Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Alberto Nagel prova a scompaginare i piani del Montepaschi usando il pacchetto del 13% del Leone per andare all’assalto di Banca Generali e creare il «campione italiano del wealth management». Allo stesso tempo si libera della quota della compagnia che fa gola ai due grandi azionisti, Delfin e gruppo Caltagirone, presenti in maniera rilevante oltre che in Rocca Salimbeni, anche nello stesso azionariato di Mediobanca e della compagnia . Un board straordinario di domenica – in cui i due consiglieri espressione di Delfin (Sandro Panizza e Sabrina Pucci) si sono astenuti – ha acceso il disco verde a un’ops per il 100% delle azioni di Banca Generali, del valore di 6,3 miliardi da pagare interamente in azioni del Leone. L’offerta di Mediobanca, che mira a raggiungere almeno il 50% più un’azione e incorporare post-delisting Banca Generali, dovrebbe arrivare sul mercato a settembre per concludersi a ottobre.
Tempistiche sospette fra l’ops di Mediobanca su Banca Generali e quella promossa dal Monte su Piazzetta Cuccia? L’amministratore delegato della merchant bank, Alberto Nagel, dissente. «La guardiamo da almeno cinque anni, è una costante che abbiamo esaminato in lungo e in largo, con un’occasione di verifica fatta subito dopo il Covid», ha spiegato il banchiere nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli dell’offerta sulla controllata del Leone. «Abbiamo capito subito entrambi che era un’ipotesi molto interessante. Era ed è molto interessante» ha aggiunto. «Avevamo già capito che era un deal che poteva generare valore, ma negli anni ci sono state situazioni di mercato che la rendevano più difficile». In particolare, ha sottolineato Nagel, «cinque anni fa questa operazione avrebbe richiesto che Mediobanca raccogliesse capitale», mentre oggi «possiamo effettuarla» usando la quota Generali e «senza chiedere capitale ai nostri azionisti.
La mossa a sorpresa su Banca Generali è il modo migliore per Mediobanca di uscire da Generali e diventare completamente indipendente. Così gli analisti dopo l’ops da 6,3 miliardi annunciata da Piazzetta Cuccia sulla società di risparmio gestito, usando la sua partecipazione del 13,1% (valore di mercato di 6,5 miliardi) in Generali come moneta di scambio. Il rapporto di concambio è stato fissato in 1,7 azioni del Leone per ogni azione Banca Generali. Con un prezzo implicito di 54,2 euro con dividendo, corrispondente a un premio dell’11,4% e a un multiplo prezzo/utile adjusted 2026 di 15,4 volte (17,4 Fineco, 10,6 Banca Mediolanum e 8,4 Azimut), l’azione della società guidata da Gian Maria Mossa ieri è volata di riflesso in borsa: +5,17% a 51,30 euro, ma senza mai toccare nell’intraday il prezzo offerto. Mediobanca ha virato sul finale (-0,8% a 17,45 euro). Generali, sempre negativa per il venir meno di parte dell’appeal speculativo, ha perso l’1,13% a 31,60 euro.
Solo qualche giorno fa, il 17 aprile, Banca Generali ha sottoscritto con Generali Italia accordi per rafforzare la partnership strategica con le compagnie assicurative italiane del gruppo guidato da Philippe Donnet per la distribuzione di prodotti e servizi destinati alla rispettiva clientela: gli agenti di Generali Italia potranno disporre anche del mandato di consulente finanziario da parte di Banca Generali e si lavorerà al rafforzamento delle competenze distintive di Banca Generali nel settore dei prodotti assicurativi a contenuto finanziario.
La mossa a sorpresa di Mediobanca riapre il risiko bancario con un nuovo colpo di scena. Piazzetta Cuccia ha lanciato un’ops da 6,3 miliardi su Banca Generali ed è pronta a pagarla smontando la storica partecipazione nella compagnia triestina. L’operazione potrebbe avere esiti dirompenti sulle geografie della finanza e proprio per questa ragione sta già sollevando domande tra investitori e banchieri d’affari. Ecco le principali
Il Backstage di Milano Finanza con i prossimi scenari riguardanti la partita per il controllo delle Generali e di Mediobanca è uscito appena sabato 26 in edicola e su milanofinanza.it ma occorre già aggiornarlo con il nuovo coniglio tirato fuori dal cilindro dall’ad di Mediobanca, Alberto Nagel. Più che un coniglio, un leone, che viene da lontano. Come ricordato dallo stesso Nagel, l’operazione di acquisto di Banca Generali usando come forma di pagamento il 13% delle stesse Generali detenuto da Mediobanca era stata concepita cinque anni fa, ma allora fu forse una manifestazione di interesse troppo timida. Ora, dice Nagel, ci sono le condizioni, perché i numeri girano meglio
Il blitz su Banca Generali ha portato ieri sotto i riflettori i titoli della compagnia triestina e di Mediobanca, scesi rispettivamente dell’1,13% e dello 0,80%. Il rialzo del Montepaschi invece è passato quasi inosservato. La banca senese promotrice di un’ops da 13,3 miliardi su Piazzetta Cuccia ha guadagnato il 2,08%, salendo a 7,35 euro e restringendo così lo sconto sulle azioni della target al 3,12%. Il rialzo ha sorpreso qualche investitore visto che il blitz di Mediobanca su Banca Generali sembra concepito anche per complicare l’assalto di Mps. La mossa di Alberto Nagel arriva quattro giorni dopo l’assemblea delle Generali e, soprattutto, a meno di due settimane dall’assise con cui giovedì 17 aprile Rocca Salimbeni ha dato luce verde all’ops. Ai sostenitori del progetto senese il plebiscito dei soci è sembrato di buon auspicio. Ma adesso l’ops presentata da Luigi Lovaglio, voluta dal governo e appoggiata da Francesco Milleri e da Francesco Gaetano Caltagirone si scontra con un ostacolo imprevisto
Raccolta del risparmio gestito ancora positiva a marzo, nonostante il mese ad alta volatilità per via delle minacce dei dazi Usa che poi si sono concretizzate il 2 aprile con l’annuncio delle nuove tariffe da parte del presidente Donald Trump. Il mercato italiano ha registrato flussi netti per 3,7 miliardi di euro, in aumento dagli 802 milioni di febbraio, per un totale di 6,79 miliardi nel trimestre. Si tratta dell’ottavo mese consecutivo di risultati positivi, ovvero da agosto 2024, anno che poi si era chiuso con una raccolta netta positiva per 33,07 miliardi.

Il 2024 si è chiuso con un trend positivo per i finanziamenti nel settore automobilistico. Questo è quanto emerge dal Market Outlook sulla Mobility, lo studio realizzato da CRIF. Nel corso del 2024, il totale delle immatricolazioni ha registrato un incremento del 4,9%, risultato di dinamiche differenziate tra i vari segmenti: le immatricolazioni di auto nuove hanno segnato una lieve flessione dello 0,5%, mentre il mercato dell’usato ha mostrato una crescita significativa, pari al +7,8%. Guardando al credito per l’acquisto dell’auto e il leasing, il volume totale dell’erogato è cresciuto del 4,6% rispetto al 2023, con un importo medio che si è attestato sui 20.700 Euro, anch’esso in lieve crescita
 Nel 2024 sono stati quasi tre milioni i morti sul lavoro in tutto il mondo, con circa 375 milioni di incidenti non mortali. A tracciare il bilancio l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) che ieri, in occasione della giornata internazionale della sicurezza sul lavoro, ha presentato un’indagine a Ginevra, in Svizzera. Come si apprende dall’indagine, quindi, l’anno scorso si sono registrati 2,78 milioni di decessi sul lavoro (direttamente lavorando, oppure in itinere, nel viaggio tra casa e ufficio). A questi, come detto, si aggiungono 374 milioni di denunce di infortuni non mortali. L’agenzia Onu, in occasione della Giornata mondiale, evidenzia come a causa delle innovazioni tecnologiche e dei cambiamenti organizzativi o sociali, stiano emergendo nuovi rischi per i lavoratori, quali: «nuove tecnologie e processi produttivi come la nanotecnologia o la biotecnologia; nuove condizioni di lavoro: carichi di lavoro più elevati, intensificazione del lavoro dovuta alla riduzione del personale, cattive condizioni legate alla migrazione per lavoro, posti di lavoro nell’economia informale; nuove forme di occupazione: lavoro autonomo, esternalizzazione, con tratti a tempo determinato».
 La patente a crediti aggiorna la denuncia d’infortunio. Dal 16 maggio, infatti, sul sito dell’Inail sarà disponibile la nuova versione degli applicativi «comunicazione d’infortunio» e «denuncia/comunicazione d’infortunio» contenenti il nuovo campo obbligatorio, riservato all’indicazione dell’eventuale accadimento dell’infortunio in cantiere. Lo annuncia lo stesso Inail con una nota pubblicata sul sito internet. La patente a crediti. Il possesso della patente a crediti, si ricorda, è obbligatorio per imprese e lavoratori autonomi, a decorre dal 1° ottobre 2024, qualora intendano lavorare in cantieri edili, tranne nel caso in cui l’attività sia relativa a forniture o prestazioni intellettuali. La patente, in formato digitale, è rilasciata a domanda dall’ispettorato nazionale del lavoro, online, in presenza di determinati requisiti che vanno autocertificati e attestati con dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà.
 Allianz Partners ha chiuso il 2024 con un aumento del volume d’affari dell’8,7% su base
annua a 10,1 miliardi di euro e l’utile operativo in crescita del 10,7% a 333,5 milioni. La so
cietà del gruppo Allianz ha fornito assistenza a 100 milioni di clienti in tutto il mondo, gestendo 260 mila casi al giorno, per un totale di 95 milioni di casi. Il combined ratio per le
attività assicurative e di servizio è pari al97,1%

Prima riunione del consiglio di amministrazione delle Generali per deliberare sulla nomina delle cariche sociali e avviare un nuovo triennio dopo che il 24 aprile l’assemblea per il rinnovo del board del Leone ha dato l’ampia maggioranza dei voti alla lista presentata da Mediobanca. Il cda ha nominato a maggioranza ceo Philippe Donnet e presidente Andrea Sironi, riconfermati per il prossimo triennio. Sui 13 consiglieri della compagnia i tre esponenti della lista di minoranza entrati in consiglio hanno votato contro la nomina di Donnet e gli stessi tre si sono astenuti su quella di Sironi, dopo aver sottoscritto i criteri di indipendenza.

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In quattro mesi sta succedendo quello che non è mai successo in quasi 14 anni. Oggi come sempre, il campo di battaglia è lì, tra Milano e Trieste, dove si concentra quel poco o tanto che resta dei poteri forti. Da una parte Mediobanca e Generali, l’ex “salotto buono” della finanza e l’ex “magnifica preda” che custodisce in cassaforte polizze, mattoni e debiti sovrani degli italiani. Dall’altra parte le vecchie e nuove “mosche del capitale”, per dirla con l’immenso Paolo Volponi, che cercano di allungare le mani sugli ultimi gioielli della famiglia italica scampati alle grandiose svendite degli anni Novanta. In mezzo, una destra spregiudicata e affamata che da Roma, cavalcando le scorribande degli aggressori, punta a espugnare le casematte degli aggrediti.

Un protection gap a livello globale del 57%  con l’Italia che, è il dato medio degli ultimi dieci anni, riesce a fare nettamente peggio: nel Paese quel valore si attesta addirittura al 78%. Il che significa che l’Italia ha assicurato appena il 22% dei danni che subisce a valle dei fenomeni catastrofali. Sono alcuni degli elementi chiave che emergono dall’ultimo rapporto Sigma, analisi dettagliata sulle catastrofi naturali firmata dallo Swiss Re Institute e che verrà pubblicata ufficialmente oggi.  Un documento all’interno del quale si prova anche a guardare avanti e i numeri non appaiono confortanti. Il 2025 si è aperto con il dramma incendi in California che da solo ha già generato un bilancio negativo di circa 40 miliardi di dollari. Abbastanza per osservare l’anno in corso con scarso ottimismo. Ecco perché nel 2025, in linea con un trend di crescita annuale di lungo periodo che registra un aumento compreso tra il 5 e il 7%, sono attese 145 miliardi di dollari  di perdite assicurate a livello globale. Più o meno la stessa cifra del 2024 ma con un alert in più: sempre secondo l’analisi dello Swiss Re Institute, i pericoli primari come terremoti e uragani, che rappresentano il rischio maggiore, in un anno di picco potrebbero generare o anche superare i 300 miliardi di dollari di perdite assicurate.
L’entrata in vigore dell’obbligo di copertura contro le catastrofi e le calamità naturali è stata prorogata per consentire alle imprese di acquisire sul mercato le informazioni relative a prodotti in commercio e a premi applicati. E per introdurre, anche attraverso norma di legge, i chiarimenti e i correttivi necessari a rendere percorribile l’applicazione della norma. Alle imprese di grandi dimensioni restano solo due mesi di tempo, fino alla fine di giugno, dopodiché terminerà la sospensione delle sanzioni, che saranno applicate sotto forma di impossibilità di accedere agli incentivi pubblici. Per le imprese di medie dimensioni la proroga durerà fino al primo ottobre 2025 e per le micro e piccole imprese fino al primo gennaio 2026
Per stabilire l’aliquota di tassazione agevolata sulle prestazioni pensionistiche corrisposte a un soggetto che sia iscritto a più di una forma di previdenza complementare, si deve fare riferimento all’anzianità maturata in relazione alla posizione, non integralmente riscattata, accesa in data anteriore. Lo conferma l’agenzia delle Entrate nella risoluzione 29/E del 2025, rispondendo a un quesito di Assogestioni (si veda la circolare dell’associazione n. 19/25/C). Viene così risolta un’incertezza sorta a causa della pubblicazione in rete di alcuni discordanti orientamenti – probabilmente indotti da un’errata interpretazione della risoluzione 9/E del 2022 – secondo i quali si sarebbe dovuto fare rifermento all’anzianità di iscrizione al fondo che eroga la prestazione e non alla anzianità di iscrizione a forme di previdenza integrativa in generale.
La domanda ultima a cui dovrà rispondere il neo eletto consiglio di amministrazione delle Generali è se questa operazione, ossia l’offerta di Mediobanca su Banca Generali, sia o meno nell’interesse della compagnia. A quanto risulta la riunione del cda che si è tenuta ieri avrebbe affrontato solo in maniera superficiale la questione. Il board era convocato esclusivamente per la nomina del presidente Andrea Sironi e dell’amministratore delegato Philippe Donnet. Il primo, peraltro, ha incassato l’astensione dei tre consiglieri di minoranza espressione della lista Caltagirone (Flavio Cattaneo, Fabrizio Palermo e Marina Brogi), mentre il secondo il voto contrario. Il vertice in ogni caso, eletto a maggioranza, si sarebbe limitato a far sapere ai consiglieri, buona parte dei quali collegati da remoto perché in vacanza, a partire dal ceo, di non essere mai stati al corrente di quanto annunciato ieri mattina da Piazzetta Cuccia.
L’Ops lanciata da Mediobanca su Banca Generali e la contestuale uscita di piazzetta Cuccia dal libro soci della società del Leone riaprono i giochi su Trieste con esiti imprevedibili. La partita è ancora aperta e, si osserva, non affatto scontata. Ma mentre gli scenari si moltiplicano, con contromosse che potrebbero rimettere tutto in discussione, restano i fatti prima di tutto, che dicono che Alberto Nagel è pronto a sacrificare quel 13% delle Generali che ha garantito per decenni una influenza notevole sulla compagnia triestina. Un “sacrificio” che, se l’operazione Banca Generali dovesse andare a buon fine, proietterebbe a tutti gli effetti le Generali nel mondo delle public company. Fino a che punto dipenderà dalle ambizioni dei vecchi e nuovi soci, partendo da UniCredit, azionista con il 6,5% e candidato secondo molti osservatori, insieme a Intesa Sanpaolo, a colmare quella posizione storica di piazzetta Cuccia nel capitale delle Generali che per anni ha garantito a Mediobanca di imperare sugli azionisti e fare da regista nelle scelte più importanti della compagnia assicurativa, partendo dall’indicazione dei vertici del gruppo
I casi mortali di infortunio denunciati all’Inail sono aumentati del 4,7% tra il 2023 e il 2024, da 1.029 a 1.077. A crescere maggiormente sono quelli in itinere (da 239 a 280) mentre quelli in occasione di lavoro aumentano di 7 casi (da 790 a 797). Il dato emerge dal XXVI Rapporto Cnel sul mercato del lavoro rilanciato ieri, in occasione della giornata mondiale sulla salute e sicurezza sul lavoro. Gli infortuni nel corso del 2024 sono invece in calo (-3.453, pari a -0,7%). In particolare, le 8mila denunce di infortuni avvenuti in occasione di lavoro sono in calo del 19%, mentre crescono del 5% quelle relative a infortuni in itinere, avvenuti nel tragitto tra casa e posto di lavoro (+5%).
Donne più previdenti e oculate degli uomini, molto propense a risparmiare e a loro agio con la tecnologia. È quanto emerge dall’ultima ricerca condotta da Banca Sella per fotografare le abitudini delle donne italiane nella gestione dei propri risparmi, nelle scelte di investimento e nell’approccio alle esigenze finanziarie. Condotta su un campione di 650 uomini e donne con ruoli apicali in azienda, imprenditori e liberi professionisti, ha messo a fuoco comportamenti e abitudini in relazione a diversi ambiti della gestione economica e finanziaria personale e familiare. Quasi 8 donne su 10 (il 77%) hanno fatto degli investimenti negli ultimi anni, valore molto vicino all’80% degli uomini. Mentre 7 su 10 (il 68%) possiedono un piano pensionistico, più degli uomini per i quali la percentuale scende al 57%.