Negli ultimi tre anni il private equity ha raccolto oltre 15 miliardi di euro con investimenti che hanno coinvolto oltre 1.500 società. Il dato emerge dal convegno annuale di Aifi, l’associazione italiana del private equity.

Dai dati presentati, l’Italia risulta caratterizzata da un tasso di risparmio, rispetto al reddito lordo disponibile, pari a 9,8 con un risparmio medio per famiglia italiana pari a circa 176 mila euro. La ricchezza italiana, tuttavia, è investita prevalentemente in immobili e titoli pubblici mentre è minore la quota destinata a supporto delle imprese che non siano di proprietà.

Per questa ragione diviene fondamentale l’apporto che casse, fondi, assicurazioni e investitori istituzionali in genere possono dare per veicolare tale risparmio a supporto delle attività imprenditoriali italiane”, ha dichiarato Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi. “Il nostro è un paese ricco di famiglie imprenditoriali dove c’è un forte spazio, anche per il comparto del private banking, di investire in private capital così da alimentare i progetti di crescita e internazionalizzazione”.

Nella attività di private equity, il 2023 ha visto un calo sia nella raccolta, pari a 3,8 miliardi di euro rispetto ai 5,9 del 2022, sia negli investimenti scesi da 23, 7 miliardi di euro a 8,2 miliardi. Il segmento di mid market, operazioni con equity versato inferiore ai 150 milioni di euro, ha tenuto portandosi a 5, 2 miliardi, il secondo valore più alto di sempre.

Il mid market nel 2023 ha dimostrato di essere il focus principale degli operatori; nell’ultimo triennio sono state oltre 1.500 le società oggetto di investimento per un ammontare di circa 16 miliardi, occorre però che, in fase di fundraising aumenti la loro raccolta così che si possano moltiplicare le iniziative di investimento”, ha affermato Anna Gervasoni, direttrice generale AIFI.

Nei primi tre mesi dell’anno si sono registrate operazioni per circa 14,6 miliardi di euro di cui circa 8 miliardi relativi ad operazioni con Private Equity. Siamo dunque ottimisti, nonostante la flessione dei volumi”.