Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Una spesa sempre più elevata, in crescita del 5,8% nel 2024, accompagnata da una transizione demografica che, come si legge nel Def, potrà essere “solo parzialmente compensata dall’innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento”, porteranno questo governo (e i prossimi) a dover fare i conti (spesso molto salati elettoralmente) con la necessità di arginare la spesa pensionistica. Ciò vuol dire abbandonare il sistema di quote varie emerso negli ultimi anni per tornare all’impostazione della legge Fornero, vista come un incubo da gran parte della politica italiana. Un indizio molto forte arriva dal già citato Def, ovvero il Documento di economia e finanza, approvato in Consiglio dei ministri il 9 aprile. Ma non solo; a spesa e transizione demografica si aggiunge anche la stagnazione dei salari in Italia, ormai cronica, che non potrà che incidere sull’equilibrio del sistema. Inoltre, segnali sono già arrivati dal governo in carica; non solo le strette operate nell’ultima legge di bilancio, ma anche le parole espresse dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti a fine 2023: “il problema dell’Italia è il debito, che deve essere tenuto sotto controllo altrimenti il paese non ce la fa”. Il tutto, con l’arrivo della revisione del patto di stabilità e crescita, dopo quattro anni di sospensione.
I pagamenti tra imprese tornano a passo di lumaca, come mai si era visto dal 2008. E le casse ne risentono, con un aumento della richiesta di capitale circolante. In dettaglio: il Dso (Days sales outstanding), ossia il tempo medio necessario per saldare i crediti commerciali, ha toccato, nel 2023, a livello globale, i 59 giorni, incrementando di tre giorni il dato dell’anno precedente. Mentre il Wcr (Working capital requirement), cioè il fabbisogno di capitale circolante, è cresciuto per il terzo anno consecutivo, toccando i 76 giorni di fatturato, (+2 rispetto al 2022), spinto da una crescita economica debole e da maggiori costi operativi e di finanziamento. A lanciare l’allarme è Allianz Trade, società specializzata nell’assicurazione dei crediti commerciali, che ha diffuso l’ultimo rapporto sui tempi medi di incasso di un credito e sul fabbisogno di capitale circolante.
Gli enti pubblici italiani sono un po’ più virtuosi nei pagamenti. In media, infatti, per saldare le fatture commerciali tra imprese, nel 2023, sono stati necessari 79,26 giorni. Si tratta del valore più alto registrato nel post-Covid. In area pubblica invece, il dato è di 143,44 giorni, sempre superiori a quattro mesi, ma quasi 12 giorni in meno rispetto all’anno precedente. Così, il tempo medio per saldare un credito commerciale, il cosiddetto Dso (Days sales outstanding), è stato di 84,27 giorni, nel 2023: il valore più alto da dicembre 2021 e in aumento rispetto al passato. A rilevarlo è Assifact, l’associazione che riunisce le società di factoring, che ha condotto un’indagine su un campione dei propri associati (una quota che ha generato nel 2023 un turnover, cioè il volume totale dei crediti ceduti, pari a 239,6 miliardi di euro). I pagamenti delle imprese richiedono in media quasi un giorno in più rispetto al 2022 (+0,86 giorni, +1,10%), a conferma del rallentamento nei pagamenti da parte dei soggetti privati in corso da oltre un anno.
Limiti all’obbligo di creare account per fare shopping on line (anche saltuario); stop all’eccessiva raccolta di dati (non sempre necessari) nella compilazione di formulari; al bando il passaparola sulle informazioni ricevute nelle conversazioni telefoniche o agli sportelli. La privacy, insomma, nel rapporto con i clienti, va sempre rispettata. Le cautele da osservare in questi casi sono suggerite dai più recenti interventi dei Garanti europei e della Corte di giustizia Ue (Cgue).
In tema di garanzia per vizi, quando sia stata venduta, a consegne ripartite, merce con le medesime caratteristiche di qualità, il riconoscimento del vizio della merce stessa da parte del venditore, dopo la prima consegna, esclude il verificarsi della decadenza della garanzia in relazione a vizi dello stesso genere relativi alle successive partite. Lo afferma la Cassazione, sez. 2 civ., che con l’ordinanza n. 8775 del 3.4.2024 ha rigettato il ricorso e confermato la sentenza della Corte di Appello di Milano. La vertenza origina nell’ambito del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo promosso da una società avverso il decreto con cui il Tribunale di Busto Arsizio le ingiungeva il pagamento del saldo del corrispettivo per la fornitura di calzature da lavoro di cui al contratto di distribuzione sottoscritto con la ricorrente.
Spetta al cliente dimostrare la negligenza dell’avvocato nell’adempiere al proprio mandato: lo hanno chiarito i giudici della II sezione civile della Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 6792 del 14 marzo 2024. Nel dirimere una controversia insorta tra una cliente ed il suo legale per motivi legati al pagamento del proprio onorario, gli ermellini hanno spiegato che il giudizio circa «l'(in)adempimento» di una prestazione professionale si articola naturalmente in due passaggi: il primo, relativo al concreto compimento dell’attività in se stessa; il secondo, invece, alle modalità di esplicazione, le quali dovrebbero essere improntate al canone della «diligenza professionale prescritta».
Difendersi dai pericoli della rete è una necessità quotidiana sia per le imprese sia per le persone fisiche. L’uso della tecnologia è, infatti, obbligatorio: è inevitabile, nella vita quotidiana, fare ricorso a elaboratori elettronici, ad apparecchi automatizzati e a sistemi digitali. Molto spesso l’utilizzo, però, non è pienamente consapevole e, anche per questa ragione (non completa padronanza del mezzo), si rischia di subire danni causati da delinquenti, che callidamente sfruttano le occasioni per attuare condotte fraudolente.

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Non passa alla Camera l’accordo Calderone-sindacati sulle modifiche Lontano il reato di omicidio nei cantieri, Nordio insedia una commissione. Nel testo finale viene accolta anche l’idea che una sanzione tra 6 mila e 12 mila euro alle imprese che se ne infischiano delle norme sulla sicurezza e anche della nuova patente a punti che partirà il primo ottobre era davvero poco. Quella sanzione sarà pari al 10% del valore dei lavori, con l’esclusione per sei mesi dai lavori pubblici.

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L’inflazione non ha ovviamente risparmiato le assicurazioni per le auto. Secondo i più recenti dati Ivass, l’istituto di vigilanza delle assicurazioni, a febbraio il costo medio di una Rc Auto è stato pari a 395 euro, un valore in crescita del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli aumenti, che riguardano anche i guidatori “virtuosi”, vengono giustificati dalle compagnie assicurative con l’incremento dei costi dei sinistri: sono infatti saliti i costi dei ricambi dei veicoli, della manodopera e dei risarcimenti danni alla persona.
L’ex commissario Consob Enriques sottolinea la necessità di bilanciare lo snellimento delle regole con i diritti dei soci E critica l’abolizione delle comunicazioni di internal dealing degli azionisti forti
Una frenata prolungata o un declino permanente? Le due letture si fronteggiano ed è difficile capire quale sia lo stato di salute dei Pir: alcuni sottolineano le difficoltà legislative del passato e ora anche il fatto che tanti investitori hanno preferito incassare i guadagni maturati; altri parlano di un declino quasi inesorabile, magari accentuato dalle scelte di qualche collocatore, che starebbe consigliando di cambiar cavallo dopo i guadagni, anche per ottenere nuove commissioni di sottoscrizione. Sta di fatto che i Piani individuali di risparmio (Pir) ormai da diverso tempo registrano una raccolta netta negativa. Questo mentre dagli operatori arriva l’appello al legislatore per rimodulare gli incentivi, per cercare di restituire appeal allo strumento.
Quasi nove su dieci considerano l’assistenza pubblica una priorità strategica del Paese Servizi di prossimità e telemedicina contro liste d’attesa talvolta bloccate. Secondo il sondaggio condotto da Ipsos, nel giro di due anni è aumentata dal 52% al 69% la quota di italiani che indica la salute e la sanità come priorità assolute su cui investire, con pronto soccorso, assistenza ospedaliera e prevenzione tra le aree sulle quali occorre intervenire con maggiore urgenza. In particolare, quasi nove intervistati su dieci ritengono che la sanità pubblica rappresenti una priorità strategica per il paese. Una convinzione confermata anche dal ventunesimo rapporto Ospedali & Salute “Reinventiamo il Servizio Sanitario. Come evitare la deriva di una Sanità per Censo”, promosso da Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e Censis, dal quale emerge che per l’89% degli italiani il Servizio sanitario nazionale rappresenta un pilastro della nostra società. Il 90,5% dei pazienti ritiene positiva o comunque sufficiente la qualità delle prestazioni ricevute; una soddisfazione che abbraccia in maniera uniforme tutto il territorio nazionale, incluse le aree del Mezzogiorno.
Carenza di personale, progressivo invecchiamento della popolazione e minori investimenti stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario nazionale. Un quadro non semplice, in cui si è fatta più strategica la collaborazione tra pubblico e privato, aprendo nuove opportunità per gli operatori assicurativi attivi nella sanità privata. Tra questi c’è UniSalute, società del gruppo Unipol specializzata nell’offerta di polizze sanitarie che conta circa dieci milioni di assistiti.

Pietro Giuliani cambia strada. L’inventore di Azimut, uno dei grandi protagonisti nell’industria del risparmio gestito italiano, capace di restituire ai propri soci della prima ora, in vent’anni di quotazione, 15 volte le somme inizialmente investite tra dividendi e crescita del valore dell’azione, adesso crea una banca e punta a una nuova dinamica sui mercati esteri, dove Azimut ha investito, negli anni, un miliardo di euro in acquisizioni.
Si è conclusa la 14esima edizione del Salone del Risparmio con un’affluenza di pubblico eccezionale: oltre 15.000 visitatori in presenza e più di 6.000 in streaming. Operatori, famiglie, giovani e studenti sono stati attirati dall’importanza e dall’attualità dei temi trattati negli incontri in calendario. Durante la tre giorni sono state affrontate tutte le sfide e le opportunità che l’industria del risparmio ha di fronte, nell’attuale contesto d’ incertezza e di profondo cambiamento: gli investimenti a sostegno dell’economia reale; la sostenibilità; le opportunità offerte dall’Intelligenza artificiale e dalle nuove tecnologie.
Intesa assicura e lo fa dal leader. Il gruppo guidato da Carlo Messina apre infatti la strada a una nuova prospettiva nella bancassurance, con un modello originale di business. La compagnia di assicurazioni del gruppo, ha infatti chiuso il 2023 in posizione di vertice sul mercato italiano dei Danni non auto (con una crescita del 6,9 per cento), settore questo dove primeggia Unipol, mentre nel Vita, Intesa è ai vertici delle nuove produzioni al fianco di Generali e Poste Vita. La produzione lorda Vita di Intesa nel 2023 è risultata in aumento a 15,3 miliardi di euro. Gli asset under management e si attestano a 171,6 miliardi di euro, mentre i premi del business Protezione si attestano a 1,467 miliardi, in aumento del 2,2% rispetto agli 1,435 miliardi del 31 dicembre 2022. L’utile netto di pertinenza del gruppo è risultato in crescita a complessivi 942,6 milioni di euro, con un requisito patrimoniale di solvibilità al 256 per cento.
Sul fronte del contrasto agli attacchi cyber, la metà delle piccole e micro società italiane non ha «una postura di sicurezza». Si tratta di qualche milione di imprese consapevoli dei rischi crescenti ma che non dedicano risorse finanziarie e competenze per allestire una linea di difesa digitale. Numeri enormi che non arrivano da qualche studio teorico, piuttosto dal lavoro sul campo svolto da UnipolSai, la compagnia di assicurazione che, nell’ambizione di costruire uno scenario differente, ha avviato una partnership con Start 4.0, il Centro di competenza che sviluppa e offre piani di formazione e innovazione specifici e avanzati per le aziende e la pubblica amministrazione. Ma prima di guardare da vicino la natura dell’accordo o i numeri raccolti da UnipolSai, è opportuno dare uno sguardo alla situazione attuale.

Borse. Se l’attacco dell’Iran restasse un episodio isolato i listini potrebbero non reagire male I pericoli ci sarebbero in caso di allargamento della guerra, d’impatto su energia, inflazione e tassi
L’approvazione dell’Ai Act da parte del Parlamento europeo ha un impatto diretto sulle imprese. Non solo quelle produttrici di sistemi di intelligenza artificiale, ma anche quelle che ne sono utilizzatrici, fornitrici o mere distributrici. Eppure non è ancora scattata la corsa all’adeguamento al nuovo Regolamento da parte delle imprese. Così stenta a decollare per gli studi legali un’attività consulenziale su questo fronte, mentre si assiste più a richieste di informazioni e formazione.