di Francesco Sottile

Nei giorni scorsi è stata pubblicata la Relazione annuale delle attività del 2023 svolte dal “Tavolo di coordinamento sulla finanza sostenibile”: di tale tavolo – presieduto dal Dipartimento del Tesoro del MEF – fanno parte anche Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), la Banca d’Italia (BI), la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB), l’Istituto per la vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP) e il Ministero delle imprese e del Made in Italy (MIMIT).

Nel 2023 i temi oggetto di interesse sono stati i seguenti, trattati mediante la costituzione di quattro gruppi di lavoro:

  • l’individuazione e disponibilità dei dati sui rischi climatici e naturali;
  • l’informativa di sostenibilità delle piccole e medie imprese non quotate;
  • la protezione assicurativa contro i rischi ambientali e climatici.

Gruppo di lavoro 1 – Mappatura e integrazione basi dati sui rischi ambientali e climatici delle imprese. Il primo gruppo, coordinato dalla Banca d’Italia, ha condotto un’attività ricognitiva delle basi dati disponibili per la valutazione dell’impatto di rischi climatici e ambientali. È stato inoltre avviato il progetto “Clim-fit”, avente l’obiettivo di contribuire alla diffusione di metodi e procedure utili alla quantificazione dell’impatto dei rischi fisici sulle esposizioni bancarie. In particolare, da segnalare il progetto pilota effettuato per la città di Rimini, in cui sono stati incrociati i dati inerenti le esposizioni bancarie nei confronti degli immobili della città di Rimini con quelle legate al rischio di inondazione costiera. L’obiettivo è quello di definire delle buone pratiche per la raccolta delle informazioni da parte degli intermediari finanziari e proporre una metodologia uniforme per la valutazione dei rischi.

Gruppo di lavoro 2 – Mappatura e integrazione basi dati sui rischi ambientali e climatici degli immobili di imprese e famiglie. Il secondo gruppo, coordinato dal MEF, ha effettuato una ricognizione delle basi dati esistenti relative al patrimonio immobiliare di famiglie e imprese con riferimento agli aspetti relativi all’efficienza energetica. Fra le criticità riscontrate vi è quella relativa all’impossibilità, anche per gli intermediari finanziari, (che in questo senso sono sfavoriti rispetto agli operatori europei) di accedere alle informazioni del SIAPE e della SII. Fra gli obiettivi vi è senza dubbio quello di poter migliorare l’accessibilità ai data base e per questo sono in corso anche confronti con il Garante per la protezione dei dati personali.

Gruppo di lavoro 3 – Supporto alle imprese non obbligate a redigere la reportistica di sostenibilità nel fornire informazioni standardizzate e proporzionate. Il terzo gruppo, coordinato dalla Consob, si è occupato di:

  • mappare gli obblighi normativi e di reportistica ESG, attuali e prospettici, delle imprese finanziarie e non;
  • mappare le informazioni di sostenibilità maggiormente rilevanti per le PMI non quotate
  • predisporre un template (che non sostituisce comunque quelli standard riconosciuti a livello nazionale e internazionale) contenente le informazioni ESG più rilevanti per le PMI, anche al fine di facilitare la trasmissione delle informazioni di sostenibilità nell’ambito del rapporto fra PMI e banche. Tale standard verrà sottoposto a pubblica consultazione nel 2024; verranno inoltre avviate iniziative di educazione finanziaria aventi l’obiettivo di accrescere la capacità delle imprese di minori dimensioni di fornire informazioni ESG.

Gruppo di lavoro 4 – Implementare forme di protezione assicurativa per rischi fisici e di transizione, connessi e non ai mutamenti climatici. Il quarto gruppo, coordinato dall’Ivass, si è posto l’obiettivo di affrontare il problema della sottoassicurazione dei rischi da catastrofi naturali in Italia. Fra gli obiettivi:

  • l’identificazione delle caratteristiche fondamentali di uno schema nazionale di assicurazione misto pubblico-privato contro i rischi da catastrofi naturali;
  • la riduzione del “data gap” sulle coperture catastrofali attraverso “l’acquisizione, l’elaborazione e la disseminazione dei dati, informazioni e analisi relative alle coperture assicurative contro eventi catastrofici offerte in Italia dalle assicurazioni”.

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