Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Imprese italiane sempre più sostenibili. Malgrado un contesto geopolitico incerto e sfidante (guerra, inflazione), le aziende italiane mettono nero su bianco i propri piani di sostenibilità, implementano nuove funzioni aziendali dedicate alla responsabilità sociale d’impresa (Csr) e considerano sempre più la sostenibilità come un fattore di vantaggio competitivo. È quando risulta dallo studio “Seize the change” di Ey, presentato nei giorni scorsi a Milano in occasione dell’Ey Sustainability summit, frutto di un’indagine condotta su un campione di imprese di diverse dimensioni e appartenenti a diversi settori (automotive e trasporti, media e telecomunicazioni, tessile e abbigliamento, energia e servizi di pubblica utilità, salute, biotecnologie e chimica, industriale, alimentare e bevande, ingegneria e costruzioni, Ict e hi-tech). In base alla survey, circa l’80% del campione ha previsto un piano di sostenibilità con obiettivi specifici, il 65% ha definito obiettivi e azioni per mitigare il cambiamento climatico, quasi il 60% ha previsto una funzione Csr legata alla sostenibilità.
Freno all’abuso dei diritti di privacy. È eccessivo il reclamo privacy presentato dopo quasi tre anni dai fatti contestati. L’interessato non può speculare ai danni dell’impresa (titolare del trattamento). È quanto deciso dal Garante della privacy del Belgio con decisione del 19 marzo 2024, resa nel procedimento n. 47/2024, con la quale ha archiviato un reclamo ritenendolo manifestamente eccessivo, considerato che era stato promosso quasi 2 anni e 11 mesi dopo i fatti.
Il datore di lavoro non è obbligato a dare ai lavoratori una comunicazione preventiva specifica relativa ai controlli sulla regolarità degli accessi alle banche dati aziendali. Così ha deciso la Corte di cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 7272 del 19 marzo 2024, confermando il licenziamento disciplinare di un dipendente Inps, autore di numerosi accessi non autorizzati alla banca dati dell’Istituto per estrarre informazioni sui conti e sulle prestazioni previdenziali riguardanti tantissimi utenti. La Cassazione è stata interpellata sulla valutazione della legittimità dei controlli effettuati dal datore di lavoro sugli accessi del dipendente alla banca dati, in particolare, a riguardo della necessità di un’informativa specifica ai sensi dell’articolo 4, comma 3, dello Statuto dei lavoratori.
In caso di compravendita di immobile, il danno che il notaio rogante, che ha omesso di effettuare le dovute visure ipotecarie, è tenuto a risarcire all’acquirente del bene successivamente sottoposto ad esecuzione immobiliare da parte del creditore ipotecario ed aggiudicato ad un terzo, va commisurato all’effettivo nocumento sofferto dalla parte. La Cassazione, III sez. civ. con sentenza 9902 dell’1¼/2024 ha cassato la sentenza impugnata con rinvio alla Corte d’appello di Napoli. Si verte su una domanda promossa dall’immobiliare acquirente di alcuni immobili nei confronti della società proprietaria e del Notaio dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata per ottenere il risarcimento del danno a seguito della notificazione di un atto di precetto ai sensi dell’art. 602 c.p.c.. In particolare, in tale occasione apprendeva dell’esistenza di un’ipoteca che non le era stata dichiarata dalla venditrice né era stata rilevata dal rogante.

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I nuovi rincari dell’assicurazione obbligatoria per l’automobile iniziati già nell’ultimo squarcio del 2022, cresciuti notevolmente nel 2023 fino a toccare un picco del 7,9% su base annua e ancora in corso nei primi due mesi del 2024 (7,5% a febbraio, e 6,5% a febbraio, rispetto ai valori di un anno prima) sembrano riportare indietro le lancette del tempo. Al primo decennio del secolo, quando la corsa dell’Rc auto – una componente fondamentale nella spesa delle famiglie italiane – sembrava inarrestabile. Con la liberalizzazione delle tariffe voluta dalla Ue a metà anni ‘90, le compagnie italiane si erano distinte nell’aumentarle. L’Antitrust, allora guidato da Giuseppe Tesauro, aveva svolto una prima indagine a cavallo del Duemila mettendo sotto accusa il sistema tariffario: i prezzi infatti erano costantemente più alti di quelli di altri Paesi europei come Francia e Germania. In un’altra occasione, l’Antitrust aveva anche multato alcune primarie compagnie per 700 miliardi di lire (350 milioni di euro) per essersi messe d’accordo tra di loro sulla determinazione delle tariffe.
Il meccanismo del bonus malus nell’assicurazione Rc auto, modulato su 18 classi, ha quasi trent’anni, da quando cioè è cominciata la liberalizzazione delle tariffe nel 1996. Premiare gli automobilisti virtuosi e punire quelli negligenti sembra un buon modo per gestire questa tariffa. Tuttavia in caso di incidente con colpa, il salto di due classi indietro ha sempre preoccupato gli assicurati per gli effetti che si snodano lungo molti anni. Soprattutto quando i prezzi salgono notevolmente, come in quest’ ultimo anno, le preoccupazioni aumentano. Così in molti cercano alternative che permettano di risparmiare sul premio. In effetti le alternative esistono, anche se sono poco pubblicizzate e anche poco utilizzate.
Londra sta portando avanti da anni il programma “Smarter London Together Roadmap” che punta alla condivisione dei dati, alla realizzazione di infrastrutture all’avanguardia e all’introduzione di sistemi tecnologici intelligenti negli ambiti della vita urbana con l’obiettivo di ridurre i tempi di spostamento dei cittadini e contribuire a diventare carbon neutral entro la metà del secolo. New York sta implementando una rete di sensori in tutta la città, sta investendo per modernizzare le infrastrutture e ha quasi completato il posizionamento di cassonetti intelligenti alimentati a energia solare per i rifiuti e per la raccolta differenziata. Inoltre l’amministrazione comunale ha messo a disposizione dei cittadini l’app NYC 311 che fornisce utili informazioni su parcheggi e raccolta dei rifiuti. Singapore ha lanciato già nel 2014 “Smart Nation”, programma che ha reso la città asiatica tra le più avanzate tecnologicamente e sostenibili al mondo. I sistemi di monitoraggio del traffico sono supportati programmi di analisi dati e piattaforme digitali per la gestione di ogni settore economico, che rientri nella sfera del pubblico, come del privato. Il prossimo step sarà la creazione di una rete aerea per i droni che recapiteranno pacchi e lettere, liberando così le strade cittadine da migliaia di mezzi su gomma.
Rallenta la corsa alle immatricolazioni dell’autonoleggio, soprattutto a causa della frenata del lungo termine. È questo quanto emerge dai dati forniti dall’associazione di settore Aniasa e da Dataforce, secondo le quali nei primi tre mesi di quest’anno gli operatori hanno acquistato 157 mila nuovi veicoli, un valore in crescita del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso ma decisamente più basso del più 20% di tutto il 2023. Questo risultato è il frutto dell’andamento divergente dei due grandi comparti del noleggio: quello a breve termine ha immatricolato il 71% di auto in più, arrivando a quota 43.302 unità, mentre quello a lungo termine ha ridotto gli acquisti dell’8%, a 113.747 unità. Per trovare una frenata così decisa bisogna tornare al 2020, l’anno in cui è esploso il Covid. A differenza di allora, però, il recente calo delle immatricolazioni non è dovuto a particolari timori da parte degli operatori, ma molto più semplicemente al fatto che i colli di bottiglia che avevano creato problemi nella consegna delle auto nel biennio 2021-2022 si sono completamente risolti nel corso del 2023,consentendo così all’industria automobilistica di soddisfare tutti gli ordini arretrati.
Il noleggio a breve termine spinge sul pedale dell’acceleratore nei primi tre mesi del 2024: il comparto ha registrato un incremento delle immatricolazioni del 71,13% rispetto allo stesso periodo del 2023, contribuendo così alla crescita del 5,46% dell’intero settore nel trimestre. Infatti, l’impennata dell’inserimento di veicoli in flotta del rent-a-car, che ha superato la quota di mercato dell’8,5% (più 3,2 punti), ha dato una mano a riequilibrare la flessione di auto nel lungo termine. Nel complesso, le immatricolazioni a noleggio valgono comunque il 31% del mercato, una quota rimasta inalterata rispetto al primo trimestre del 2023. Lo evidenzia un report di Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio) e Dataforce, società di analisi di mercato.
Le nuove norme in materia di Rc auto che estendono l’obbligo di assicurazione anche agli autoveicoli che non circolano su strade pubbliche o che restano fermi in garage ovvero in aree riservate, in attesa di essere nuovamente utilizzati dai proprietari, non coinvolgono però le imprese di autonoleggio, che potranno continuare a usufruire del precedente regime, ovvero la polizza “a libro matricola”. «Quest’ultima», spiega Pietro Teofilatto, direttore area fisco ed economia di Aniasa (Associazione che rappresenta in Confindustria i servizi di mobilità), «rappresenta un trattamento specifico per le grandi flotte e consente di assicurare l’intero parco auto mediante la sottoscrizione di un unico contratto. Il premio è predeterminato e viene poi rivisto a seconda che un nuovo automezzo entri in flotta o uno sia venduto a fine noleggio». Uno dei grandi vantaggi di questo sistema consiste nella possibilità di escludere dalla polizza Rc tutti i veicoli che rimangono inutilizzati, permettendo così di pagare la quota di premio relativa a ogni mezzo solo ed esclusivamente per i periodi in cui questo risulta effettivamente utilizzato. Ad esempio, spiega Teofilatto, «se un veicolo si ferma per essere venduto o è in attesa di essere rinoleggiato, l’impresa comunica la sospensione della circolazione. Per un certo periodo, dunque, la vettura non risulta a libro matricola ed è sospesa dal pagamento dell’Rc auto. Nel momento in cui ritorna in circolazione, si riparte con il pagamento dell’assicurazione».
Conoscere la velocità di guida, il consumo di benzina, i chilometri percorsi, ma anche avere informazioni su eventuali guasti dell’auto, sullo stato del motore, sulla pressione pneumatici o sulla posizione del mezzo. Sono alcuni dei dati che è possibile raccogliere e analizzare attraverso la telematica, i cui dispositivi hanno visto una diffusione crescente a bordo delle flotte, contribuendo a trasformare le auto da semplici mezzi di trasporto a veri e propri hub tecnologici. Gli ultimi dati Aniasa (Associazione che rappresenta in Confindustria i servizi di mobilità) relativi al settore, evidenziano un forte trend di sviluppo: nel mondo del lungo termine i dispositivi telematici sono passati dai 118 mila del 2014 ai 795 mila del 2020, per poi arrivare a sfiorare il milione nel 2023 (940 mila).

C’è un filo rosso, rosso come il colore di Unicredit, che unisce alcuni protagonisti della più importante partita di risiko che ancora deve definirsi sul mercato italiano del credito. La nomina di Gianni Franco Papa ad amministratore delegato di Bper Banca, avvenuta al termine dell’assemblea dei soci di venerdì scorso, 19 aprile, pone al vertice del più dinamico gruppo italiano degli ultimi anni un manager di vocazione internazionale e di scuola Unicredit. A Rocca Salimbeni, sede storica del Monte dei Paschi di Siena, da febbraio 2022 siede un altro manager con un curriculum in buona parte sovrapponibile a quello di Papa, che è Luigi Lovaglio
I problemi dei sistemi pensionistici sono ormai chiari data l’evoluzione della demografia: con meno nati, quindi meno attivi, e con una crescita formidabile del numero di anziani, i sistemi pubblici a ripartizione saranno sempre meno sostenibili, almeno se vogliono conservare questo livello di benefici. Servono misure correttive per sostenere il mercato del lavoro, la crescita e la demografia e rispettare il vincolo di bilancio, mettendo in sintonia le uscite con le entrate. Partendo dai fondi pensione, si può affermare che quella della previdenza complementare sia stata una storia di successo, ma siamo adesso di fronte a un bivio. Le adesioni purtroppo si sono fermate e ci si deve chiedere come farle ripartire. È molto utile capire quali siano le caratteristiche di chi ha aderito: l’indagine campionaria di Mefop mostra – come già i dati Covip – che prevalentemente sono uomini, residenti nel Centro-Nord, occupati di medie-grandi imprese e con titolo di studio elevato e un reddito medio alto. Chi aveva più bisogno dei fondi pensione non ha aderito. Le modifiche del mercato del lavoro ci costringono ad adattare le campagne informative al contesto digitale, con piani mirati sui social media, ma anche per i giovani e chi ha contratti instabili. Il silenzio assenso può aiutare ma serve anche un potenziamento degli incentivi fiscali e forme di opting out – coprendo i possibili costi per il bilancio pubblico.
Il gruppo, guidato dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa e controllato dalla compagnia assicuratrice, ha infatti aperto le attività in Svizzera, affidando la controllata elvetica all’amministratore delegato Renato Santi. La sede centrale è a Lugano ed è qui che si completa idealmente il cerchio, perché Banca Generali nasce dalle attività della ben nota Bsi, la Banca della Svizzera Italiana, che aveva proprio a Lugano il quartier generale, mentre a Milano la base era nella centralissima Piazza Sant’Alessandro, dove oggi sono gli uffici di Banca Generali.
L’81 per cento dei giovani tra i 20 e i 35 anni non possiede conoscenze adeguate sui fondi pensione e solo una minoranza, il 16%, ne fa uso attivo. Lo rileva una ricerca condotta da Talents in Motion e Arca Fondi sgr(è un progetto di social responsibility finalizzato ad aumentare l’attrattività dell’Italia per i talenti italiani e stranieri, favorendone la circolazione) con l’obiettivo di fare chiarezza sul livello di conoscenza e sulle conseguenti azioni dei giovani adulti sul tema della previdenza. Dal sondaggio, che è stato condotto su un campione di 1.482 intervistati (il 10% ha un’età compresa tra 20 e 25 anni, il 71 per cento tra 25 e 30 anni, il 19 per cento oltre i 30 anni), emerge una chiara volontà dei partecipanti di saperne di più sui fondi pensione (il 94 pr cento).
Informare e formare i giovani sulla previdenza complementare. È l’obiettivo di Previverso, il welfare action-lab lanciato da Arca Fondi Sgr e Talents in Motion per esplorare le sfide e le opportunità legate alla previdenza. «Con questo progetto ci impegniamo a fornire ai giovani gli strumenti e le conoscenze necessarie per navigare con sicurezza nel mondo della previdenza, promuovendo al contempo un dialogo costruttivo tra le aziende, le istituzioni accademiche e le istituzioni pubbliche – spiega Ugo Loeser, amministratore delegato di Arca Fondi Sgr –. È un’iniziativa ambiziosa, ma siamo fiduciosi che, insieme, possiamo fare la differenza per il futuro finanziario delle nuove generazioni».
Pazienti più tutelati in caso di malasanità, o di semplici errori da parte del medico o del chirurgo, massimali di risarcimento che di conseguenza si adeguano con un aumento dei premi da pagare. Sono le conseguenze pratiche del varo del decreto attuativo (Dm 232/23) della legge 24/17 sulla responsabilità degli esercenti professioni sanitarie, venuto alla luce dopo 7 anni di attesa e in vigore dal 16 marzo. La polizza, obbligatoria, deve coprire le richieste di risarcimento avanzate dai pazienti e pervenute in corso di validità del contratto sia per fatti commessi nei 10 anni antecedenti la sottoscrizione che per sinistri denunciati nei 10 successivi, in caso di cessazione dell’attività. Nei contratti stipulati dalle strutture sanitarie (ospedali, poliambulatori, Rsa, laboratori di analisi) deve essere assicurata la responsabilità civile di tutti i soggetti operanti a qualsiasi titolo. Quindi il personale medico, quello sanitario, i dipendenti o liberi professionisti convenzionati o «strutturati», anche se scelti dal paziente. Obbligato ad acquistare la polizza «a primo rischio» è anche l’«esercente attività libero professionale»: come ad esempio il medico chirurgo o quello ambulatoriale che rilascia la fattura al paziente.