Diplomazie veronesi al lavoro per sancire l’annunciata alleanza tra la Fondazione Cariverona e la Cattolica

Assicurazioni attraverso l’ingresso della Fondazione tra i soci della compagnia veronese con una quota

massima del 2,5 per cento. Sembra destinata a prendere la forma di un investimento di oltre 25 milioni la

«proficua e duratura» collaborazione evocata sabato scorso da Giovanni Sala, vicepresidente della Fondazione,

nell’assemblea di Cattolica, a cui ha partecipato in virtù della piccola quota già detenuta. L’entità finale della partecipazione sarebbe legata ai vincoli dello statuto di Cattolica, una coop in cui vigono il voto capitario e regole precise per l’iscrizione a libro soci. In particolare, il socio persona giuridica può essere titolare di una percentuale di capitale non superiore al 2,5%: se tale quota è superata, in base allo statuto «l’esercizio dei diritti non patrimoniali

del socio rimane sospeso». È, quindi, all’interno di tale soglia che la Fondazione veronese intenderebbe muoversi per collaborare in qualità di socio con Cattolica. Tempi e modi dell’ingresso sono ancora da definire. Un primo legame tra le due istituzioni ha già preso forma con la nomina nel cda di Cattolica di Giovanni Maccagnani, uomo vicino al sindaco di Verona Flavio Tosi e già membro del consiglio di Fondazione Cariverona. L’ingresso di Maccagnani nel cda di Cattolica, in cui siede da vicepresidente anche il presidente di Pop Vicenza, Gianni Zonin,

primo azionista di Cattolica, ha fatto dell’assicuratrice veronese uno degli snodi di un asse politico-finanziario tra Verona e Vicenza che avvicina sempre più Fondazione Cariverona, Cattolica e Popolare di Vicenza.