È stato presentato nei giorni scorsi il 21° Rapporto” Ospedali & Salute”, promosso da Aiop e realizzato in collaborazione con il Censis; obiettivo del rapporto quello di rappresentare un presidio annuale di monitoraggio e valutazione dell’efficacia e dell’efficienza del sistema ospedaliero italiano.

LA COMPONENTE MISTA DEL SSN

Come noto, il Sistema Sanitario Italiano si caratterizza per la sua natura mista, frutto di una componente di diritto pubblico e una di diritto privato. Tale natura mista si manifesta sia nella distribuzione dei posti letto accreditati che nelle giornate di degenza erogate: in entrambi i casi circa il 69% viene erogata dalla componente pubblica, e il restante 31% della componente di diritto privato.

In merito al riconoscimento del ruolo svolto dalle strutture private accreditate:

  • il 60,6% degli italiani le equipara a quelle pubbliche;
  • il 17,2% degli italiani le considera diverse da quelle di diritto pubblico ed è convinto che le prestazioni erogate dalle prime siano a pagamento;
  • il 22,2% non ha idee precise in merito.

Per il 68,5% degli italiani è indifferente se una struttura sia pubblica o privata accreditata, in quanto a contare è la qualità delle prestazioni ricevute; per il 55,6% la presenza del privato accreditato rappresenta una necessità, in considerazione delle difficoltà degli ospedali di diritto pubblico nel rispondere in tempi appropriati alla domanda di prestazioni dei cittadini.

LA VALUTAZIONE DEI CITTADINI

In merito al giudizio dei cittadini italiani sulla qualità del Servizio Sanitario della propria regione:

  • il 47,7% degli utenti ha una percezione positiva (di questi per un 39% la percezione è “buona”, mentre per il restante 8,7% è “ottima”)
  • il 28,1% ha una percezione sufficiente;
  • il 22,4% degli utenti ha una percezione insufficiente;
  • l’1,8% degli utenti non ha indicato la propria percezione

Come noto tali dati variano in base all’area geografica; in particolare nel Sud e nelle Isole la quantità di utenti con percezione positiva cala sensibilmente, mentre ad aumentare sono gli utenti con percezione sufficiente o insufficiente.

Tale dato è anche coerente con quello inerente la presenza di strutture di qualità per area clinica: tendenzialmente infatti, il Nord e il centro Italia presentano valori più alti di strutture con qualità alta/molto alta, mentre il Sud presenta più strutture con qualità bassa/molto bassa.

Se confrontiamo tali dati però alla qualità percepita delle prestazioni ricevute, ecco che la percentuale di soddisfazione aumenta sensibilmente, specie nelle aree del Mezzogiorno.

MOBILITA’ REGIONALE NEL SSN

Nell’ultimo anno, “il 16,3% delle persone che hanno avuto bisogno di rivolgersi ai servizi sanitari si è recato in un’altra regione, nell’ambito delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario, al netto dunque di eventuali spostamenti per accedere a prestazioni in regime privatistico, puro o intramoenia”.

Fra le principali motivazioni della mobilità regionale nel Servizio Sanitario Nazionale al primo posto troviamo la lunghezza delle liste d’attesa nella propria regione, seguita dalla volontà di ricevere un servizio migliore.

PRESTAZIONI SVOLTE NEL SSN E A PAGAMENTO

Il Rapporto rileva altresì che ogni 100 tentativi di prenotazione nel SSN, le prestazioni effettivamente svolte nel pubblico/privato accreditato sono pari al 60,6%; la restante parte, pari al 39,4% si rivolge alla sanità a pagamento. Di questi ultimi:

  • il 4,6% svolge le prestazioni in strutture private mediante polizza sanitaria;
  • il 5,1% svolge le prestazioni in strutture private con tariffa agevolata;
  • il 17,9% svolge le prestazioni in strutture private pagando di tasca propria;
  • l’11,9% svolge le prestazioni in intramoenia.

Il 51,6% degli italiani sceglie di fare una prestazione nella sanità a pagamento, senza nemmeno provare a prenotare nel pubblico.

PRESTAZIONI SVOLTE NEL SSN O NELLA SANITÀ A PAGAMENTO PER 100 TENTATIVI DI PRENOTAZIONE FATTI NEL SSN, PER CLASSE DI REDDITO

La quota di cittadini che dopo aver tentato di effettuare le prestazioni nel SSN, si rivolge alla sanità a pagamento, tendenzialmente aumenta con l’aumentare del reddito disponibile; di contro, la quota di persone che attende e svolge le prestazioni nel pubblico/privato accreditato tendenzialmente diminuisce con l’aumentare del reddito disponibile.

Il Rapporto evidenzia infine due fenomeni critici del SSN:

  • l’effetto erosivo della ricchezza: Il 36,9% degli italiani ha infatti rinunciato ad altre spese per sostenere quelle sanitarie;
  • il rinvio o la rinuncia alle cure: è stato costretto a procrastinare o a rinunciare alle cure a causa del costo troppo elevato il 42% dei redditi fino a 15 mila euro, il 32,6% dei redditi tra i 15 mila e i 30 mila euro, il 22,2% di quelli tra i 30 mila e i 50 mila euro e il 14,7% di quelli oltre i 50 mila euro”.

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