Jean-Laurent Bonnafé va dritto verso la poltrona di direttore generale di Bnp Paribas. Al suo predecessore, BaudouinProt, andrà invece l’incarico di presidente a partire dal 31 dicembre 2011, data in cui Michel Pébereau, attuale presidente della banca francese, uscirà di scena. Bonnafé, invece, dovrà attendere l’ok definitivo del board. Anche se sono in molti a Parigi a dare la partita già per conclusa. «Il vero vincitore è senza dubbio Bonnafé», spiega un banchiere che sottolinea come Prot ha dovuto, in questi anni, affrontare momenti difficili. Sempre accanto al presidente Nicolas Sarkozy, Prot non si è mai scoraggiato. Anche perché la sua banca, pur soffrendo per i derivati e le tensioni sui mercati, ha dimostrato di essere più forte delle rivali e di poter gestire operazioni di sistemacome quella del salvataggio della belga Fortis. Tuttavia, secondo indiscrezioni, l’esposizione ai debiti sovrani dei Paesi del Sud Europa ha di nuovo creato turbolenza attorno a Prot che, proprio nei giorni scorsi, si è affrettato a definire «assolutamente assorbibile» l’impatto (1,2 miliardi) della ristrutturazione del debito greco. Tensioni che, secondo i bene informati, sono anche rafforzate dal teso clima politico del momento con la campagna elettorale per le presidenziali 2012 già entrata nel vivo. Bonnafé, invece, è l’uomo giusto al momento giusto, l’uomo delle ristrutturazioni. È stato lui a tirare le fila del blitz francese sulla Bnl del 2006 e si è poi trasferito a Roma per diversi anni per seguire da vicino l’integrazione. Poi è ripartito, nel 2009, alla volta del Belgio dove ha concretamente guidato la ristrutturazione di Fortis.Operazione, quest’ultima, che dovrebbe concludersi nel 2012. Per questo il ritorno a Parigi prima della naturale scadenza del piano di risanamento è stato letto dai più attenti osservatori come il segnale di un importante cambiamento. Con l’appoggio dello stesso Prot che lo considera il suo naturale successore.Malui, Bonnafé, nonostante le indiscrezioni, ha sempre mantenuto un profilo basso dichiarando di essere rientrato in Francia per seguire da vicino le attività della banca retail. Banchiere molto riservato, il 49enne Bonnafé è una figura cresciuta nel mondo dell’economia francese che confina con la politica. Arriva in Bnp nel 1993 dopo essere stato per un paio di anni consigliere tecnico del Gabinetto di Bruno Durieux, ministro del commercio estero nel governo di Pierre Bérégovoy. Apprende rapidamente le regole del gioco e nel 2000 ha un ruolo chiave nell’operazione di fusione fra Bnp e Paribas, strappata agli eterni rivali della Société Générale. È una integrazione complessa anche perché in ballo ci sono delicati equilibri politico-sociali da gestire. Lui riesce perfettamente, ma è solo il banco di prova delle delicate operazioni internazionali con cui si conquista la stima di banchieri e politici francesi e il cui successo testimonia a favore di chi lo vorrebbe direttore generale del gruppo.