Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Tutti si aspettavano che il 29 aprile i due miliardari ex paciscenti in Generali, Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, avrebbero estratto un coniglio dal cappello dell’assemblea convocata per il rinnovo del consiglio di amministrazione del gruppo assicurativo. E invece nulla è successo rispetto a quanto da giorni MF-Milano Finanza aveva annunciato. La lista del Cda uscente ha ottenuto ben più della maggioranza dei presenti in assemblea e la lista alternativa si è fermata al 41%.
Dopo mesi di forti scontri tra i soci, fatti di ricorsi alle autorità di vigilanza e dure battaglie legali, venerdì 29, sono stati gli investitori internazionali a decretare il vincitore nella competizione per il rinnovo del board. Una riunione a distanza, viste le norme anti-covid, ma l’importanza del momento è stata percepita anche via web e il verdetto, come anticipato nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza, è stato netto e a favore del ceo Philippe Donnet, candidato per un terzo mandato dalla lista del board uscente, che ha ottenuto il 55,9% delle preferenze, con un’affluenza record del 70,73% del capitale rispetto ad una media storica del 55%.
Mediobanca oggi siede senza dubbio al tavolo dei vincitori. La Galassia del Nord però appare tutt’altro che pacificata e il prossimo terreno di scontro potrebbe essere proprio l’assetto di governo di Piazzetta Cuccia. Qui Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone e la famiglia Benetton (attestati rispettivamente al 19,4, al 3 e al 2,1%) sono stati finora soci silenti ma non è detto che la strategia venga confermata
Cosa accomuna Elon Musk, Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone e Xavier Niel? Sono tutti imprenditori miliardari che negli ultimi mesi si sono scoperti attivisti. Le campagne di questi e altri Paperoni stanno alimentando un mercato quantomai dinamico
Dopo i flussi da record del 2021 ottenuti grazie al netto rialzo dei mercati finanziari, lo scoppio della guerra in Ucraina, il boom dell’inflazione e la spada di Damocle della recessione rappresentano un test per le capacità delle reti di gestione del risparmio di affrontare situazioni di stress.
Il sistema previdenziale italiano si accinge a una nuova fase di riordino, e anche la previdenza complementare in questa prospettiva tende al salto di paradigma. MF-Milano Finanza ne ha parlato con Fabio Ortolani, già commissario Covip e presidente di diversi fondi pensione, ora vice-presidente di Eurofer, il fondo pensione negoziale dei lavoratori delle Ferrovie dello Stato.
Il prodotto assicurativo di Helvetia non ha fronzoli e si appoggia alla gestione separata Remunera Più
La polizza di UnipolSai non prevede opzioni contrattuali particolari e delega il rendimento alla gestione separata

Il pagamento dilazionato per effettuare acquisti online non è una prerogativa dei consumatori giovanissimi, quelli della GenZ (i nati tra il 1995 e il 2010) per intenderci, con una capacità di spesa più limitata. Al contrario, la rateizzazione dei pagamenti digitali rappresenta una scelta meditata e consapevole, diffusa soprattutto tra i 41-55enni e tra chi ha un lavoro a tempo indeterminato. Nel 67% dei casi a richiedere e ottenere un pagamento digitale dilazionato sono uomini, e per valori di media superiori rispetto a quelli femminili.
Come previsto, l’assemblea degli azionisti di Generali ha votato a grande maggioranza per la lista proposta dal cda uscente, confermando Philippe Donnet alla guida operativa come amministratore delegato e nominando Andrea Sironi alla presidenza della compagnia. Il 55,99% dei soci presenti, dopo avere approvato un cda con 13 componenti, ha detto sì alla lista del board. Quella alternativa, presentata dal gruppo di Francesco Gaetano Caltagirone, ha ottenuto il 41,73% delle preferenze, mentre Assogestioni si è fermata all’1,9% e non avrà rappresentanti in consiglio. Ha partecipato ai lavori, tramite rappresentanti, oltre il 70% del capitale. Il cda è composto da Andrea Sironi (indicato come presidente) Philippe Donnet (proposto come a.d.), Clemente Rebecchini, Diva Moriani, Luisa Torchia, Alessia Falsarone, Lorenzo Pellicioli, Clara Furse, Umberto Malesci, Antonella Mei-Pochtler e da Francesco Gaetano Caltagirone, Marina Brogi e Flavio Cattaneo.
  • Allianz accelera la corsa verso l’impatto zero
Il gruppo assicurativo lancia nuovi obiettivi per implementare la sua strategia verso l’impatto zero che punta a raggiungere anticipatamente entro il 2030, anziché il 2050. Tra i progetti è prevista la limitazione di emissioni di gas serra derivanti da siti Allianz in oltre 70 mercati e la cessazione di investimenti e assicurazioni in progetti petroliferi single-site o stand-alone.

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  • Generali, la vittoria di Donnet Ma Caltagirone: “Non mollo”
La lista di consiglieri proposta dal cda di Generali resiste alla spallata degli sfidanti, e l’assemblea sceglie l’ad Philippe Donnet per un terzo triennio. Il distacco tra i due fronti è più netto delle attese: su un 70,7% del capitale depositato (record), il 39,5% vota la lista del cda, il 29,4% quella guidata da Francesco Gaetano Caltagirone. L’imprenditore romano non desiste: «Sono convinto che Generali possa essere migliore e crescere molto. Fin quando lo riterrò ragionevole, continuerò a operare perché il cambiamento necessario avvenga». Ora il Leone di Trieste, che da otto mesi ruggisce più che altro per la ruvida contesa tra i soci, prova a voltare pagina e riandare al business: «La scelta degli azionisti è stata molto chiara – ha detto Donnet dopo la riunione – . C’è un nuovo cda e siamo già al lavoro con serenità e determinazione per rispettare le promesse fatte agli azionisti, in un contesto molto sfidante». Il manager, a capo del gruppo dal 2016, ha aggiunto: «Anche sulla governance, perché il cda scelto è ottimo e lavoreremo benissimo ». Donnet dovrà però fare i conti con tre consiglieri di parte avversa, e un blocco di grandi soci italiani compatto e ostile.
  • A ognuno degli avversari la sua parte
Donnet dovrà riconoscere che lo sfidante Francesco Gaetano Caltagirone ha ottenuto parecchi voti e impegnarsi ad analizzare il suo piano industriale con onestà intellettuale e, se necessario, adottarne degli aspetti. Caltagirone dovrà ricordarsi di aver investito miliardi in Generali e resistere alla tentazione di cominciare la guerriglia interna al cda perché nuocerebbe all’azienda. E Mediobanca, azionista di riferimento, dovrà accettare che il referente di Donnet è il cda e non più “i salotti buoni” milanesi. Dopo mesi di scontri durissimi, sarà bene lasciare decantare la situazione per un po’ ma attenzione alla prossima puntata. Molto probabilmente si tratterà di un attacco a Mediobanca da parte di Leonardo Del Vecchio con tattiche simili a quelle viste durante questa saga. Come New York, la finanza italiana non dorme mai.

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  • Generali, passa la lista del consiglio Maggioranza al 55,9% contro il 41,7%
Sarà la lista del cda a guidare le Generali nel prossimo triennio. Lo farà con Philippe Donnet nel ruolo di ceo, che entra così nel suo terzo mandato alla testa della compagnia. Lo ha deciso ieri l’assemblea del Leone che si è espressa a favore della proposta elaborata dal board uscente con il 55,99% dei voti. Uno stacco di circa il 14% rispetto a quella alternativa presentata dal gruppo Caltagirone per la quale si è espresso a favore il 41,73% del capitale presente in assemblea. Sullo sfondo, una plenaria che segna l’affluenza record dei 191 anni di storia delle Generali, pari al 70%. La lista Caltagirone ha coagulato il 29,4% del capitale sociale, una quota che si confronta con il 39,5% ottenuto dalla lista del cda. Un distacco dunque del 10%. E ora può nominare tre membri in consiglio su 13, vale a dire Francesco Gaetano Caltagirone, Marina Brogi e Flavio Cattaneo. Gli altri dieci sono invece espressi dalla lista vincente che ha candidato come presidente Andrea Sironi, ex rettore della Bocconi e già presidente di Borsa italiana.
  • Il Leone alla prova della nuova crescita
«Chi è socio stabile vuole che insieme al grano che si semina ad ottobre e si raccoglie a giugno, si pianti l’albero che darà frutto negli anni». È la frase che meglio sintetizza il pensiero di Francesco Gaetano Caltagirone, l’imprenditore che è intervenuto ieri, una volta conclusa l’assemblea del Leone che ha riconosciuto il 41,73% dei voti alla sua lista. Sulla base di quel pensiero — dal quale è nato il piano AwakeningtheLion — è riuscito ad attrarre i capitali familiari italiani e introdurre la sua visione di cambiamento per governance e prospettive future della compagnia. Ha convinto Leonardo Del Vecchio, l’imprenditore di EssilorLuxottica. Assieme sulle Generali hanno puntato 3 miliardi a testa e sono arrivati assieme al 20%. All’assemblea la lista Caltagirone ha ottenuto una quota di peso. E l’effetto è è stato di coagulare il consenso di famiglie di industriali attorno al suo progetto. Che ruota attorno a temi come la revisione delle soglie per le parti correlate (e un occhio attento ai rapporti con Mediobanca, socio del Leone), la maggiore velocità nella crescita, una maggiore efficienza. Tutto per accorciare le distanze con i concorrenti esteri. La lista ha avuto il consenso dei Benetton, schierati con il loro 4,75%, dei Seragnoli e dei Minozzi, oltre alla Fondazione Crt (1,73%) e altri.

  • Adesso la partita vera verrà giocata per il controllo di Piazzetta Cuccia
  • Generali, vince la lista del consiglio Confermato Donnet Caltagirone: resto al lavoro per la svolta

  • Polizze. A più di 50 anni dal via dell’Rc Auto serve una “revisione”
  • Fondi pensione. Passaggio immobili Cariplo, via libera Covip ma braccio di ferro tra iscritti