Le strutture sanitarie che decidono di gestire internamente, in tutto o in parte, il rischio da RC sanitaria costituiscono fondi specificamente destinati a risarcire i pazienti che hanno subito errori sanitari, alimentati da accantonamenti annuali.

Secondo i dati resi disponibili dal Ministero della Salute e pubblicati da Ivass nel suo bollettino sulla rc generale ed rc medica, nel 2021 le strutture sanitarie pubbliche hanno accantonato fondi per un importo di 433 milioni di euro, in riduzione rispetto all’anno precedente (-9,4%) e al 2017 (-26,8%), quando ha raggiunto il suo massimo.
La consistenza dei fondi complessivamente accantonati al 2021 è pari a 2.340 milioni di euro, in aumento del +19,9% rispetto al 2017.

L’ammontare degli accantonamenti e dei fondi è significativamente aumentato dal 2012, con una crescita particolarmente accentuata fino al 2017. Tale evidenza riflette la decisione di un sempre più ampio numero di strutture sanitarie pubbliche di ricorrere a forme di auto-ritenzione del rischio, miste o totali.

Ivass rileva differenze nell’accumulazione dei fondi tra le singole aree geografiche. In rapporto alla popolazione residente, il livello dei fondi accantonati per abitante risulta comparabile tra il Nord e il Sud (intorno ai 40 euro), mentre è più contenuto al Centro (poco più di 30 euro). Tale evidenza potrebbe riflettere una molteplicità di fattori, quali ad esempio differenti livelli di rischio sanitario o politiche differenziate di gestione del rischio, con un più o meno ampio ricorso ad auto-ritenzione del rischio.
A livello regionale, in rapporto al numero di abitanti, la consistenza maggiore dei fondi accantonati per abitante si registra per l’Umbria (104,1 euro), seguita dal Veneto (80,4 euro).

Gli accantonamenti e i premi pagati alle imprese assicurative per i rischi da r.c. sanitaria delle strutture sono confrontabili, essendo risorse stanziate annualmente a fronte dello stesso rischio, gestito internamente (con gli accantonamenti) o tramite ricorso al mercato (con i premi).
Per le sole strutture pubbliche, tra il 2014 e il 2021 il valore degli accantonamenti è stato sempre superiore a quello dei premi e il rapporto tra le due grandezze ammonta a circa l’1,75% nell’ultimo anno di osservazione. L’andamento dell’indicatore è correlato alla contrazione del numero di strutture che ricorrono all’assicurazione registrata nei primi anni di osservazione.