ulteriormente le ambizioni dei francesi sulle ipotesi di fusione per compagnie assicurative come Axa o Groupama.