Per Michael Diekmann sono necessari nuovi interventi per spingere la ripresa di Atene. «La Grecia non può essere salvata ristrutturando il debito – ha dichiarato alla Bild il chief executive di Allianz – e non possiamo di risolvere il problema con altri soldi. È indispensabile un piano industriale per il Paese, paragonabile al Piano Marshall». L’opinione di Diekmann, notava ieri la Cnbc, non è certo isolata. «La Grecia ha bisogno di essere sorretta da un pacchetto di stimoli economici», sottolineava ieri in un’intervista al network televisivo Usa Jörg Hinze, economista dell’Hamburg World Economy Institute. «Il Paese non ha una solida industria», ricorda invece Martin Knapp, capo della Camera di commercio greco-tedesca. Turismo e shipping contribuiscono con il 20% ciascuno al Pil del Paese, e i maggiori esportatori di Atene sono business familiari attivi nei latticini. È ineluttabile un balzo in avanti. «Dovremmo spostare nel Paese lavoro e produzione da tutta l’Europa. Che cosa ci impedisce di ricollocare impianti produttivi in Grecia invece che in Europa orientale o Asia? Un intervento del genere aiuterebbe immensamente la Grecia a rimettersi in piedi», suggeriva Diekmann nell’intervista alla Bild.