INTERVISTA/ TAJANI (FI) CONTESTA LA MISURA CHE RISCHIA DI PENALIZZARE GLI INVESTITORI
di Roberto Sommella
Da Bruxelles è in arrivo una stretta su alcuni requisiti bancari necessari per ottenere un mutuo e l’allarme comincia a diffondersi soprattutto in Italia e in Francia, paesi dove il mattone è storicamente un bene e anche un investimento su cui puntano milioni di risparmiatori. MF-Milano Finanza ha chiesto al coordinatore di Forza Italia e presidente della Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che cosa sta accadendo e se la norma in gestazione è davvero una minaccia per gli italiani.

Domanda. Onorevole Tajani, è vero che la Commissione europea sta preparando una stretta sull’erogazione dei mutui e perché?

Risposta. È verissimo. La Commissione ha già presentato una proposta di Regolamento al Parlamento europeo per recepire gli standard di Basilea 4 (concordati dalle banche centrali) per quanto riguarda i requisiti prudenziali ai quali devono attenersi gli istituti di credito e le imprese di investimento. La proposta modifica in maniera peggiorativa l’attuale Regolamento 575/2013. I trattamenti dei mutui per le seconde case prevedono restrizioni severe.

D. Che cosa significa severe?

R. Significa che le banche, per concedere un mutuo, devono accantonare una riserva più sostanziosa. Oggi non esiste una differenza fra la prima e la seconda casa. Tutto costerà di più. In Parlamento Forza Italia si opporrà con decisione a questa proposta insensata che modifica in maniera sostanziale i criteri di ponderazione del rischio. Dobbiamo assolutamente scongiurare quest’altro colpo all’edilizia ed al mercato immobiliare. All’Italia serve ancora la crescita.

D. Come si può evitare questa misura che innalza i coefficienti di rischio bancari, stretta che può rendere difficoltosa la concessione dei mutui ad alcune fasce della popolazione?

R. Il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno tutti gli strumenti per modificare il testo. Nella commissione economica siamo già al lavoro per preparare emendamenti migliorativi. Mi risulta che anche la Francia, che ha la presidenza di turno dell’Unione, abbia molte riserve. Insisto: faremo di tutto per agevolare l’accesso al credito per chi vuole acquistare degli immobili. Dicono i francesi: «Quand le bâtiment va tout va». Fermare l’edilizia significa fermare la crescita. Ecco perché siamo contrari alla riforma del catasto così come proposta dal governo. Va benissimo l’emersione del sommerso, ma equiparare gli estimi catastali al valore di mercato significa aumentare le tasse sulla casa. Così il mattone rischia di finire in una stretta mortale tra le scelte di Bruxelles e quelle di Roma.

D. Si dice che la norma l’abbiano voluta le banche centrali, è in arrivo anche un credit crunch vista la crisi che già attanaglia le imprese italiane?

R. Mi auguro che non accada. Serve ancora liquidità sul mercato per uscire dalla doppia crisi Covid-guerra. Noi di Forza Italia, Berlusconi in testa, abbiamo chiesto alla Bce di continuare ad acquistare titoli di stato. Insistiamo anche affinché le banche possano continuare ad erogare prestiti alle imprese con garanzia pubblica e che si allunghino i tempi della restituzione.

D. Reputa sufficienti le misure varate dal governo Draghi per il caro-bollette? In un’intervista al Corriere della Sera il premier ha detto che verranno rafforzate, ma intanto alcune pmi pagheranno già il 250% in più di costo dell’energia. Che cosa propone Forza Italia?

R. Le misure del governo rappresentano un primo passo che va nella giusta direzione. Servono però ulteriori interventi in favore delle famiglie, delle piccole e medie imprese e delle grandi aziende. A costo di arrivare ad uno scostamento di bilancio. Ma il problema va risolto alla radice. Dobbiamo aumentare la produzione nazionale di gas, sbloccare le rinnovabili, utilizzare gli stoccaggi di gas a prezzi calmierati, completare la costruzione di nuove infrastrutture strategiche, realizzare nuovi rigassificatori e porre un tetto europeo al prezzo del gas. Naturalmente puntare su altre tecnologie e sulle rinnovabili per giungere ad un vero mix energetico che in futuro punti sul nucleare di ultima generazione.

D. Sempre il premier Draghi ha spiegato che l’esecutivo non rischia la crisi sul fisco e le altre riforme, come la concorrenza: è d’accordo, tutto tranquillo in Parlamento?

R. Il governo deve arrivare sino alla fine della legislatura. L’Italia non può permettersi di andare al voto in un momento così difficile per il mondo intero.

D. Pensa che la riforma fiscale verrà portata a termine? Si sentono molti scricchiolii nella maggioranza di governo lato centrodestra.

R. Quando parliamo di migliorare la delega fiscale non puntiamo alla crisi di governo, ma a difendere gli interessi degli italiani. Riforma del catasto e sistema duale non vanno bene. Questo è un esecutivo di unità nazionale, non un governo Pd-M5S. I nostri punti cardine non possono scomparire dalle decisioni chiave. Le tasse non si aumentano. La patrimoniale non passerà mai finché Forza Italia sarà al governo.

D. Non sarebbe arrivato il momento di tagliare il debito pubblico, visto che all’orizzonte ci sono aumenti dei tassi di interesse in presenza di un’alta inflazione?

R. Tagliare gli sprechi è doveroso soprattutto quando sono provocati da una burocrazia lumaca. Il debito cattivo va ridotto senza tentennamenti, quello buono destinato a favorire la crescita invece serve ancora all’Italia. (riproduzione riservata)

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