Il seggio all’interno del board del Santander spettante alle Generali si avvia a essere ricoperto nuovamente da Antoine Bernheim. E poco importa, a quanto pare, se l’ottuagenario manager dall’aprile del 2010 (quando al suo posto era stato nominato Cesare Geronzi, poi sostituito da Gabriele Galateri) non è più il presidente della compagnia del Leone. A indicarlo sono i documenti sull’assemblea annuale dei soci del gruppo spagnolo guidato da Emilio Botin, tra l’altro caro amico di Bernheim. Quest’ultimo viene dunque proposto per un nuovo mandato, della durata triennale, quale amministratore per il seggio nel board spettante a Generali, azionista con lo 0,5% del capitale. Il nuovo mandato, hanno precisato fonti vicine al gruppo triestino, è «a titolo personale», mentre il Santander ha preferito trincerarsi dietro un secco «no comment». Insomma, il concetto è piuttosto simile a quello applicato in Unicredit con Farhat Bengdara. Che, entrato nel board di Piazza Cordusio come rappresentante dei soci di Tripoli, ora non è più governatore della Banca Centrale Libica. Tornano all’ex presidente del gruppo triestino, resta il fatto che i suoi rapporti con il Leone stanno attraversando una fase critica: secondo recenti indiscrezioni di stampa, Bernheim, che continua a ricoprire la carica di presidente onorario di Generali, avrebbe incaricato uno studio legale parigino di scrivere al cda della compagnia avanzando una richiesta di risarcimento di 20 milioni «oltre ai danni morali». L’azione legale sarebbe stata promossa «con l’unico obiettivo di sottolineare l’assurdità della somma pagata come buonuscita all’ex presidente Cesare Geronzi», che si avvia a ricevere 16,6 milioni.