Nel primo trimestre l’industria dell’asset management registra una raccolta positiva per 1,4 mld. Rosso di 3,1 mld per i prodotti aperti. Siniscalco: prosegue la fase di transizione, i risparmiatori vogliono di più 

di Roberta Castellarin e Paola Valentini

L’industria italiana del risparmio gestito cambia rotta. Ne è prova la nuova mappa trimestrale del risparmio diffusa ieri da Assogestioni. Nel primo trimestre 2011 l’asset management ha registrato una raccolta positiva per 1,4 miliardi. Sono andati bene soprattutto prodotti assicurativi e gestioni patrimoniali, mentre il saldo per i fondi è negativo in quanto la raccolta positiva dei comparti di diritto estero non è riuscita a compensare il rosso dei prodotti di diritto italiano. «Questi dati dimostrano che non ci sono vere difficoltà per l’industria del risparmio gestito in Italia», spiega a MF-Milano Finanza Domenico Siniscalco, presidente di Assogestioni. «C’è invece uno spostamento dai fondi di diritto aperto verso un tipo di gestione differente.

 

Gli investitori preferiscono delegare le scelte di portafoglio a gestori professionali piuttosto che investire direttamente nei singoli fondi. Quindi», aggiunge Siniscalco, «se è innegabile che il mondo dei fondi aperti stia vivendo qualche difficoltà, l’industria del risparmio nel suo complesso non è certo in cattive condizioni». Tale industria in Italia gestisce oltre mille miliardi di euro. In totale la raccolta nel primo trimestre è stata di 1,4 miliardi grazie in particolare ai flussi provenienti dalle gestioni di portafoglio (4 miliardi), che hanno più che superato le uscite dai fondi (-2,6 miliardi considerando anche i 514 milioni raccolti dai fondi chiusi). A sostenere i flussi sono state le gestioni di patrimoni assicurativi che hanno registrato un boom con 5,6 miliardi di raccolta. Positive anche le gestioni di patrimoni previdenziali (540 milioni). A fine marzo gli asset delle gestioni di portafoglio ammontavano complessivamente a 511 miliardi, pari al 51% degli asset dell’intera industria. Saldo negativo, invece, per i fondi aperti; nei primi tre mesi quelli istituiti oltre frontiera da gruppi italiani (i cosiddetti Round-trip) hanno registrato flussi per oltre 2 miliardi, mentre quelli delle società estere hanno superato quota 3,4 miliardi. Un totale di 5,4 miliardi che si confronta con il rosso di oltre 8,6 miliardi registrato dai prodotti di diritto italiano. Nel periodo la raccolta totale dei fondi comuni è quindi passata in territorio negativo per oltre 3,1 miliardi. A fine marzo il patrimonio gestito in fondi aperti ammontava a 455 miliardi: il 60% è rappresentato da prodotti di diritto estero. In precedenza proprio gli esteri facevano da catalizzatore per molti risparmiatori in fuga dai prodotti italiani, mentre in questo inizio di 2011 gli esteri non sono riusciti nella stessa impresa per via dei massicci deflussi dai prodotti italiani ma anche per il rallentamento della raccolta di alcuni protagonisti stranieri.

Per offrire una fotografia più completa dell’industria, oltre alla mappa trimestrale Assogestioni da settembre al posto del comunicato mensile sui fondi aperti pubblicherà un’analisi mensile sulla raccolta di tutte le forme di gestione, che comprenda prodotti esteri, assicurativi e gestioni patrimoniali. (riproduzione riservata)