Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Anche in Italia inizia la sperimentazione sugli strumenti finanziari digitali, quotabili grazie alla blockchain. Il 18 marzo è entrato in vigore il decreto legge 25/2023, che recepisce il Regolamento Ue 2022/858. La normativa europea disciplina la creazione dell’infrastruttura (la blockchain) su cui scambiare, in via sperimentale fino al 2026, titoli digitali dal valore non superiore a sei miliardi. Il decreto italiano si occupa invece dell’emissione degli strumenti finanziari: azioni e bond delle srl o ricevute di deposito, con l’esclusione – per adesso – di strumenti più complessi come i derivati. Questi asset esistevano già in forma digitale, ma la garanzia d’immutabilità offerta dalla blockchain permetterà ai primi di essere quotati sui mercati regolamentati. La responsabilità della loro tenuta sarà affidata a Banca d’Italia e al Mef, o a banche, gestori di mercati, imprese di assicurazione stabilite in Italia e intermediari finanziari iscritti all’albo ex articolo 106 del Tub. L’istanza per entrare nell’elenco dei responsabili dei registri andrà rivolta a Consob.
Per il rinnovo dei sindaci sono state presentate solo due liste, una da parte di Assogestioni e una da parte di Francesco Gaetano Caltagirone. Mediobanca non ha partecipato. Eppure tecnicamente Mediobanca avrebbe potuto presentare una sua lista, che avrebbe probabilmente escluso Caltagirone, mentre in questo modo dalla lista presentata dall’imprenditore (che detiene il 6,46% delle quote) verrà probabilmente eletto il presidente del collegio. Se non è un ramoscello d’ulivo da parte di Mediobanca, certamente non è un atto ostile
Il proprietario di una Tesla ha avviato un class action contro la società di Elon Musk con l’accusa di consentire ai suoi dipendenti di utilizzare immagini private prese direttamente all’interno dei veicoli. I dipendenti «hanno fatto circolare registrazioni in situazioni private e imbarazzanti, senza il consenso» dei clienti, grazie ai sofisticati sistemi di telecamere nelle auto, si legge nella denuncia. Tra i vari episodi citati, che risalgono al 2019, una Tesla che colpiva un bambino in bicicletta, animali domestici in auto e diversi incidenti stradali.
Risparmio gestito protagonista della raccolta di marzo di Azimut. La società guidata dal presidente Pietro Giuliani ha chiuso il mese con afflussi pari a 621 milioni: l’83%, 513 milioni, è confluito nel gestito. Un capitolo a parte lo meritano i mercati privati, che nel mese hanno contribuito per 341 milioni (quasi 450 da inizio anno): più del totale dei fondi, di cui costituiscono un sotto-insieme. Questo significa che i private market, la cui masse sono arrivate a quasi 6,8 miliardi, sono riusciti a più che compensare i lievi deflussi registrati sui fondi comuni. Alla luce dei risultati di marzo, considerando anche il risparmio amministrato (615 milioni di gennaio), nel 2023 Azimut ha finora raccolto quasi 2,6 miliardi, due dei quali attribuibili alla componente gestita. Le masse totali della società di gestione sono così salite 83 miliardi.

Poste italiane non risponde delle transazioni online fraudolente, quando l’utilizzazione del servizio online per i bonifici può avvenire esclusivamente attraverso l’inserimento di vari codici segreti conosciuti solo dal cliente. Dunque, in caso di phishing, la condotta imprudente del correntista esclude Poste Italiane dalla responsabilità. Con l’ordinanza 7214 depositata il 13 marzo 2023 la Cassazione ha rigettato il ricorso dei correntisti. I ricorrenti avevano espressamente disconosciuto, nell’ambito del rapporto contrattuale fra loro e Poste Italiane, l’operazione contabile di addebito sul conto corrente di cui essi erano titolari della somma di 6 mila euro, oggetto di ordine di bonifico online in favore di terzi. Tuttavia, risulta che i livelli di sicurezza dei sistemi informatici di Bancoposta on line di Poste Italiane Spa sono stati certificati da appositi enti certificatori secondo i più rigorosi ed affidabili standard internazionali.

Testo unico della finanza, una mini riforma all’insegna della semplificazione

Testo unico della finanza, primo sì a una mini riforma all’insegna della semplificazione: 24 articoli del decreto legislativo 58/98 modificati, integrati o abrogati, nuovi poteri a Consob per sanzionare anche l’attività pubblicitaria riferibile a soggetti non autorizzati, spinta sulla dematerializzazione delle quote delle pmi e misure in materia di educazione finanziaria. Sono alcune delle più significative novità che porta in dote il disegno di legge recante interventi a sostegno della competitività dei capitali approvato ieri in Consiglio dei ministri. L’articolo 1 introduce tecniche alternative per l’ammissione a negoziazione attraverso una sostanziale modifica dell’articolo 30 del d.lgs. 58/98 per effetto della quale non costituisce più offerta fuori sede quella avente ad oggetto strumenti finanziari di propria emissione per importi di sottoscrizione o acquisto superiori o uguali a euro 250.000 a eccezione dei collocamenti finalizzati all’ammissione alle negoziazioni su un mercato regolamentato o un sistema multilaterale di negoziazione; idem dicasi per le offerte di vendita o di sottoscrizione di azioni proprie con diritto di voto o di altri strumenti finanziari di propria emissione che permettono di acquisire o sottoscrivere tali azioni, purché emessi da emittenti con azioni o strumenti finanziari negoziati in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione italiani o di paesi dell’Unione Europea.

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Le banche non rispondono del pishing ai danni dei propri clienti: se un correntista viene truffato online gli istituti di credito non possono essere considerati responsabili. Lo ha stabilito con una sentenza la Cassazione, che ha, di fatto, creato un precedente rivoluzionario per tutte le vittime di sottrazioni di dati sensibili e personali per via telematica, che chiedono risarcimenti alle banche.

Dallo scoppio del conflitto in Ucraina la Polizia postale ha registrato un boom di cyber attacchi al sistema Paese, in aumento del 125% rispetto all’anno precedente. Pmi nel mirino, Lombardia e Lazio le regioni più colpite